Atto Camera 4-10198
Presentata da DI BATTISTA Alessandro
5 agosto 2015, seduta n. 476
Ambito di interesse: accoglienza richiedenti Roma, Cas, Sprar
Al Ministro dell’interno. — Per sapere – premesso che:
con circolari dell’8 agosto 2014 e del 19 marzo 2014, il Ministero dell’interno ha chiesto alle Prefetture di individuare – sui territori di competenza ed in stretto accordo con gli enti locali – strutture per l’accoglienza degli stranieri, «preferibilmente non alberghiere, messe a disposizione da enti pubblici o selezionate tramite indagine di mercato del privato-sociale, dando preferenza ai soggetti con comprovata esperienza in ambito SPRAR o in progetti di accoglienza similari», da distribuirsi secondo un piano predisposto dal Ministero stesso;
l’esigenza di reperire tali nuove strutture, a giudizio della Ministero, è da rinvenirsi nell’eccezionalità degli arrivi e nell’avvenuta saturazione delle strutture sia governative che della rete SPRAR;
il successivo 9 aprile 2014 il Ministero ha adottato un’altra circolare con la quale si è proceduto ad un’ulteriore estensione del “piano straordinario” di accoglienza in carico alle Prefetture (pari a 3720 persone da distribuirsi in 74 capoluoghi);
come riportato dall’ASGI (Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione), «l’utilizzo di un nuovo piano straordinario per l’accoglienza dei richiedenti protezione internazionale in arrivo sulle coste italiane ha destato preoccupazione tra gli enti di tutela»;
in particolare si è evidenziato come tale piano straordinario di accoglienza sia «conseguenza diretta della mancata riforma di norme confuse e non coordinate tra loro e della conseguente pluriennale mancanza di un piano nazionale di accoglienza dei richiedenti asilo e di integrazione sociale dei titolari di protezione» ;
si tratta, pertanto, di strutture che nascono al di fuori della rete SPRAR e della, comunque lacunosa, normativa, disciplinante i CARA;
come riportato dai dati statistici del Ministero dell’Interno, a febbraio 2015 il numero totale delle persone accolte nei c.d. CAS era pari a 37028;
successivamente, con la circolare del 19 settembre 2014, portante n. 11225, il Ministero dell’interno ha nuovamente ampliato, di oltre 18000 posti, i centri di accoglienza straordinaria, mentre, la recente circolare n. 14906 del 17 dicembre 2014 si è occupata di dettare istruzioni: sulla gestione dei centri di accoglienza; sulla necessità di sondare le disponibilità degli enti locali ad assicurare i servizi secondo il modello SPRAR e, in via subordinata, di avviare procedure di gara per l’affidamento dei servizi ai privati; sulla durata delle convenzioni fissata al 31 dicembre 2015;
tra i centri di accoglienza «straordinari», in carico alle Prefetture, vi è anche quello, di prossima apertura, sito in Roma, nel comprensorio Casale San Nicola;
difatti, con avviso pubblico del 20 febbraio 2015, la Prefettura, Ufficio Territoriale del Governo di Roma, ha aperto una procedura volta alla conclusione di un accordo quadro per assicurare i servizi di accoglienza ai cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale e la gestione dei servizi connessi;
la gara, suddivisa in 7 lotti per un totale di euro 27.311.375 oltre IVA, è stata vinta, limitatamente al lotto 4 da 2.075.150,00 euro (CIG 614214740C), dalla Cooperativa Isola Verde;
ai sensi del predetto avviso pubblico, l’ente gestore deve garantire l’assistenza ai migranti avvalendosi di strutture con le caratteristiche che seguono: munite di destinazione urbanistica compatibile con il servizio oggetto di gara; che rispettino la normativa vigente in materia residenziale, sanitaria, di sicurezza antincendio ed antiinfortunistica; situate in località ben collegate da trasporto pubblico e privato;
sempre ai sensi dell’avviso di gara, la prefettura di Roma si è riservata «di verificare l’idoneità dei locali in cui saranno svolti i servizi oggetto del presente avviso e di non procedere all’aggiudicazione ai sensi delle disposizioni dell’articolo 81, comma 3 del decreto legislativo 163 del 2006. Tale idoneità deve essere intesa in senso generale e riguarda tutti gli aspetti tecnici, amministrativi, logistici e ambientali» ;
la verifica di idoneità, poi, si chiarisce nel bando, «è di esclusiva competenza e ad insindacabile giudizio della Prefettura di Roma»;
