Risoluzione del Parlamento europeo del 29 aprile 2015 sulle recenti tragedie nel Mediterraneo e sulle politiche dell’UE in materia di migrazione e asilo (2015/2660(RSP))
Il Parlamento europeo,
– vista la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea,
– vista la Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali,
– vista la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1948,
– visti la Convenzione di Ginevra del 1951 e il relativo protocollo aggiuntivo,
– vista la sua risoluzione del 23 ottobre 2013 sui flussi migratori nel Mediterraneo, con particolare attenzione ai tragici eventi al largo di Lampedusa[1],
– visto il documento di lavoro dei servizi della Commissione del 22 maggio 2014 concernente l’attuazione della comunicazione sull’attività della Task Force “Mediterraneo”,
– vista la discussione svoltasi in Aula il 25 novembre 2014 sulla situazione nel Mediterraneo e la necessità di un approccio globale dell’UE alle migrazioni,
– vista la sua risoluzione del 17 dicembre 2014 sulla situazione nel Mediterraneo e la necessità di un approccio globale dell’UE alle migrazioni[2],
– viste l’iniziativa per il Mediterraneo centrale dell’UNHCR e le proposte di quest’ultimo intese a far fronte agli attuali e futuri arrivi in Europa di richiedenti asilo, profughi e migranti,
– visto il piano d’azione in dieci punti sulla migrazione adottato in occasione della sessione congiunta del Consiglio “Affari esteri” e “Affari interni” del 20 aprile 2015,
– viste le conclusioni della riunione straordinaria del Consiglio europeo del 22 aprile 2015 sull’emergenza profughi nel Mediterraneo,
– visto l’articolo 123, paragrafi 2 e 4, del suo regolamento,
A. considerando che, secondo le stime dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM), le persone che hanno perso la vita nel Mar Mediterraneo dall’inizio dell’anno sono più di 1 500;
B. considerando che, stando alle stime dell’OIM, 23 918 migranti hanno raggiunto le coste italiane dal 1° gennaio 2015; che, secondo le autorità greche, 10 445 migranti sono stati tratti in salvo nel Mar Egeo dalla guardia costiera greca nel primo trimestre del 2015;
C. considerando che le forze navali italiane, la guardia costiera italiana, la marina italiana e numerose navi mercantili sono state ininterrottamente impegnate in operazioni di salvataggio di migranti in difficoltà nel Mediterraneo, arrivando a salvare circa 10 000 persone in sei giorni, da venerdì 10 aprile a giovedì 16 aprile 2015;
D. considerando che Mare Nostrum, l’ultima operazione dedicata esclusivamente alla ricerca e al soccorso nel Mediterraneo, ha tratto in salvo 150 810 migranti in 364 giorni; che le stime iniziali non mostrano ad oggi una diminuzione del numero di migranti che attraversano il Mediterraneo;
E. considerando che la maggior parte di persone che cercano di attraversare il Mediterraneo è in fuga da conflitti o persecuzioni in Siria, Iraq, Eritrea, Somalia e Libia; che mancano all’appello ben 700 migranti e si teme che siano annegati quando il peschereccio in legno sul quale erano stipati si è capovolto nei pressi della costa libica, la notte di sabato 18 aprile 2015, mentre un mercantile portoghese si stava avvicinando per prestare soccorso; che uno dei sopravvissuti avrebbe dichiarato alle autorità italiane che a bordo avrebbero potuto esserci sino a 950 persone; che agli inizi del mese di aprile si era verificata una tragedia analoga, nella quale avrebbero perso la vita in mare circa 400 migranti quando un peschereccio in legno che ne trasportava circa 550 si è capovolto;
F. considerando che l’operazione congiunta “Triton”, coordinata da Frontex, è divenuta pienamente operativa il 1° novembre 2014 e dispone di una dotazione iniziale di soli 2,9 milioni di EUR mensili, a fronte degli oltre 9 milioni di EUR mensili a disposizione di Mare Nostrum; che, dall’avvio dell’operazione congiunta “Triton”, sono stati soccorsi lungo la rotta del Mediterraneo centrale più di 24 400 migranti irregolari, tra cui circa 7 860 migranti con il concorso di risorse cofinanziate da Frontex;
G. considerando che gli scafisti e i trafficanti di esseri umani sfruttano l’immigrazione clandestina e mettono a repentaglio le vite dei migranti per il loro tornaconto economico, sono responsabili di migliaia di morti e rappresentano una seria minaccia per l’Unione europea e gli Stati membri; che le attività criminali dei trafficanti generano profitti per 20 miliardi di EUR l’anno; che, secondo Europol, i gruppi di criminalità organizzata che facilitano attivamente il trasporto di migranti irregolari nel Mediterraneo sono collegati al traffico di esseri umani, droga e armi da fuoco nonché al terrorismo; che il 17 marzo 2015 Europol ha istituito il team operativo comune “Mare” per contrastare tali gruppi criminali;
