“Non siamo un centro commerciale che deve mettere nelle condizioni migliori i propri visitatori”. Con queste parole il sindaco di Bolgare (BG) Luca Serughetti spiega l’iniziativa presa dalla giunta comunale, ossia l’aumento della somma che i cittadini stranieri devono versare per avere il certificato di idoneità alloggiativa, necessario per firmare un contratto di lavoro, chiedere il ricongiungimento di un familiare o ottenere la carta di soggiorno.
Un aumento notevole: a causa della delibera della giunta, il costo sarà di 500 euro. Cinquecento euro per un certificato “che vale solo sei mesi”, come spiega il responsabile Welfare della Cgil di Bergamo Orazio Amboni, sottolineando che “molte persone hanno lavori precari e si troverebbero costretti a rinnovarlo spesso”.
Cinquecento euro, è bene ricordarlo, per un attestato che a Roma, per fare un esempio, costa circa trenta euro, il prezzo di due marche da bollo. La stessa cifra era prevista a Bolgare fino al 2011, anno in cui la somma è arrivata a 150 euro, sempre su provvedimento della giunta. Il costo può infatti variare da città a città sulla base dei diritti di segreteria. Proprio modificando i dati di questi diritti, l’amministrazione del piccolo paese della bergamasca è riuscita a innalzare il prezzo, fino alla somma ingente di 500 euro.
Perchè questo cambiamento?
Stando alla delibera, il provvedimento è stato pensato per “preservare l’integrità del territorio, con l’obiettivo di contenere l’incidenza di fenomeni criminali e malavitosi e le situazioni di disagio, il rispetto della quiete pubblica, la salvaguardia dell’igiene pubblica [..] , il sostegno alle attività economiche locali [..] al fine di favorire il rilancio dell’identità locale, delle peculiarità dei luoghi e delle caratteristiche specifiche del territorio, della sua storia, tradizioni e costumi”. Secondo la giunta, questi “propositi, intenti, piani e programmi non possono essere vanificati da parte di taluni episodi di delinquenza, microcriminalità e teppismo, come verificatisi negli ultimi mesi proprio sul nostro territorio”. Le misure che il comune deve mettere in atto contro gli episodi di delinquenza hanno dei “costi”, dovuti alla “spiegazione di forze e dell’utilizzo di energie fisiche e mentali e funzionali”. Costi che “sono genericamente addebitate ai cittadini tutti, gravando sulle casse comunali”.
Cosa c’entra tutto questo con l’aumento del prezzo di questo documento richiesto solo ai cittadini non italiani?
Secondo la giunta, non è corretto che a pagare siano “i cittadini tutti”: anzi, è necessario “circoscrivere almeno in parte tale gravame”, addebitandolo “alle individualità extracomunitarie che chiedono di essere iscritte nell’Anagrafe Popolazione Residente di questo Comune”.
Un provvedimento che, se a prima vista sembrava discriminatorio, a una lettura più attenta delle delibera non lascia spazio a dubbi. E a chi fa notare al sindaco che con una delibera del genere si colpiscono le persone che cercano di seguire la legge, il sindaco risponde: “Noi non obblighiamo nessuno a restare”.
Qui il testo della delibera.