Atto Camera 4-10098
Presentata da PORTA Fabio
3 agosto 2015, seduta n. 474
Ambito di interesse: immigrazione e microcredito
Al Ministro dell’economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
il microcredito negli ultimi decenni si è progressivamente affermato come un importante volano di promozione umana e di sviluppo sociale a partire dalle realtà alle prese con problemi di sviluppo ancora aperti, ma in modo crescente anche in aree più avanzate, soprattutto se interessate da processi di crisi di non breve durata e da fenomeni di immigrazione;
le finalità principali delle attività di microcredito, com’è risaputo, sono l’inclusione sociale di soggetti in condizione di disagio e a rischio di marginalità e la promozione d’impresa e di «autolavoro» per coloro che nel contesto di vita stentano ad intercettare opportunità di iniziativa imprenditoriale e di occupazione;
in Italia, nell’ultimo decennio, gli spazi di applicazione di tale forma di intervento si sono notevolmente ampliati a seguito dei processi di crisi che hanno determinato da un lato un’area di povertà assoluta calcolata dagli istituti statistici in 4 milioni di persone e di povertà relativa di 8 milioni di soggetti, dall’altro una disoccupazione giovanile che coinvolge direttamente circa la metà dei giovani in condizione di lavoro e un saldo negativo di 134.000 piccole imprese tra il 2006 e il 2013; ad essi, si aggiunge un consistente numero di persone, dotate di esperienze e competenze, che hanno perduto il lavoro in età avanzata e che incontrano particolari difficoltà di reinserimento;
il nostro Paese, inoltre, è meta di costanti flussi di immigrazione che, nonostante la crisi, hanno portato la presenza degli stranieri nel territorio nazionale a circa 5 milioni di persone, per le quali si pongono evidenti esigenze di inclusione e di integrazione nel tessuto economico e sociale; esso, inoltre, ha un crescente interesse a rafforzare le politiche di promozione dello sviluppo e di cooperazione con i popoli che risiedono in aree di alto valore strategico, quali l’Africa, il Medio Oriente e l’America meridionale;
in Italia, pur operando dal 2006 al 2010 un Comitato di coordinamento nazionale e dal 2010 l’Ente nazionale del microcredito, lo sviluppo delle attività in questo settore, anche se registra indici positivi, è ancora distante dalle notevoli potenzialità che per diversi soggetti e in diversi campi si manifestano nella triplice direzione del sostegno sociale, della promozione di piccole imprese e «autolavoro» e della cooperazione allo sviluppo;
nel quadriennio 2011-2014 le domande di microcredito valutate sono state 77.500, di cui accolte 34.000 (43,9 per cento) per un ammontare di 360 milioni di euro; nel 2014 i microcrediti concessi ammontano a 11.500, di cui una metà per finalità sociali e una metà per finalità produttive, con la differenza che nel primo caso è stato soddisfatto oltre il 70 per cento delle domande, mentre nel secondo non si è arrivati ad un terzo, nonostante che quelli sociali siano stabili nel tempo e gli altri registrino una crescita del 75 per cento;
quanto ai partner, gli istituti bancari hanno un ruolo rilevante, gli enti religiosi, il terzo settore e i privati intervengono per un terzo delle iniziative mentre le società pubbliche hanno uno spazio ancora limitato;
ancora basso risulta il ricorso e l’utilizzazione degli strumenti micro finanziari messi a disposizione dalla Unione europea, che dovrebbero vedere una più estesa e incisiva propagazione e una più completa integrazione con gli strumenti operanti in ambito nazionale e regionale;
alla luce di tale pur sommario quadro, sembra evidente l’esigenza di un ruolo più convinto e attivo della mano pubblica, in termini di informazione e promozione, di sostegno alla presentazione delle domande e dei progetti e di accompagnamento, tramite un’estesa ed efficiente rete di servizi bancari ed extrabancari, delle attività intraprese a seguito di concessione di microcrediti;
la recente emanazione del regolamento di applicazione del decreto-legge n. 201/2011 che all’articolo 39, comma 7-bis dispone che una quota delle disponibilità finanziarie del Fondo centrale di garanzia a favore delle PMI sia riservata a interventi di garanzia per il microcredito, apre più i ampie prospettive e produce un cambio di passo delle metodologie di intervento, nonché a una più incisiva presenza dei soggetti che operano in questo campo;
alla luce delle dinamiche in atto e delle prospettive indicate, sembra non differibile una approfondita verifica della effettiva rispondenza degli strumenti esistenti alle finalità prefissate, e una riconsiderazione generale circa l’adeguatezza dell’ente per il microcredito ai compiti istituzionali che lo statuto gli assegna –:
quali iniziative intenda assumere per dare impulso a un settore di intervento di crescente peso in ordine alle diffuse necessità di inclusione sociale, di promozione di microimprese, soprattutto in questa fase di iniziale ripresa economica, e di presenza solidale in aree del mondo con significativi problemi di arretratezza e sottosviluppo;
se non intenda verificare l’attendibilità delle ricorrenti segnalazioni di stampa in ordine allo squilibrio esistente nell’attività dell’Ente per il microcredito tra le spese di ordine amministrativo, di consulenza e di organizzazione di eventi e quelle di intervento diretto, fornendo agli interroganti, e comunque rendendo pubblici, i dati relativi alle risorse utilizzate dall’ente, con la specificazione del rapporto percentuale tra costi di gestione e spese totali attuali e futuri, tenendo conto di quanto accertato dalla Corte dei Conti, in sede di verifica e controllo, nello stesso tempo, si intenda favorire una gestione sempre più basata su presupposti di competenza e professionalità;
se, in particolare, non ritenga di promuovere, anche alla luce degli esiti dell’incontro sul microcredito svoltosi presso la Camera dei deputati alla presenza della Presidente della Camera, un tavolo permanente di coordinamento e di concertazione dei diversi soggetti che agiscono in questo campo al fine di razionalizzarne l’intervento e di ottimizzarne i risultati, anche attraverso il rafforzamento di una rete di sostegno e servizi che possano concorrere a espandere e a stabilizzare le iniziative.
L’atto è disponibile presso la banca dati della Camera:
http://banchedati.camera.it/sindacatoispettivo_17/startpage.asp