Atto Camera
Presentato da: RIZZO Gianluca
11 febbraio 2015, seduta n. 375
Ambito d’interesse: asilo politico
Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell’interno . — Per sapere – premesso che:
il Centro d’accoglienza per richiedenti asilo (CARA) di Mineo è la più grande struttura in Europa di accoglienza extracomunitari richiedenti asilo, nato a seguito dell’emergenza immigrati decretata dall’allora Presidente del Consiglio dei ministri Silvio Berlusconi il 18 febbraio 2011 e del decreto ministeriale dell’allora Ministro dell’interno Roberto Maroni il 30 marzo 2011;
il 28 giugno 2011 venne nominato l’allora presidente della provincia di Catania, Giuseppe Castiglione, in qualità di soggetto attuatore a gestire l’emergenza nel centro Cara di Mineo, con decreto del commissario delegato;
nella stessa data, nasce il consorzio «Catatino Terra d’accoglienza», con atto pubblico notarile, inizialmente composto tra gli altri dai comuni di Mineo, Ramacca, Vizzini, San Michele di Ganzaria e San Cono, che vedeva l’ex presidente della provincia di Catania ed attuale Sottosegretario all’agricoltura Giuseppe Castiglione ricoprire il ruolo di presidente del consiglio di amministrazione sino al 19 luglio 2013, ruolo attualmente ricoperto dal sindaco di Mineo, avvocato Anna Aloisi;
dal 30 giugno 2014 il Centro d’accoglienza per richiedenti asilo di Mineo è gestito da un consorzio di aziende di cui capofila è la cooperative sociali Casa della Solidarietà insieme alle imprese Senis Hospes, Sol.Calatino, SISIFO, Cascina Global Service, Impresa Pizzarotti e Croce rossa italiana;
il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR) è costituito da una rete di enti locali che, per la realizzazione di progetti di accoglienza integrata, accedono, nei limiti delle risorse disponibili, al Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo gestito dal Ministero dell’interno;
nel territorio del Calatino, da quanto di conoscenza degli interroganti, tre comuni hanno ottenuto finanziamenti per i progetti sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, Caltagirone, Vizzini e Ramacca;
il soggetto attuatore dei progetti SPRAR nei comuni di Caltagirone e Vizzini è il Consorzio Sol.Calatino S.C.S., già membro della cordata di imprese che gestiscono il Centro d’accoglienza per richiedenti asilo di Mineo, di cui il rappresentante legale è il signor Paolo Ragusa. Il comune di Ramacca ha, invece, individuato il soggetto attuatore che dovrà occuparsi, nel concreto, della gestione dei richiedenti asilo in una cooperativa di Acireale;
gli interroganti hanno depositato atti di sindacato ispettivo relativi al Centro d’accoglienza per i richiedenti asilo di Mineo, (interrogazioni a risposta scritta nr.4-03882, 4-04219) e agli Sprar presenti nel territorio del Calatino (interrogazioni a risposta scritta nr. 4-02370, 4-05019) ai quali non hanno ricevuto risposta;
gli interroganti hanno, altresì, presentato richiesta di accesso agli atti al consorzio «Calatino Terra d’Accoglienza», ai comuni di Caltagirone, Vizzini e Ramacca e alle prefetture di Catania e Siracusa utili a delineare un quadro completo della gestione dell’accoglienza nel territorio siciliano;
il 3 dicembre 2014 si apprese da organi di stampa, che, a seguito dell’inchiesta della magistratura romana «Mondo di mezzo», venne arrestato il dottor Odevaine che ricopriva incarico di «esperto» del presidente del Consorzio «Calatino Terra d’accoglienza», avvocato Anna Aloisi;
così come riportato dall’articolo di Palermo.Repubblica.it del 15 gennaio 2015, si apprendeva che le procure di Catania e di Caltagirone aprivano due distinti fascicoli d’inchiesta per far luce sul maxi sistema di tangenti e corruzione già nota come «Mafia Capitale» e che aveva già acceso i riflettori sul centro di accoglienza di Mineo. «Le inchieste, contro ignoti e ancora senza indagati, puntano a far luce su un “Sottosistema” di corruzione, malaffare e appalti truccati che coinvolgerebbe politici, mafiosi e uomini d’affari che del sistema dell’accoglienza dei migranti hanno fatto un business ad alto reddito»;
il 3 febbraio 2015, sulla testata giornalistica online Sudpress.it, viene pubblicato un articolo, a firma del giornalista Pierluigi Di Rosa, dal titolo «Il sindaco di Ramacca a SUDPRESS: “Ve lo spiego io cos’è il CARA di Mineo”, dal quale emergono una serie di dichiarazioni del sindaco della cittadina del Calatino l’avvocato Franco Zappalà. In merito alla gestione degli SPRAR nel Calatino e del CARA di Mineo il sindaco Zappalà dichiara che da almeno due anni ha depositato in procura documenti che proverebbero quelle che lui stesso definisce “porcherie” commesse da alcuni dei sindaci consorziati. Il sindaco si sofferma, in particolare, su come si sia determinato il totale controllo della gestione del CARA di Mineo e dei progetti Sprar, affidati dal Ministero dell’interno, da parte