Atto Senato
Presentata da: GIAN MARCO CENTINAIO
18 marzo 2015, seduta n.412
Ambito di interesse: Consiglio europeo del 19 e 20 marzo 2015
Il Senato della Repubblica, ascoltate le comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista del Consiglio europeo del 19 e 20 marzo 2015;
premesso che:
il Consiglio europeo di questa settimana affronterà alcuni temi chiave quali: il semestre europeo, misure per la crescita e l’occupazione, il mercato europeo dell’energia e delicate questioni di politica estera, in particolare per l’area est europea e mediterranea;
in occasione del vertice UE sull’occupazione tenutosi a Milano lo scorso ottobre, il Premier ha pronunciato le seguenti parole: “[…] senza crescita non c’è lavoro, senza lavoro non c’è dignità, senza dignità non c’è Europa […]”;
tra le misure messe in campo dal Governo vi è il combinato dell’azzeramento contributivo e dello sgravio IRAP contenuti nella legge di stabilità con il nuovo contratto di lavoro a tutele crescenti attuativo della legge delega cosiddetta jobs act;
nonostante tali interventi abbiano ricevuto plausi e gradimenti da più parti, generando attese positive sia per le imprese che per i tanti lavoratori precari, preoccupa agli scriventi l’effetto duraturo in termini di crescita occupazionale, per il rischio che si possa trattare non di nuovi e reali contratti di lavoro a tempo indeterminato bensì di rapporti di lavoro finanziati a termine;
l’obiettivo, a livello europeo, della realizzazione di un mercato interno dell’energia è quello di creare un unico polo energetico che sia maggiormente competitivo, integrato e flessibile, in grado di offrire alle famiglie e alle imprese servizi efficienti, a costi più contenuti;
in tal senso, la Commissione europea ha adottato una strategia quadro per costruire un’Unione dell’energia fondata sulla necessità di garantire una maggiore sicurezza dell’approvvigionamento energetico e una effettiva tutela del clima;
l’Unione dell’energia rappresenta una priorità assoluta del programma politico del presidente Jean-Claude Juncker, resa ancora più impellente dal clima di instabilità politica che via via è nato attorno all’Europa, caratterizzato in primo luogo dalle forti tensioni legate alle forniture di gas provenienti da Est. L’Unione europea, infatti, è il primo importatore di energia al mondo, dipendendo per oltre la metà del suo fabbisogno in primis dalla Russia e secondariamente dal Medio Oriente e dall’Africa, con un costo di circa 400 miliardi di euro l’anno;
l’urgenza di completare il mercato unico dell’energia in Europa nasce dunque, prioritariamente, dalla necessità di garantire una maggiore sicurezza degli approvvigionamenti che viene perseguita attraverso la realizzazione di quattro punti programmatici, e nell’ordine, la stipula di una clausola di solidarietà per ridurre la dipendenza da singoli fornitori, facendo affidamento sui Paesi vicini in caso di perturbazioni dell’approvvigionamento energetico; la capacità di rendere l’energia libera di attraversare le frontiere; il ripensamento dell’efficienza energetica quale fonte di energia a sé stante; la transizione verso una società a basse emissioni di anidride carbonica che permetta l’assorbimento dell’energia prodotta, anche da fonti rinnovabili, nella rete in modo agevole ed efficiente;
un ostacolo all’effettivo funzionamento del mercato interno è rappresentato dall’invecchiamento delle infrastrutture, nonché dall’elevata frammentazione dei mercati e dalla mancanza di coordinamento di politiche a livello degli Stati membri, elementi questi che impediscono ai consumatori di beneficiare di offerte più concorrenziali e di prezzi energetici più bassi;
una rete europea dell’energia adeguatamente interconnessa potrebbe generare risparmi fino a 40 miliardi di euro l’anno;
un contributo importante in termini di risparmio potrebbe derivare dall’impiego delle fonti rinnovabili il cui sviluppo permette di realizzare lo sfruttamento di un mix di fonti energetiche che sia più efficiente e sostenibile, in grado di ridurre la dipendenza delle importazioni di energia dall’estero;
nel solo comparto delle energie rinnovabili, le imprese nell’Unione europea sviluppano un fatturato di 129 miliardi di euro e danno lavoro a più di un milione di addetti. È necessario dunque preservare questa realtà produttiva, che fornisce un contributo importate alla crescita economica dell’Unione europea e dell’Italia, dove negli ultimi anni si è assistito ad una crescita degli investimenti con effetti positivi sui profitti e sull’occupazione;
è necessario che il Governo si impegni ad alimentare un clima di certezza intorno allo sviluppo delle fonti rinnovabili garantendo la definizione di un quadro normativo certo ed esaustivo a tutela delle legittime aspettative delle imprese e a sostegno degli investimenti da queste effettuati nel settore;
considerando inoltre che:
