Atto Senato
Presentata da: DONELLA MATTESINI
12 marzo 2015, seduta n.409
Ambito di interesse: tratta di esseri umani
MATTESINI, FEDELI, ALBANO, AMATI, ASTORRE, BATTISTA, BERTUZZI, BORIOLI, CARDINALI, CUOMO, DI GIORGI, FABBRI, FAVERO, Elena FERRARA, GAMBARO, GINETTI, GRANAIOLA, LO GIUDICE, LUCHERINI, MANASSERO, MARAN, ORRU’, PAGLIARI, PEGORER, PEZZOPANE, PUPPATO, SCILIPOTI ISGRO’, SPILABOTTE, SUSTA, VALDINOSI
– Il Senato, premesso che:
la tratta degli esseri umani è una piaga invisibile tra i fenomeni criminali internazionali più diffusi e redditizi, seconda solo al traffico di stupefacenti e di armi, con diverse decine di miliardi di dollari di profitto e la cui reale portata sfugge a causa delle sofisticate strategie di assoggettamento poste in essere dagli sfruttatori. Un crimine che porta in Italia migliaia di ragazzi provenienti da terre disagiate ed in guerra, nonché da Paesi europei, molti dei quali presi nei Paesi di origine e trasportati in Italia contro la loro volontà. Inoltre, come emerge dai dati rilevati nel tempo, anche diversi minorenni accompagnati potrebbero essere oggetto del traffico di esseri umani, stante l’incertezza sul fatto che gli accompagnatori siano realmente i genitori;
i dati delle Nazioni Unite confermano che le persone coinvolte nel traffico di esseri umani sono diverse decine di migliaia, destinate al mercato della prostituzione, del lavoro nero, senza dimenticare il traffico di organi, nonché i matrimoni forzati;
il traffico di esseri umani è una piaga che riguarda molto da vicino il nostro Paese, nonché l’intero continente europeo, come anche confermato dal “mid-term report” sulla strategia 2012-2016, pubblicato in data 18 ottobre 2014 dall’Esecutivo europeo, nell’ambito dell’ottava giornata europea contro la tratta di esseri umani;
la relazione, che riguarda il biennio gli anni dal 2010 al 2012, riporta cifre preoccupanti. Infatti, secondo quanto emerge, del numero totale delle 30.000 vittime il 69 per cento ha subito uno sfruttamento di tipo sessuale, il 19 per cento uno sfruttamento sul lavoro e il 12 per cento è stato oggetto di altre attività criminali. I bambini invece sono il 16 per cento delle vittime che hanno subito forme di sfruttamento. Altro dato significativo è il fatto che circa 7 vittime su 10 (circa il 65 per cento) siano cittadini dell’Unione europea e provengano per lo più da Paesi Bassi, Polonia, Ungheria, Romania e Bulgaria;
la situazione italiana è stata analizzata da “Greta”, il comitato che nell’ambito della convenzione del Consiglio d’Europa sulla lotta contro la tratta di esseri umani adottata a Varsavia il 16 maggio 2005 e ratificata in Italia con legge n. 108 del 2010, si occupa di monitorare lo stato di attuazione dell’accordo da parte degli Stati;
il rapporto Greta sull’Italia, presentato in data 22 settembre 2014, sottolinea come il nostro Paese abbia già con l’articolo 18 del decreto legislativo n. 286 del 1998 recante il testo unico dell’immigrazione, introdotto il permesso di soggiorno per lo straniero sottoposto a violenza o grave sfruttamento, prevedendo all’uopo specifici finanziamenti. Nel rapporto si evidenziano i passi avanti soprattutto nella costruzione di un quadro normativo articolato, grazie anche al recepimento, con il decreto legislativo n. 24 del 2014, della direttiva 2011/36/UE, relativa alla prevenzione e alla repressione della tratta di esseri umani e alla protezione delle vittime;
nel contempo si rileva altresì l’assenza di una struttura di coordinamento che coinvolga congiuntamente le autorità pubbliche e le associazioni impegnate nel settore, nonché la mancanza di una strategia nazionale unitaria e di un piano di azione;
il rapporto più specificatamente denuncia la mancanza in Italia di meccanismi adeguati all’individuazione delle vittime, nonché alla raccolta di dati qualificati. Inoltre, si sottolinea, la scarsa attenzione verso alcune tipologie di tratta, quali quelle relative agli sfruttati dal capolarato agricolo, le badanti, le collaboratrici domestiche, nonché i minori dediti all’accattonaggio. Analogamente viene ritenuta non sufficientemente adeguata l’attenzione al fenomeno del commercio degli organi. Inoltre, viene denunciata l’eccessiva lentezza dei tempi della giustizia italiana: infatti, nonostante tra il 2009 ed il 2012 migliaia di mercanti di schiavi siano stati rinviati a giudizio, ad oggi si sono registrate solo 14 sentenze di condanna nel 2010 e 9 nel 2011;
conseguentemente, il rapporto conclude chiedendo alle autorità italiane di adottare con urgenza un piano nazionale che definisca priorità, obiettivi ed attività concrete, nonché individui i soggetti responsabili per la loro attuazione. Inoltre, viene chiesto al nostro Paese di assicurare che i crimini inerenti alla tratta, qualsiasi sia il tipo di sfruttamento, vengano investigati e processati velocemente ed efficacemente, con la conseguente applicazione di sanzioni proporzionate e disincentivanti;
