Atto Camera
Presentata da: LABRIOLA Vincenza
16 marzo 2015, seduta n. 392
Ambito di interesse: asilo politico, migrante, professioni paramediche
LABRIOLA. — Al Ministro dell’interno . — Per sapere – premesso che:
secondo notizie derivanti da fonti giornalistiche, il Viminale avrebbe scelto il porto di Taranto per realizzare un «hub» di identificazione degli immigrati il cui arrivo dalla Libia è previsto nei prossimi mesi;
sulla base di quanto scritto in due articoli pubblicati sull’edizione on-line del Corriere del Mezzogiorno e del Corriere di Taranto, rispettivamente del 10 marzo e dell’11 marzo, in questo modo il Ministero dell’interno si prepara a fronteggiare l’ennesima emergenza legata all’immigrazione, ma al momento l’unica cosa certa è che l’autorità portuale e la capitaneria di porto di Taranto dovranno allestire celermente un’area capace di accogliere almeno 500 persone per un periodo di tempo che, ai sensi della vigente normativa, va delle quarantotto alle settantadue ore;
a Taranto, secondo quanto comunicato, seppur in via ufficiosa, dallo stesso Ministro dell’interno, arriveranno da Lampedusa i profughi per i quali solo successivamente alla «schedatura», verrà valutata la richiesta d’asilo e la destinazione finale;
entrambi gli articoli sottolineano come per il Ministero dell’interno la scelta di Taranto sia già definitiva, mentre le istituzioni cittadine restano possibiliste in quanto dichiarano di non aver ricevuto alcuna comunicazione ufficiale al riguardo, e sollecitano, allo stesso tempo, un incontro «ormai indifferibile» con il Governo «per delineare le misure per la gestione dell’emergenza e linee operative condivise per organizzare le migliori condizioni di accoglienza» che tenga conto delle urgenze umanitarie ma anche delle peculiarità e della gravosità dell’impegno per i soggetti coinvolti;
a questo proposito stanno aumentando perplessità e scetticismo in relazione all’opportunità di insediare nel porto di Taranto un hub per i migranti;
ricordiamo che il porto di Taranto è già stato utilizzato come centro di identificazione profughi;
solo pochi giorni fa, l’8 marzo il Presidente del Consiglio dei ministri Renzi in un tweet ribadiva il suo impegno per la soluzione della questione meridionale, annoverando Taranto tra i progetti sui quali puntare per la rinascita del Mezzogiorno;
in questo quadro il decreto-legge 5 gennaio 2015, convertito con modificazioni dall’articolo 1, comma 1, della legge 4 marzo 2015, n. 20 — l’ultimo, in ordine cronologico, dei provvedimenti urgenti emanati per imprimere, nelle intenzioni dell’Esecutivo, una svolta nella vicenda dell’Ilva e della città di Taranto – reca misure per la riqualificazione della città vecchia e per il rilancio del porto e dell’Arsenale militare, in un’ottica di sviluppo della città;
appare incomprensibile come possa coniugarsi la riqualificazione della città in un’ottica di sviluppo con l’insediamento di un centro di identificazione per migranti nel porto di Taranto;
è parere dell’onorevole interrogante che il Governo stia navigando a vista nella gestione del problema dell’immigrazione e manchi di una politica concreta nella gestione della crisi libica –:
quali siano gli elementi del piano che prevede di insediare nel porto di Taranto un centro di identificazione per immigrati e se siano state individuate le risorse necessarie alla sua realizzazione, affinché siano tutelati sia i diritti umani dei migranti che l’avvio del processo di riqualificazione della città – e del porto in particolare – per troppo tempo atteso e sul quale i cittadini di Taranto confidano per il riscatto della loro città. (4-08434)
Fonte: http://banchedati.camera.it/sindacatoispettivo_17/showXhtml.Asp?idAtto=33571