l’interrogante è venuto a sapere, per averlo appreso da alcune segnalazioni ricevute, che la struttura indicata dalla società aggiudicatrice dell’appalto, lotto 4, potrebbe risultare inidonea all’accoglienza dei migranti;
i locali individuati dall’ente gestore, siti all’interno del Comprensorio Casale di San Nicola, Municipio di Roma XIV, fanno parte di un edificio a lungo tempo adibito a istituto scolastico, il Socrate;
la struttura di accoglienza verrebbe collocata in un contesto territoriale e sociale assolutamente incompatibile con una reale accoglienza ed integrazione dei richiedenti asilo e dei rifugiati e, per tale ragione ha incontrato la ferma opposizione di cittadini, comitati e associazioni operanti nel quartiere;
innanzitutto i 100 migranti verrebbero ad integrarsi in un comprensorio, di ridotte dimensioni, abitato da circa 250 famiglie;
il quartiere, inoltre, è caratterizzato da gravi carenze di infrastrutture e di servizi:
le strade del comprensorio (sia quella principale che quelle limitrofe) sono prive di illuminazione e di marciapiedi per il transito di pedoni nonché prive degli scarichi per le acque meteoriche;
non esiste, all’interno del comprensorio ed anche nelle vicinanze, alcun sistema di trasporto pubblico;
i più vicini esercizi commerciali (negozi, bar, farmacie, alimentari) si trovano addirittura a 4-5 Km di distanza;
a ciò si aggiunga che i richiedenti protezione internazionale verrebbero ospitati all’interno di un edificio, sito in Via Casale di San Nicola n. 150, in origine utilizzato come casale agricolo e per diversi anni, come detto, adibito a scuola per bambini (la “Socrate”);
i residenti si sono accorti dell’imminente apertura della struttura soltanto chiedendo informazioni ad alcuni operai che stavano provvedendo ad effettuare lavori di adeguamento e ristrutturazione del predetto edificio;
come riportato da alcuni esposti presentati dal comitato cittadino casale di San Nicola tali lavori, sono iniziati nel più totale anonimato, senza che fosse esposto alcun cartello sulla tipologia dei lavori e sulla ditta esecutrice, nonché in assenza dei dispositivi di sicurezza per i lavoratori (guanti, casco, calzature di sicurezza);
in una relazione tecnica, presentata il 19 maggio 2015 al Municipio XIV di Roma, vengono anche evidenziate tutte una serie di problematiche burocratiche-amministrative dello stabile di Via Casale San Nicola 150;
nella relazione tecnica si riportano, ad esempio, alcune note sulla destinazione d’uso dell’edificio che, essendo stato adibito a scuola, necessiterebbe «di passaggi di trasformazione amministrativa, impiantistica e strutturale che non sembrano essere stati affrontati in modo corretto»;
vengono altresì evidenziate incongruenze relativamente all’impianto di smaltimento liquami (che, nella scuola «Socrate» era dimensionato per soli 25 utenti, a fronte delle circa 100 persone che dovrebbe ospitare la struttura di accoglienza), nonché in relazione alla necessità che venga realizzato un idoneo impianto di prevenzione incendi (anche alla luce del fatto che il tetto dell’immobile è in legno);
altre irregolarità, menzionate sempre nella relazione, riguarderebbe la possibile mancanza di pratiche amministrative in merito alla denuncia per l’esecuzione dei lavori;
tali irregolarità di tipo amministrativo sembrano essere state confermate dalla Presidente della Commissione garanzia e trasparenza di Roma Capitale, Lavinia Mennuni, la quale, come riportato da organi di informazione, avrebbe dichiarato che potrebbero esserci alcune mancanze nell’ambito delle necessarie autorizzazioni amministrative relative casale prescelto, e che gli Uffici Tecnici del Municipio avrebbero segnalato come sembrerebbero non esserci una serie di permessi relativi all’impianto fognario e a quello antincendio e sarebbe altresì mancante una autorizzazione della Sovraintendenza;
senza contare che l’immobile de quo è stato raggiunto da un sequestro effettuato dalla polizia municipale di Roma Capitale, dovuto, come riportato da organi di, stampa, al fatto che la Soprintendenza avrebbe sollevato un problema di vincolo paesaggistico;
l’immobile è stato poi dissequestrato in data 6 luglio 2015;
