Atto Senato 4-04248
Presentata da LUIGI MANCONI
8 luglio 2015, seduta n.479
Ambito di interesse: diritti umani Rom, sgombero insediamenti rom Cosenza
Al Ministro dell’interno – Premesso che a quanto risulta all’interrogante:
nella città di Cosenza esistono 2 strutture informali in cui abitano circa 500 persone rom: 400 nel campo di Vaglio Lise e 100 nella struttura Ferrotel. Si stima inoltre che, tra questa popolazione, siano presenti tra i 150 e i 200 minori;
uno dei 2 insediamenti è di proprietà di Rete Ferroviaria italiana SpA, che ne ha chiesta la restituzione, mentre l’altro è adiacente alla stazione. Il giorno 23 maggio 2015, il Tar della Calabria, con ordinanza n. 227/2015, ha intimato al Comune di Cosenza l’immediata restituzione degli spazi, indicando quale commissario ad acta per eseguire lo sgombero il Prefetto di Cosenza;
le associazioni che si stanno interessando della questione (Lav Romano, Scuola del Vento, Fondazione Romanì Italia, OsservAzione e lo European Roma Rights Centre) hanno chiesto e ottenuto un incontro in Prefettura da cui è emersa l’impossibilità di rinviare lo sgombero, mentre è stata accolta la proposta di aprire un coordinamento comunale permanente;
il giorno 25 giugno hanno avuto inizio le attività di sgombero, ma le associazioni lamentano che: nessuna delle persone interessante dal provvedimento è stata avvertita; il Comune, come unica soluzione alternativa, ha proposto la costruzione di una tendopoli, atta a ospitare 400 delle 500 persone coinvolte;
la maggior parte dei rom vive stabilmente a Cosenza da circa 10 anni. Il piano di fornire delle tende, come soluzione abitativa temporanea, invece che adeguate alternative abitative come il sostegno all’affitto o il social housing, potrebbe presentare diversi profili di illegalità: la Direttiva europea 2000/43/CE, che garantisce il principio della parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla razza e dall’origine etnica, proibisce specificatamente la discriminazione razziale in materia di alloggio; inoltre, la soluzione prospettata dal Comune di Cosenza contraddice anche quanto stabilito dalla “Strategia Nazionale di Inclusione dei Rom, dei Sinti e dei Camminanti” in merito al coinvolgimento delle comunità rom nell’elaborazione dei piani che le riguardano;
si ricorda infine anche che l’Italia ha ratificato la Convenzione sui diritti del fanciullo la quale prevede, tra l’altro, nel rispetto dell’interesse superiore del fanciullo, la continuità nella sua educazione,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non intenda verificare i fatti accaduti a Cosenza e intervenire, per quanto di competenza, per garantire i diritti umani fondamentali nonché il rispetto della Direttiva europea citata e della “Strategia Nazionale di inclusione dei rom, sinti e caminanti”, prestando particolare attenzione alla tutela dei minori coinvolti.
L’atto è disponibile presso la banca dati della Camera:
http://banchedati.camera.it/sindacatoispettivo_17/startpage.asp