Atto Senato 1-00427
Presentata da PAOLO ROMANI
9 giugno 2015, seduta n.461
Ambito di interesse: immigrazione, sbarchi, agenda europea immigrazione, Consiglio Europeo 25-26 giugno 2015
Paolo ROMANI, BERNINI, GASPARRI, BRUNO, PELINO, FLORIS, AMORUSO, MINZOLINI, ALICATA, RIZZOTTI – Il Senato, premesso che:
nella giornata di domenica 7 giugno 2015, 2.371 migranti provenienti dalle coste libiche sono stati salvati nel corso di vari interventi coordinati dal centro nazionale di soccorso della Guardia costiera, a Roma;
le operazioni di salvataggio hanno riguardato 15 imbarcazioni (12 gommoni e 3 barconi) che navigavano a circa 45-50 miglia dalla Libia, tutti stipati di migranti. Le unità intervenute sono la nave della Marina britannica “Bulwark”, la nave di Medici senza frontiere “Bourbon Argos” ed alcuni assetti del dispositivo Frontex, in particolare una nave inglese, una svedese, una spagnola, la nave della Marina italiana Fasan, la nave Dattilo della Guardia costiera e un mercantile;
lunedì 8 giugno sono giunti in Italia altri 1.750 profughi;
quanto verificatosi negli ultimi giorni conferma la gravità della situazione in atto nel Mediterraneo e la dimensione del fenomeno migratorio, che impongono, con la massima urgenza, azioni efficaci nei confronti dei Paesi di origine e interventi concreti da parte di tutta l’Unione europea;
considerato che:
il 22 aprile, al termine del dibattito svoltosi sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista del Consiglio europeo straordinario del 23 aprile, le assemblee di Camera e Senato hanno approvato 2 risoluzioni del gruppo FI-PdL, che impegnavano il Governo:
a rappresentare con vigore in seno al Consiglio europeo la necessità morale di un umanitarismo efficace, coinvolgendo l’Unione europea in azioni umanitarie e di soccorso armato, inteso come Polizia internazionale, per la prevenzione di pericoli mortali mentre sono in atto crimini contro l’umanità;
ad istituire un tavolo di coesione nazionale per l’emergenza immigrazione e per le crisi internazionali in atto, che coinvolga i rappresentanti dei Governi che hanno maturato un’esperienza nel passato, e le forze politiche di buona volontà;
ad adottare ogni iniziativa per promuovere un’azione incisiva a livello europeo, attraverso scelte chiare che implichino: un sistema di intelligence forte e radicato che monitori all’origine del problema e fino alla sua destinazione; il contrasto tenace e determinato ai trafficanti di morte, anche attraverso interventi mirati in Libia; un piano sostenibile di accoglienza e solidarietà in Europa e nei Paesi di origine;
a valutare l’opportunità di ricorrere anche ad altri strumenti di intervento, quali la sottrazione del costo che sosteniamo per far fronte ad un’emergenza che è di tutta l’Europa dal contributo che ogni anno il nostro Paese versa all’Unione europea;
a valutare l’opportunità di proporre al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite l’adozione di una risoluzione che autorizzi interventi mirati in Libia, volti a sostenere un processo di stabilizzazione del Paese e a debellare l’attività criminale degli scafisti;
a valutare l’opportunità di proporre in sede di Consiglio europeo un summit internazionale, sotto l’egida delle Nazioni Unite, al fine di giungere ad uno strumento condiviso con cui affrontare con modalità risolutive, di ampio spettro, il fenomeno migratorio nel Mediterraneo e tale da consentire al nostro Paese di avere un ruolo di leadership di una forza multilaterale sotto l’egida delle organizzazioni internazionali;
a porre in essere operazioni analoghe all’operazione dell’Unione europea “Atalanta” di contrasto alla criminalità, a sollecitare il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (UNSCR) a valutare l’opportunità di emanare risoluzioni che permettano alla comunità internazionale l’applicazione di misure in accordo con quanto stabilito dagli articoli 41 e 42 della carta delle Nazioni Unite;
a valutare l’opportunità di sollecitare l’Unione europea ad una revisione delle clausole del regolamento di “Dublino III”, che coinvolga fattivamente tutti gli Stati dell’Unione europea e non soltanto quelli maggiormente esposti ai flussi di migranti;
nel corso del dibattito svoltosi in Senato, il Presidente del Consiglio dei ministri ha confermato la necessità di una risposta organica e strategica alle stragi nel Mediterraneo, e la necessità di fornire risposte politiche per affrontare la pressione migratoria;
secondo fonti britanniche (stando alle notizie pubblicate dal quotidiano “The Guardian”), in Libia ci sarebbero “tra 450.000 e 500.000 migranti” in attesa di partire;
dalle stime in corso, riportate anche dalla stampa quotidiana, risulta che, ad oggi, sono 76.486 i migranti presenti nei centri temporanei, nei CARA, nelle diverse strutture messe a disposizioni dalle amministrazioni locali, mentre ammonterebbe a 130.000 il numero dei migranti che potrebbero arrivare in Italia entro la fine dell’anno;