H. considerando che i conflitti e l’instabilità della regione hanno conseguenze sul massiccio afflusso di migranti e sui flussi di sfollati nonché, di conseguenza, sul numero delle persone che tentano di raggiungere l’UE; che la rapida espansione dell’IS e del Da’ish nelle regioni circostanti interessate da conflitti si ripercuoterà sui flussi di sfollati e determinerà in ultima analisi un massiccio afflusso di migranti;
1. esprime profondo dolore e cordoglio per la tragica perdita di vite umane che continua a ripetersi nel Mediterraneo; esorta l’UE e gli Stati membri a basarsi sull’attuale cooperazione e a compiere ogni sforzo possibile per scongiurare nuove perdite di vite umane in mare; invita l’UE e gli Stati membri a fare tutto il possibile per identificare i corpi e le persone scomparse e a informare i familiari;
2. chiede all’UE e agli Stati membri di fornire le risorse necessarie a garantire che gli obblighi di ricerca e soccorso siano di fatto rispettati e quindi adeguatamente finanziati; chiede agli Stati membri di continuare a dare prova di solidarietà e impegno aumentando il loro contributo al bilancio e alle attività di Frontex e dell’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo (EASO) e si impegna a fornire a tali agenzie le risorse (umane e logistiche) necessarie affinché adempiano ai loro obblighi mediante il bilancio dell’UE e i suoi fondi pertinenti;
3. ribadisce la necessità che l’UE basi la sua risposta alle recenti tragedie nel Mediterraneo sulla solidarietà e l’equa ripartizione della responsabilità, come sancito dall’articolo 80 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE), e adotti un approccio europeo d’insieme; ribadisce che l’UE deve rafforzare l’equa ripartizione delle responsabilità e la solidarietà nei confronti degli Stati membri che accolgono il maggior numero di profughi e richiedenti asilo in termini assoluti o relativi;
4. accoglie con favore l’impegno assunto dal Consiglio europeo quanto al rafforzamento dell’operazione Triton aumentandone il finanziamento e i mezzi; esorta l’UE a definire un mandato chiaro per Triton, in modo da ampliarne l’ambito di intervento e il mandato per le operazioni di ricerca e soccorso a livello di UE;
5. chiede che sia messa a punto un’operazione umanitaria europea di ricerca, solida e permanente, che, come Mare Nostrum, sia operativa in alto mare e alla quale contribuiscano tutti gli Stati membri sia con risorse finanziarie che con attrezzature e mezzi; sollecita l’UE a cofinanziare tale operazione;
6. accoglie con favore la proposta del Consiglio europeo di esaminare congiuntamente le domande di asilo con il sostegno delle squadre EASO; chiede alla Commissione di estendere il mandato dell’EASO onde rafforzarne il ruolo operativo nel trattamento delle domande di asilo;
7. invita gli Stati membri ad avvalersi appieno delle possibilità esistenti per rilasciare visti umanitari presso le rispettive ambasciate e i rispettivi uffici consolari; osserva, in tale contesto, che il Consiglio dovrebbe seriamente prendere in considerazione la possibilità di applicare la direttiva del 2001 sulla protezione temporanea oppure l’articolo 78, paragrafo 3, TFUE, i quali prevedono entrambi un meccanismo di solidarietà in caso di afflusso massiccio e improvviso di sfollati;
8. chiede agli Stati membri, in particolare a quelli che non hanno ancora contribuito per niente, di potenziare i loro contributi a favore dei programmi di reinsediamento esistenti;
9. invita la Commissione a fissare una quota vincolante per la ripartizione dei richiedenti asilo tra tutti gli Stati membri;
10. sottolinea la necessità di incoraggiare le politiche di rimpatrio volontario garantendo nel contempo la protezione dei diritti di tutti i migranti e l’accesso sicuro e legale al sistema di asilo dell’UE, nel rispetto del principio di non respingimento;
11. si compiace del fatto che il VP/AR e la Presidenza lettone abbiano immediatamente convocato una riunione congiunta straordinaria del Consiglio “Affari esteri” e “Affari interni” a Lussemburgo, come pure del fatto che gli Stati membri abbiano indetto senza indugio un vertice straordinario finalizzato a individuare soluzioni comuni in risposta alla situazione di crisi nel Mediterraneo; osserva che si è tenuto un primo ampio dibattito sulle opzioni per salvare vite umane, combattere scafisti e trafficanti e condividere le responsabilità di accoglienza e protezione tra gli Stati membri; sottolinea la necessità di un maggiore impegno da parte degli Stati membri e si rammarica della mancanza di impegno da parte del Consiglio europeo a istituire un meccanismo di solidarietà a livello dell’UE credibile e vincolante;
