Atto Senato
Presentata da: ANDREA CIOFFI
18 marzo 2015, seduta n.412
Ambito di interesse: Consiglio europeo del 19 e 20 marzo 2015
Il Senato, in occasione della riunione del Consiglio europeo che avrà luogo a Bruxelles nei giorni 19 e 20 marzo prossimi venturi;
premesso che:
i Capi di Stato e di Governo degli Stati membri dell’Unione europea prenderanno in esame la Comunicazione della Commissione europea di cui all’Atto COM (2015) 80 recante Comunicazione “Una strategia quadro per un’Unione dell’energia resiliente, corredata da una politica lungimirante in materia di cambiamenti climatici”;
il testo della Comunicazione presenta le iniziative che la Commissione europea intende adottare nel biennio 2015-2017 per sviluppare una comune politica energetica europea, la cosiddetta Energy Union, al fine di far fronte alle sfide dei cambiamenti climatici raggiungendo gli obiettivi di sicurezza, stabilità ed equità energetica;
sono 15 le iniziative che la Commissione intende intraprendere ricomprendendo tutto il ciclo energetico, dall’approvvigionamento delle fonti primarie, alla produzione e distribuzione dell’elettricità, revisionando sia la normativa vigente che proponendo nuovi testi normativi;
nonostante i buoni propositi la politica energetica prospettata dalla Commissione europea è ancora basata sulle fonti di energia fossili e sulle rendite di posizione ad esse legate, col rischio di generare ulteriori gravi instabilità degli equilibri geopolitici ai confini dell’Unione europea, senza fornire il necessario slancio allo sviluppo di reti intelligenti, al risparmio energetico e alle fonti di energia rinnovabili che dovrebbero assumere la preminenza nella strategia europea sull’energia e la lotta al cambiamento climatico;
considerato, altresì, che:
l’Unione europea deve raggiungere il suo obiettivo 2020 di ottenere da fonti rinnovabili il 20 per cento del suo mix energetico, nonostante questo la Commissione europea si propone di cancellare ogni sussidio pubblico alle energie rinnovabili. “La produzione di energia da fonti rinnovabili deve essere sostenuta mediante dispositivi basati sul mercato che tengano conto delle carenze del mercato stesso, garantiscano l’efficacia in termini di costi ed evitino sovra compensazioni e distorsioni”, si legge nel testo della Comunicazione, ma non si chiarisce quale trattamento verrà riservato alle fonti fossili, che ad oggi godono di incentivi molto significativi, per non parlare dei termovalorizzatori che vengono inseriti tra i sistemi per incrementare l’efficienza energetica;
desta preoccupazione la volontà della Commissione europea di voler eliminare le attuali politiche di tariffazione elettrica regolata a protezione delle fasce più deboli della popolazione. È intenzione della Commissione eliminare progressivamente i prezzi regolamentati sul mercato, invitando gli Stati membri a imporre un meccanismo di tutela sostenuto dal sistema di previdenza sociale, non tenendo conto che le politiche economiche di austerità europee indeboliscono la capacità di azione dei meccanismi di protezione sociale;
è evidente che l’impianto della politica energetica europea non subirà sostanziali variazioni e continuerà ad essere legato al mutare degli assetti delle relazioni internazionali, sebbene si manifesti la necessità da un lato di rivalutare i rapporti con la Russia nel settore dell’energia su condizioni eque di concorrenza e apertura al mercato e dall’altro di potenziare il partenariato con Paesi quali Azerbaijan, Iran, Iraq, Israele, che non possono garantire alcuna certezza e sicurezza di approvvigionamento, visto il permanere di conflitti in queste aree. In questa prospettiva la volontà della Commissione di volersi emancipare dalle importazioni di gas e petrolio russi senza indicarne tempistiche e costi, sposta solamente l’attenzione su altri quadranti geopolitici estremamente volatili, senza determinare né una svolta decisiva verso l’indipendenza e la sostenibilità energetica, né una riduzione intelligente ed efficiente delle importazioni;
ritenuto inoltre che:
all’ordine del giorno del Consiglio europeo è prevista anche la discussione sul prossimo vertice sul partenariato orientale che si terrà a Riga nel maggio prossimo, con una particolare attenzione alle relazioni con Ucraina e Russia. Il partenariato orientale è al centro del semestre di presidenza della Lettonia ed è ritenuto una priorità geopolitica. Il Governo lettone intende aprire un nuovo capitolo nelle relazioni UE-Bielorussia e lavorare per l’implementazione delle Deep and Comprehensive Free Trade Area previste negli Accordi di associazione con Georgia e Moldova;
il Presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, in occasione dell’incontro con il presidente degli Stati Uniti Barack Obama dello scorso 9 marzo, ha dichiarato che riguardo all’Ucraina, è necessario attuare pienamente gli Accordi di Minsk e mantenere le sanzioni contro la Russia fino a quando si sarà raggiunto questo risultato. L’Europa è pronta a decidere ulteriori sanzioni in caso di ulteriori violazioni degli Accordi di Minsk ed è contemporaneamente impegnata a sostenere le riforme e l’economia in Ucraina;
in riferimento alla politica estera dell’Unione europea, nella riunione del 16 marzo scorso il Consiglio UE dei ministri degli affari esteri degli Stati membri ha dato incarico all’Alto rappresentante per la politica estera UE, Federica Mogherini, di presentare il prima possibile proposte per possibili attività europee in Libia volte a sostenere una soluzione politica sotto la guida delle Nazioni Unite. Allo studio una missione che ricomprenda il monitoraggio del cessate il fuoco, l’addestramento delle forze di sicurezza locali e un pacchetto di misure di sostegno economico. L’intervento europeo è subordinato al buon esito delle trattative per la formazione di un governo di unità nazionale e non sarà una missione militare interventista;
in ultimo, preso in considerazione che:
il Consiglio europeo valuterà anche la situazione economica europea e concluderà la prima fase del Semestre europeo 2015 e la Corte dei conti europea ha reso note, con la sua Opinione 4/2015, del 12 marzo 2015 le sue posizioni sul principale provvedimento di rilancio dell’economia europea, il Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS), strumento di finanziamento del noto Piano Juncker di cui alla proposta di regolamento Atto COM (2015) 10. La Corte dei conti ha rilevato una serie di criticità evidenti nel funzionamento del FEIS: mancata indicazione della capacità di sopportazione del rischio del fondo stesso, poca chiarezza su funzionamento e costi, l’indeterminatezza di funzioni e gestione del costituendo Investment Advisory Hub europeo (EIAH), un potenziale conflitto di interessi tra fondi pubblici e privati,
impegna, quindi, il Governo a:
farsi promotore nelle sedi europee di una nuova visione sulla futura Unione energetica europea che ponga al centro la generazione distribuita, le energie rinnovabili e l’efficienza energetica e sia attenta all’ambiente e caratterizzata dalla sostenibilità ecologica;
opporsi a ogni forma di eliminazione delle tariffe regolamentate del costo dell’energia per le fasce più deboli della popolazione. In Europa sono oltre 123 milioni i cittadini che non hanno accesso a tariffe elettriche eque e un cittadino su quattro vive in povertà;
promuovere in sede europea il superamento del poco ambizioso obiettivo del 27 per cento di energia prodotta da fonti rinnovabili al 2030 costruendo con tutti gli attori economici dei settori dell’energia un’innovativa strategia energetica da portare in Europa, che preveda la riduzione entro il 2030 delle emissioni di gas serra di almeno il 55 per cento rispetto al 1990, di portare al 45 per cento la percentuale di energia prodotta da fonti rinnovabili e ridurre almeno del 40 per cento il consumo di energia rispetto al 2005;
farsi promotore di un ruolo più attivo e collegiale da parte dell’Unione europea nella crisi ucraina, anche tramite l’Alto rappresentante e proporre, rispetto a quanto annunciato dal Presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, la revoca delle sanzioni economiche dell’UE alla Russia in quanto si sono rivelate poco efficaci e controproducenti per l’economia italiana e contemporaneamente continuare a sostenere la richiesta di un effettivo cessate il fuoco in tutto il territorio ucraino;
sostenere in Libia una missione europea – anche a guida italiana – di cooperazione allo sviluppo con l’utilizzo per lo più di personale civile, di concerto con i partners internazionali e con il coinvolgimento degli attori arabi regionali e dell’Unione africana, tesa a preparare le condizioni di una riconciliazione nazionale della Libia, consentendo la ricostruzione e la democratizzazione del tessuto istituzionale e la stabilizzazione interna, la smilitarizzazione delle milizie irregolari e favorendo la formazione di un’autorità statuale anche al fine di limitare i flussi migratori verso l’Unione europea determinati dalla situazione di crisi del territorio libico, auspicando sul tema il superamento della politica migratoria europea basata sul Regolamento (UE) n. 604/2013, anche conosciuto come Dublino III;
supportare in sede di Consiglio, nel suo ruolo di legislatore europeo, i necessari chiarimenti alla proposta di regolamento Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS) anche accogliendo il contributo tecnico della Corte dei conti europea durante l’iter legislativo al fine di colmare le lacune che la Commissione ha prodotto nella sua proposta di Regolamento di cui all’Atto COM(2015)10.
(6-00094)
Fonte: http://banchedati.camera.it/sindacatoispettivo_17/showXhtml.Asp?idAtto=33959