Il Difensore Civico Regionale per il Piemonte ha inviato al Sindaco di San Germano (VC), in data 19 aprile 2018 (ben 50 giorni fa, ndr), una lettera in cui si invita l’amministrazione in “autotutela” ad annullare la deliberazione della Giunta Comunale (n. 72 del 9 agosto 2017) avente ad oggetto la “Tutela del territorio sangermanese dall’invasione/immigrazioni delle popolazioni africane e non solo“, con la quale il piccolo comune vercellese aveva introdotto sanzioni fino a 5000 euro per i privati che avessero affittato immobili a richiedenti asilo o rifugiati, a cooperative sociali o associazioni che lavorano per l’accoglienza, senza avvertire prima lo stesso Comune.
Il Sindaco leghista aveva motivato la delibera definendo “intollerabile che Prefetture, privati, organizzazioni (religiose e non), cooperative ed enti in genere facciano business con il sistema dell’accoglienza fregandosene dell’amministrazione comunale che, suo malgrado, si troverà costretta a gestire enormi problemi quando la grande maggioranza dei richiedenti asilo si scoprirà non avere diritto allo status di profugo, continuando a pesare sulle comunità locali”. E così sono state introdotte le sanzioni, da 150 a 5000 euro, per chi non avesse rispettato la delibera.
La lettera del Difensore Civico è giunta in conseguenza di una richiesta di intervento (con l’espressione di un parere) a questo pervenuta da parte del Centro regionale Anti Discriminazioni il 12 dicembre scorso (ai sensi dell’art. 14 della Legge regionale n. 5, Norme di attuazione del divieto di ogni forma di discriminazione e della parità di trattamento nelle materie di competenza regionale). E’ la prima volta che una istituzione pubblica interviene in questo ambito e tuttavia, la notizia della lettera è stata diffusa tardivamente solo ieri.
Il Difensore civico sottolinea che il Comune non ha competenza in materia di immigrazione, cosa che invece spetta allo Stato, aggiungendo poi che la delibera “viola il principio di legalità, visto che non esiste alcuna disposizione di legge che indichi nei comuni poteri normativi, sanzionatori o regolatori in materia di accoglienza migranti, rilevando poi che quello approvato non è nemmeno un atto di indirizzo, come riportato nel testo della delibera stessa, ma una vera e propria ordinanza” (visto che determina anche delle sanzioni molto elevate). L’indicazione del Difensore Civico è dunque di annullare la delibera che può provocare “un danno ingiusto ai cittadini di San Germano che intendano ospitare cittadini stranieri profughi o richiedenti asilo, nonché i profughi e richiedenti asilo stessi che si vedono illegittimamente precluse chances di accoglienza”.
Ma il Difensore Civico non è l’unico e solo a chiedere la revoca della delibera.
L’assessorato all’Immigrazione della Regione Piemonte, insieme al comune di Torino, aveva a suo tempo segnalato all’Ufficio nazionale antidiscriminazioni (UNAR) la delibera. Contestualmente essa, e ordinanze simili, sono state oggetto di approfondimento da parte dell’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione (ASGI), che ha già inviato una prima lettera a sindaci e prefetti.
L’assessore regionale Monica Cerutti, in una nota,aveva annunciato: «È anche allo studio l’ipotesi di una causa collettiva in assenza di ricorsi da parte dei cittadini dei comuni interessati. Noi scriveremo al prefetto di Vercelli affinché valuti a sua volta i possibili risvolti discriminatori di questo atto amministrativo». Nel novembre 2017, infine, l’Associazione radicale Adelaide Aglietta, per conto e nell’interesse di un cittadino residente a San Germano Vercellese, aveva presentato formale ricorso al TAR (ancora pendente) contro la delibera discriminatoria per gli innumerevoli elementi di violazione della legalità costituzionale (incompetenza in materia di immigrazione, riservata in esclusiva allo Stato dall’art. 117 della Costituzione; violazione del principio di legalità; illegittimità nell’avere previsto sanzioni per i trasgressori in una materia dove vige la riserva di legge).
Ma la sindaca di San Germano V. fa sapere alla stampa che non intende arretrare minimamente, anzi ribatte: “E’ una delibera difensiva: la mia decisione è giuridicamente inoppugnabile. Comunque il difensore civico può sempre rivolgersi al ministro Salvini per chiedere che cosa ne pensi”. E poi aggiunge: “Il Difensore civico può al massimo consigliare non può imporre nulla. Non gli abbiamo neanche risposto. Ma quella delibera mica l’hanno letta bene, non è razzista. Ribadisco, provino a interessare con un esposto il nuovo Ministro degli Interni”.
Non resta che attendere dunque la pronuncia del Tar.