dai dati del Ministero dell’interno, risulta che le persone sbarcate in Italia dal mese di gennaio 2015 ad oggi, sono 52.671;
rilevato che:
nei primi mesi del mandato, il Governo Renzi ha completamente disatteso gli impegni di vigilanza strategica assunti nel 2013 con il Governo americano;
occorre ricordare che l’operazione “Mare nostrum”, varata dal Governo Letta nell’autunno 2013, prevedeva, unitamente alle operazioni di soccorso in mare dei migranti, anche l’opzione militare, totalmente disattesa dal Governo in carica, rivelandosi totalmente inadeguata sotto il profilo della gestione delle organizzazioni criminali;
occorre, altresì, evidenziare che l’operazione “Mare nostrum” aveva un raggio di azione fino a ridosso alle coste libiche, mentre “Triton” ha come obiettivo il controllo e il pattugliamento delle frontiere dell’Unione europea;
la cessazione dell’operazione “Mare nostrum” (focalizzata su operazioni di salvataggio) e la sua sostituzione con la missione europea “Triton” (indirizzata a un maggior controllo delle frontiere), non hanno interrotto, né indebolito i flussi migratori e per tale motivo la situazione impone una ferma presa di coscienza e interventi concreti, a livello nazionale e internazionale, e richiedono una risposta europea unanime;
da tempo si sollecita la riforma del regolamento Dublino III, che stabilisce i meccanismi e i criteri di determinazione dello Stato membro competente per l’esame delle domande di protezione internazionale presentata in uno degli Stati membri da un cittadino di Paese terzo o da un apolide, riconoscendo la profonda inefficacia, con l’obiettivo di sollecitare una responsabilizzazione dei singoli Paesi europei;
tenuto conto che:
in seguito agli sbarchi menzionati, i presidenti delle regioni Lombardia, Veneto e Liguria hanno espresso le proprie rimostranze ed hanno paventato l’ipotesi di adottare provvedimenti volti alla non accettazione di nuovi immigrati nei territori delle rispettive Regioni;
in base all’ultima direttiva del Ministero dell’interno, riguardante la sistemazione di 8.406 profughi giunti sulle coste italiane negli ultimi giorni, la quota per la Lombardia era fissata a 2.116 persone e quella per il Veneto a 1.926;
tutte le iniziative e le misure poste in essere fino ad oggi, per fronteggiare e risolvere il fenomeno migratorio, non hanno avuto alcun esito positivo; al contrario, si può constatare che gli eventi degli ultimi mesi hanno determinato un peggioramento della situazione e che si è registrato l’ennesimo fallimento di una politica europea comune delle migrazioni;
il piano ipotizzato dal Presidente del Consiglio dei ministri, nel corso del vertice del G7 di Berlino (che da quanto si apprende oggi dalla stampa, potrebbe concretizzarsi un decreto-legge da adottare prima del summit UE del prossimo 25 giugno), di dare la possibilità ai comuni virtuosi, che ospiteranno i migranti, di sforare i vincoli del patto di stabilità interno, ovvero di corrispondere “misure compensative” ai comuni con i bilanci in rosso, appare assolutamente demagogico;
l’Italia non è più in grado di affrontare e gestire da sola i continui sbarchi, considerato che i centri di accoglienza ubicati sul territorio nazionale hanno raggiunto, e in taluni casi superato, le soglie di capienza,
impegna il Governo:
1) anche in vista del Consiglio europeo del 25-26 giugno 2015, ad adottare, con la massima urgenza e con assoluta fermezza, ogni utile iniziativa per dare corso agli impegni assunti nelle Aule parlamentari il 22 aprile 2015, e nello specifico:
2) a sollecitare tempestivamente la definizione di una politica europea Comune dell’immigrazione in seno al Consiglio d’Europa, per rafforzare il sistema di intelligence e per pianificare ogni azione utile volta ad un definitivo contrasto ai trafficanti di morte, considerato il totale fallimento delle proposte sulla suddivisione dei migranti, che non hanno prodotto i risultati sperati;
3) ad istituire un tavolo nazionale per l’emergenza immigrazione, con rappresentanti delle istituzioni coinvolte;
4) a prevedere che, in mancanza di un reale e concreto impegno degli altri Paesi europei, venga sottratto il costo che l’Italia sopporta per far fronte da sola all’emergenza immigrazione dal contributo che il nostro Paese versa annualmente all’Unione europea;
5) a proporre al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite una risoluzione che consenta interventi mirati sul suolo libico, anche con forze multinazionali a guida italiana, per sostenere un processo di stabilizzazione e debellare le organizzazioni criminali che organizzano i fenomeni migratori;
6) a imporre una seria discussione in seno all’Unione europea finalizzata ad una revisione delle clausole del regolamento di “Dublino III” per coinvolgere tutti gli Stati dell’Unione europea. (1-00427)
Fonte: http://banchedati.camera.it/sindacatoispettivo_17/showXhtml.Asp?idAtto=37137