a causa della crisi economica e finanziaria, gli investimenti nell’UE hanno registrato un calo significativo pari al 15 per cento circa rispetto al picco del 2007, scendendo a un livello nettamente inferiore alla tendenza storica;
la Commissione europea per favorire la ripresa economica e la creazione di nuovi posti di lavoro ha presentato, lo scorso 16 novembre con la comunicazione COM(2014)903, un piano di investimenti per l’Europa, con il quale intende mobilitare, nell’arco di tre anni, 315 miliardi di euro di investimenti pubblici e privati, a favore dell’economia reale;
la scarsa chiarezza riguardo ai criteri per l’assegnazione delle risorse a livello di ciascun Stato membro da investire in progetti che la stessa Unione europea ritiene perseguibili rischia di segnare il fallimento dell’iniziativa con il conseguente arresto della crescita degli investimenti;
esprimendo preoccupazione per la possibilità che il negoziato finalizzato alla creazione della Transatlantic trade and investment partnership (TTIP) finisca con l’implicare la cancellazione degli ostacoli frapposti dalle autorità europee alla libera circolazione degli OGM nonché la nascita di un’area di libero scambio a livelli di regolamentazione eterogenei, con conseguente compromissione della competitività delle imprese europee;
rilevando la priorità accordata dalla Presidenza di turno lettone alla dimensione orientale della sicurezza europea e la presumibile volontà del Governo di Riga di accelerare in occasione del vertice della Eastern Partnership programmato a Riga per il 21-22 maggio 2015 la conclusione di nuovi accordi di associazione all’Unione europea con ulteriori Repubbliche ex sovietiche, che genererebbero senza dubbio tensioni e risentimenti a Mosca;
ribadendo l’importanza che il nostro Paese annette invece al più rapido reintegro della Federazione Russa nella comunità internazionale ed alla cessazione delle sanzioni imposte contro la Russia in seguito all’annessione della Crimea;
sottolineando altresì la necessità che l’Unione europea riconosca alle sfide mediterranee un’importanza non inferiore a quella attribuita alle questioni sospese nell’Est europeo, a partire dalla stabilizzazione della Libia, dal contenimento dello Stato Islamico e dalla gestione condivisa dei flussi migratori in uscita da Nord Africa e Medio Oriente;
ritenendo quindi, opportuno assicurare il pieno sostegno dell’Unione europea all’attuazione dell’accordo di Minsk 2 e la sua partecipazione ad eventuali interventi multinazionali di stabilizzazione della Libia e contenimento dei flussi migratori illegali,
impegna il Governo:
a rendere permanenti misure di riduzione del costo del lavoro, confermando a regime interventi di defiscalizzazione e decontribuzione finalizzati all’incremento ed al mantenimento della base occupazionale e garantendo, comunque, l’ammontare del futuro trattamento pensionistico del lavoratore e la sua tutela nel lungo periodo;
a far sì che nell’ambito delle priorità da realizzare per il completamento del mercato interno dell’energia venga posta particolare attenzione alle iniziative per una reale riduzione dei costi energetici, a beneficio dei consumatori finali ed in particolare delle imprese nazionali ed europee, garantendo altresì la definizione di un quadro normativo certo ed esaustivo a tutela degli investimenti nel settore delle rinnovabili quale presupposto essenziale per ridurre la dipendenza delle importazioni di energia dall’estero;
a promuovere ogni opportuna iniziativa affinché sia riconosciuta ad ogni Stato membro la possibilità di decidere autonomamente, sulla base di criteri certi, gli interventi da inserire nel Piano di investimenti per l’Europa a garanzia di una reale ripresa degli stessi a supporto dell’economia degli Stati membri;
ad agire in ambito europeo affinché l’agenda della Presidenza di turno lettone venga opportunamente modificata per depotenziarne la portata antirussa, favorire un processo di effettiva distensione in Ucraina, coinvolgere i Paesi partner in una gestione effettivamente condivisa dell’emergenza migratoria mediterranea, se possibile anche creando campi d’accoglienza in Africa nei quali procedere alla verifica della sussistenza dei requisiti necessari alla concessione del diritto d’asilo, e promuovere l’adozione di una linea d’azione comune nei confronti della guerra civile libica e di quella siriana;
(6-00093)
CENTINAIO, ARRIGONI, BELLOT, BISINELLA, CALDEROLI, CANDIANI, COMAROLI, CONSIGLIO, CROSIO, DIVINA, MUNERATO, STEFANI, STUCCHI, TOSATO, VOLPI.
PIZZETTI LUCIANO – PARERE GOVERNO DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 18/03/2015 PROPOSTA RIFORMULAZIONE IL 18/03/2015 NON ACCOLTO IL 18/03/2015 PARERE GOVERNO IL 18/03/2015 DISCUSSIONE IL 18/03/2015 RESPINTO IL 18/03/2015 CONCLUSO IL 18/03/2015 DISCUSSIONE CONGIUNTA PROPOSTA RIFORMULAZIONE NON ACCOLTO PARERE GOVERNO DISCUSSIONE RESPINTO CONCLUSO
Risoluzione respinta
Fonte: http://banchedati.camera.it/sindacatoispettivo_17/showXhtml.Asp?idAtto=33958