12. chiede un recepimento rapido e completo e un’attuazione efficace del Sistema europeo comune di asilo da parte di tutti gli Stati membri partecipanti, garantendo in tal modo standard comuni europei, tra cui le condizioni per l’accoglienza dei richiedenti asilo e il rispetto dei diritti fondamentali, come previsto dalla legislazione vigente;
13. chiede un più stretto coordinamento delle politiche dell’Unione e degli Stati membri nell’affrontare le cause profonde della migrazione; sottolinea la necessità di un approccio globale dell’UE, che rafforzi la coerenza delle politiche interne ed esterne, con particolare riferimento alla politica estera e di sicurezza comune, alla politica di sviluppo e alla politica migratoria; chiede un rafforzamento della cooperazione dell’Unione con i paesi partner nel Medio Oriente e in Africa al fine di promuovere la democrazia, le libertà e i diritti fondamentali, la sicurezza e la prosperità;
14. esorta gli Stati membri e i paesi terzi a stabilire sanzioni penali il più possibile severe contro la tratta di esseri umani e il traffico di migranti sia verso l’Unione europea che al suo interno, nonché contro le persone o i gruppi che sfruttano i migranti vulnerabili nell’UE, garantendo nel contempo che le persone che prestano aiuto ai richiedenti asilo e alle imbarcazioni in pericolo non siano perseguite;
15. chiede agli Stati membri di collaborare strettamente con Europol, Frontex, EASO ed Eurojust nella lotta contro i trafficanti di esseri umani e le reti criminali di scafisti, nonché di individuare e rintracciare i loro finanziamenti e di identificare il loro modus operandi per impedire loro di arricchirsi mettendo a repentaglio la vita dei migranti; sottolinea la necessità di rafforzare la cooperazione con i paesi terzi, in particolare con i vicini della Libia, quale strumento indispensabile per poter smantellare con successo tali reti criminali, attraverso la formazione delle autorità di contrasto e la predisposizione di servizi d’informazione; sottolinea la necessità che i paesi terzi rispettino il diritto internazionale per quanto riguarda il salvataggio di vite umane in mare e garantiscano la protezione dei profughi nonché il rispetto dei diritti fondamentali;
16. sottolinea che le cause alla base della violenza e del sottosviluppo vanno affrontate nei paesi di origine al fine di arrestare il flusso di profughi e migranti economici; evidenzia, a tale proposito, che il significativo miglioramento delle strutture di governance attraverso la creazione di istituzioni pubbliche efficaci e inclusive, il rafforzamento delle capacità dei sistemi di asilo dei paesi terzi, l’istituzione dello Stato di diritto e la lotta contro la corruzione endemica a tutti i livelli, come pure la promozione dei diritti umani e di una maggiore democrazia dovrebbero rientrare tra le principali priorità di tutti i governi dei paesi di origine;
17. ribadisce il proprio sostegno a favore di negoziati sotto la guida delle Nazioni Unite al fine di ripristinare l’autorità di governo democratica in Libia e l’impegno a intensificare gli sforzi per affrontare le situazioni di conflitto e l’instabilità in Libia e in Siria; sottolinea che la creazione di una stabilità regionale nelle zone di conflitto è fondamentale per impedire l’ulteriore sfollamento di persone;
18. rammenta che lo scopo della presente risoluzione è fornire una risposta ai tragici eventi accaduti di recente nel Mediterraneo e alle conclusioni del Consiglio europeo del 23 aprile 2015, e proporre una serie di misure urgenti da adottare immediatamente, tenendo presente che la commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni, competente per il merito, sta al momento elaborando una relazione che rifletterà gli orientamenti programmatici a medio e lungo termine del Parlamento in materia di migrazione;
19. invita la Commissione a sviluppare e presentare un’agenda europea ambiziosa in materia di migrazione, che tenga conto di tutti gli aspetti del fenomeno;
20. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri.
[1] Testi approvati, P7_TA(2013)0448.
[2] Testi approvati, P8_TA(2014)0105.