di una cordata di personaggi siciliani tra cui il signor Paolo Ragusa, rappresentante legale del Consorzio “Sol Calatino soc.coop.sociale” e come a quest’ultimo facciano riferimento tutti gli SPRAR dei comuni consorziati, ad eccezione di quello, appunto, di Ramacca. Proprio per essersi rifiutato di far parte del “Sistema di Paolo Ragusa” il sindaco Zappalà sostiene di aver dovuto pagare un prezzo, molto alto, rimanendo “fuori dal sistema delle assunzioni e forniture”. Sempre nell’intervista a Sudpress, il sindaco Zappalà dichiara: “L’unico elemento che sul Cara ha fatto battaglie sono io, a partire dalla formazione del CdA, come è nato il CARA, sugli Sprar, ma sapete cosa c’è sugli Sprar ? Ci sono i delinquenti che hanno fatto i traccheggi”. Per Zappalà “tutti i comuni del Calatino, tutti i comuni, nessuno escluso, hanno fatto gli SPRAR con Sol Calatino di Paolo Ragusa e con Vizzini (la città) nel mezzo, tutti tranne un solo comune che si è rifiutato, Ramacca, che non si è piegato a questa logica, io mi sono rifiutato di avere a che fare con tutta questa roba qua. CARA è mafia capitale, perché se il male è il Cara ed è Mafia Capitale, io non ho voluto avere rapporti con questi qua, loro mi hanno punito per questo hanno fatto un mare di assunzioni con Pippo Limoli (ex consigliere regionale siciliano nelle file del Pdl) e il Nuovo Centro Destra per punirmi perché non mi sono piegato alla loro logica, quindici sindaci, tutti i comuni del Calatino, tutti, hanno fatto lo Sprar con Paolo Ragusa, Sol Calatino e Vizzini come comune capofila, un solo pazzo si è rifiutato, io, e me l’hanno fatta pagare. Io sono l’unico che è fuori dal sistema del malaffare”. Anche sulle origini del consorzio il sindaco di Ramacca racconta la sua versione, a partire dal delicato momento del passaggio della gestione dal soggetto attuatore nella prima fase di emergenza, Giuseppe Castiglione, alla costituzione del vero e proprio consorzio, con il tentativo da parte di alcuni di mantenerne il controllo. “C’era un disegno criminale – sostiene il sindaco di Ramacca – per escludere tutti i comuni per poi chiudersi un accordo, soprattutto con Vizzini (la città) al centro di questo ragionamento (…).” I momenti più importanti — spiega Zappalà – sono stati la gara e l’assunzione di Odevaine. “Premesso che tutte queste cose sono state trasmesse alla procura della Repubblica non oggi perché avete fatto gli articoli; ma a suo tempo, quando ero solo, sparlato da quelli che non mi facevano fare assunzioni, tutte le forniture, io ero tagliato fuori da tutto perché ero a libro nero.” Per poter garantire i servizi di gestione del CARA del valore di centinaia di milioni di euro, viene chiesto un “parere costato venti mila euro per sapere se potevano fare un affidamento diretto all’ATI precedente, ma gli avvocati non se la sono sentita di avallare questa ‘porcheria’, ad interessarsi a questo parere è personalmente Odevaine…”. “La fretta che loro avevano (nell’assunzione di Odevaine), l’urgenza era di calarlo nella commissione di gara, questo è quello che è emerso, alla fine ha partecipato di fatto una sola ditta quindi non c’era pericolo, ma loro si erano premuniti e guarda caso il funzionario era uno di Vizzini (la città), che faceva parte della commissione di gara, l’altro era Odevaine e l’altro il direttore Ferrera (attuale direttore generale del CARA di Mineo). Tutti questi atti, dall’assunzione di Odevaine alla gara sono stati trasmessi alla Procura a suo tempo, non ora che è scoppiato lo scandalo.” E qui il sindaco di Ramacca mostra dei verbali di CdA in realtà mai pubblicati dal consorzio perché “il presidente (Anna Aloisi) non vuole che si pubblichino, non li approva, fa ostruzionismo”. “Quando si è cominciato a parlare di Sprar io non ho permesso a quest’ATI, a Sol Calatino, a Paolo Ragusa di mettere piede nel mio comune, io faccio patti col diavolo, ma a te non ti faccio entrare perché so chi siete voi, so cosa portate voi di corruzione, di condizionamento politico, eccetera. L’unico Sprar tra 15 comuni che non fa parte della cosca Cara Mafia Capitale è il mio”» –:
se quanto affermato dal sindaco di Ramacca corrisponda al vero e, in caso affermativo, quali provvedimenti intenda assumere anche tenendo conto del fatto che l’intervista chiama in causa pesantemente un rappresentante del Governo, l’on. Castiglione;
se non ritenga urgente attivarsi, anche mediante un’ispezione ministeriale, alla luce delle dichiarazioni del sindaco di Ramacca, Avvocato Zappalà, per fare chiarezza sulle modalità di affidamento degli Sprar di Mineo, Vizzini e Caltagirone;
se non ritenga urgente valutare la sussistenza dei presupposti per recedere dalla convenzione in essere con il consorzio «Calatino Terra d’Accoglienza» alla luce di quanto segnalato in premessa. (4-07918)
Fonte: http://banchedati.camera.it/sindacatoispettivo_17/showXhtml.Asp?idAtto=31673