considerato che:
nell’ambito di questo orribile ed intollerabile nuovo commercio degli schiavi, una specifica attenzione necessita la questione dei minori. Infatti il rapporto UNODOC, ufficio delle Nazioni Unite per il controllo droga e prevenzione crimini, “Global report on trafficking in persons” presentato a Vienna il 24 novembre 2014, sottolinea come non vi sia posto al mondo al sicuro dalla tratta ed evidenzia l’aumento del 5 per cento rispetto al periodo 2007-2009, e che una vittima su 3 è un bambino;
inoltre, i dati di Eurostat individuano in circa 5,5 milioni i bambini che nel mondo sono oggetto di adozioni illegali, sfruttamento sessuale e lavorativo e riduzione in schiavitù, e l’Italia non è certamente esente da tale terribile fenomeno criminale. A tal proposito, Save the Children, nel dossier “Piccoli schiavi invisibili” presentato nell’agosto 2014, denuncia, nel triennio 2010-2012, la rilevazione in Italia di ben 6.572 persone vittime di tratta, di cui il 15 per cento bambini, pari al 22 per cento delle vittime europee;
nel dossier si legge che nel 2014 sono state assistite 1.451 vittime di tratta, di cui 88 minori, e che le nazionalità prevalenti sono Nigeria, Romania, Marocco, Egitto, Cina, Bangladesh;
dai dati in possesso del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, che il Ministro dell’interno ha evidenziato nell’audizione in Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e delle altre associazioni criminali similari a Palermo nel dicembre 2014, si evince che i minori stranieri presenti nel territorio nazionale sono alla data del 31 dicembre 2014 circa 14.243 e di questi oltre 3.00 sono irreperibili. A quanto esposto si aggiunga che dal 1° gennaio 2015 ad oggi più di 6.000 migranti sono sbarcati sulle nostre coste e di questi circa 700 sono minori;
i dati delle presenze sono sottostimati poiché non includono i minori non accompagnati comunitari, i minori non accompagnati che hanno chiesto protezione internazionale e quelli che rimangono invisibili in quanto non accedono al sistema di protezione. Si tratta, in questo ultimo caso, dei “minori in transito”, ragazzi, soprattutto afghani, che raggiungono le coste adriatiche, principalmente nascosti a bordo di auto e tir su traghetti provenienti dalla Grecia e che tentano di non essere identificati in Italia per poter raggiungere più facilmente i Paesi del nord Europa. Appare, pertanto, di tutta evidenza la mancanza di una rilevazione esaustiva del numero dei minori stranieri senza adulti di riferimento presenti in Italia e quindi più facilmente oggetto di tratta;
pertanto, appare di tutta evidenza l’improcrastinabilità di un approccio integrato nonché di una strategia generale che parta dal tema dell’accoglienza al momento dello sbarco nei nostri territori, ma che certamente non deve esaurirsi con essa, come dimostrano i dati contenuti nel “quadro europeo sulla tratta esseri umani 2010-2010”, nonché gli ultimi drammatici casi di cronaca relativi alla compravendita di minori;
il 10 luglio 2014 la Conferenza Stato-Regioni ha approvato un’intesa che ha al centro il superamento della cultura dell’emergenza, al fine di favorire una stretta collaborazione tra i diversi livelli di governo, sul modello del sistema per i richiedenti asilo e rifugiati politici. L’intesa ha finanziato per l’anno 2014 la somma di 370 milioni di euro, di cui 70 destinati ai minori, sottolineando, pertanto, le specificità di ogni intervento,
impegna il Governo:
1) ad adottare con urgenza un piano di azione nazionale contro la tratta, che definisca priorità, obiettivi, attività concreta come indicato nel rapporto Greta dalla Commissione europea, con una specifica attenzione ai minori;
2) a rafforzare, nell’ambito dell’intesa Stato-Regioni siglata il 10 luglio 2014, gli interventi inerenti ai minori, in particolare:
a) definendo standard di prima accoglienza tali da garantire a ciascun minore cure, supporto e protezione adeguati, a partire dal rispetto della normativa vigente relativa ai tempi di permanenza nei centri di primissima accoglienza;
b) uniformando le procedure di identificazione ed accertamento dell’età, con particolare attenzione nei riguardi della verifica dell’autenticità del rapporto familiare nel caso di minori accompagnati da adulti;
c) disponendo meccanismi di tracciabilità per i minori che arrivano nel nostro territorio;
d) provvedendo ad adempiere in tempi rapidi i pagamenti dovuti dallo Stato a diverse comunità della Sicilia, Campania, Puglia, che, stante il permanere dello stato di insolvenza, vedono messa a rischio la loro stessa esistenza con il conseguente venir meno di un presidio quanto mai essenziale nella lotta per l’eradicazione del fenomeno.
(1-00388)
Fonte: http://banchedati.camera.it/sindacatoispettivo_17/showXhtml.Asp?idAtto=33495