Mentre nella mattinata di giovedì 4 febbraio, la cittadina di Colleferro svela la bellissima opera (voluta dall’AS Roma e disegnata dall’artista Lucamaleonte) con il sorriso di Willy Monteiro Duarte dipinto sulla palazzina dove abitava, si diffonde in contemporanea la notizia delle nuove accuse contestate ai suoi aggressori. Willy, lo ricordiamo (noi ne avevamo parlato qui), ha perso la vita nella notte tra il 5 e il 6 settembre 2020, vittima di un pestaggio brutale. La novità è che, secondo notizie di stampa, oggi la Procura di Velletri contesta ai due fratelli Marco e Gabriele Bianchi il reato di omicidio volontario, e non più quello di omicidio preterintenzionale. La stessa accusa riguarda le altre due persone coinvolte nel delitto: Mario Pincarelli e Francesco Belleggia. La nuova ordinanza di custodia cautelare integra e modifica la misura cautelare emessa nel settembre scorso. Ad avvalorare l’accusa più grave, secondo il gip, anche una serie di testimonianze, intercettazioni telefoniche e ambientali che hanno permesso di raccogliere nei confronti degli indagati gravi indizi di colpevolezza. ”Gli informatori sentiti nel corso delle indagini confermavano che Willy veniva aggredito nonostante fosse del tutto estraneo alla discussione in corso tra Belleggia e gli amici di Zurma, sicché i quattro indagati nel colpirlo e infierendo con crudeltà su un ragazzo inerme, erano animati semplicemente – sottolinea il gip – dalla volontà di dimostrare la forza del proprio gruppo”.
Per il gip di Velletri, Giuseppe Boccarrato, “gli elementi conducono naturalmente a ritenere che i quattro indagati non solo avessero consapevolmente accettato il rischio di uccidere Willy, ma colpendolo ripetutamente, con una violenza del tutto sproporzionata alla volontà di arrecargli delle semplici lesioni, avessero previsto e voluto alternativamente la morte o il grave ferimento della vittima”. Il giudice sottolinea, infine, “per la modalità dell’azione, realizzata da più persone coordinate, per la localizzazione e violenza dei colpi, inferti in più parti vitali, per le condizioni in cui versava la vittima, colpita” anche quando “si trovava inerme in terra nella seconda, e per l’esperienza nelle tecniche di combattimento dei fratelli Bianchi e del Belleggia, va senza dubbio esclusa la condizione minima per contestare l’omicidio preterintenzionale”.
Intanto, i fratelli Bianchi e Francesco Belleggia non hanno risposto alle domande del gip nell’interrogatorio che segue la nuova ordinanza. Nell’atto istruttorio, i tre indagati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Per il quarto indagato, Mario Pincarelli, l’interrogatorio di garanzia è stato rinviato poiché in isolamento in attesa del tampone per il Covid.
Il nuovo capo di imputazione porterà il processo davanti alla Corte d’assise di Frosinone. La strada per ottenere giustizia per Willy e la sua famiglia è ancora lunga, faticosa e in salita.