alla luce di quanto appena esposto sono molti gli aspetti che fanno dubitare sulla effettiva idoneità della struttura ad una reale e proficua integrazione dei rifugiati, soprattutto in considerazione di quanto specificano nel bando (ai sensi del quale, come si è visto, la verifica di idoneità deve riguardare tutti gli aspetti tecnici, amministrativi; logistici e ambientali);
nonostante le problematiche evidenziate il Prefetto di Roma ha però dichiarato la struttura idonea;
altro aspetto da sottolineare è l’assoluta mancanza di coinvolgimento dei residenti nella scelta del centro di accoglienza;
nel caso di specie, la cittadinanza interessata dall’attivazione del centro di accoglienza, è stata completamente tenuta all’oscuro dell’apertura e dell’ubicazione della struttura, come denunciato dai comitati e dalle associazioni locali;
per quanto è dato sapere la Prefettura non ha mai interpellato e/o coinvolto gli abitanti del quartiere, che si sono visti aprire il centro di accoglienza da un giorno all’altro, senza passare per un opportuno tentativo di mediazione con la cittadinanza che, probabilmente, avrebbe evitato la situazione di tensione dei giorni scorsi;
gli abitanti del comprensorio, difatti, nonostante tutte le difficoltà e le problematiche evidenziate, hanno comunque manifestato una loro disponibilità ad accogliere i richiedenti asilo, purché si tenga conto di poche, e non così irragionevoli condizioni, come la necessità che l’apertura del centro di accoglienza sia limitata ad un ristretto lasso di tempo e che, presso la struttura, trovino ingresso famiglie e comunque, in egual misura, migranti di genere sia maschile che femminile;
fermo restando che l’utilizzo di procedure emergenziali non potrà mai portare ad una reale integrazione dei migranti, l’interrogante, ritiene opportuno, anche e soprattutto ai fini di una maggiore integrazione dei richiedenti asilo e dei rifugiati, che ogni procedura volta ad affidare la gestione di strutture di accoglienza di migranti, preveda una necessaria fase almeno di informazione della cittadinanza, se non di vera e propria consultazione –:
se sia a conoscenza dei fatti descritti in premessa;
quali, iniziative di atti di competenza intenda adottare al fine di dettare una disciplina uniforme in materia di immigrazione volta a superare l’adozione di piani straordinari;
se intenda chiarire come verrà gestita l’emergenza immigrazione successivamente alla scadenza dell’accordo quadro tra prefettura di Roma e i diversi soggetti economici per il periodo 1o maggio 2015-31 dicembre 2015, specificando se verranno aperte nuove procedure di gara volte alla conclusione di accordi quadro o se interverranno proroghe dell’attuale bando;
per quali ragioni il Ministero abbia deciso di adottare un nuovo circuito straordinario di accoglienza a carico delle prefetture e perché non si è proceduto ad un immediato ampliamento della rete SPRAR;
se intenda chiarire, in ogni caso, in relazione al circuito SPRAR per il triennio 2017-2019, il numero dei posti per l’accoglienza, nonché l’importo e provenienza dei fondi erogati;
se, in relazione al bando della prefettura di Roma del 20 febbraio 2015, il Ministero abbia proceduto a verificare se le onlus, le associazioni e le cooperative vincitrici siano o meno direttamente o indirettamente coinvolte nelle indagini di «Mafia Capitale» se intenda riferire gli esiti” di tali verifiche;
se, con riguardo alle verifiche di idoneità della struttura oggetto di sindacato ispettivo, la prefettura di Roma si sia avvalsa di tecnici e quali siano, eventualmente, le risultanze dei sopralluoghi effettuati;
se corrisponda al vero la circostanza che alcun tentativo di mediazione con i residenti del comprensorio Casale San Nicola sia stato effettuato e se non intenda procedere nell’immediato ad ascoltare le ragioni degli abitanti del quartiere;
se non intenda introdurre, in relazione ad ogni procedura volta ad affidare la gestione di strutture di accoglienza di migranti, l’obbligo, in capo alla stazione appaltante, di procedere ad una fase almeno di informazione della cittadinanza ed, eventualmente, di realizzare un vero e proprio processo partecipativo dei cittadini interessati dall’apertura di nuovi centri.
L’atto è disponibile presso la banca dati della Camera:
http://banchedati.camera.it/sindacatoispettivo_17/startpage.asp