Atto Camera 4-04081
Presentata da ALDO DI BIAGIO
10 giugno 2015, seduta n.462
Ambito di interesse: asilo, sistema di accoglienza, Mafia Capitale
DI BIAGIO – Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro del lavoro e delle politiche sociali – Premesso che:
le dinamiche correlate all’inchiesta di “Mafia Capitale” e le ulteriori determinazioni della seconda fase dell’inchiesta emerse nell’ultime ore stanno evidenziando in maniera vistosa una fitta rete coinvolgente politici e referenti del mondo dell’associazionismo e delle cooperative, operanti nella solidarietà che lascia emergere una trama di interessi e affari illeciti che sembrano trovare nel business dell’accoglienza una fonte inesauribile di sostentamento;
stando a quanto emerso nell’ambito dell’inchiesta e con riferimento a quanto riportato dai media è stata accertata la “centralità, nelle complessive dinamiche dell’organizzazione mafiosa diretta da Massimo Carminati, di Salvatore Buzzi”, ritenuto “riferimento di una rete di cooperative sociali che si sono assicurate, nel tempo, mediante pratiche corruttive e rapporti collusivi, numerosi appalti e finanziamenti della Regione Lazio, del Comune di Roma e delle aziende municipalizzate”;
sebbene l’ambito di azione entro il quale i suddetti profili operavano fosse quello dell’illecito (sottolineato anche dagli inquirenti) che afferiva all'”accoglienza dei profughi e dei rifugiati, raccolta differenziata e smaltimento dei rifiuti, manutenzione del verde pubblico” e ad altri settori oggetto di gare pubbliche, come ad esempio “i lavori connessi all’emergenza maltempo a Roma e le attività di manutenzione delle piste ciclabili”, appare evidente che il business dell’emergenza migranti rappresenta un versante di intervento preferenziale, configurandosi come un nuovo ed attraente bacino di speculazione economica, nel quale trovano spazio realtà operanti nell’illecito, nel silenzio e talvolta nella connivenza delle istituzioni;
l’inchiesta e tutti i suoi evidenti riverberi lascia emergere la sussistenza di uno scenario normativo incerto e lacunoso, entro il quale sembrano operare talune cooperative sociali, in particolare sussistendo le condizioni di emergenza e soprattutto la messa in disponibilità di ingenti risorse da parte dello Stato destinate a fronteggiarla;
dall’inchiesta emergono anche vistose anomalie concernenti il lavoro del Tavolo di coordinamento nazionale sull’accoglienza per i richiedenti e titolari di protezione internazionale, presso il Ministero dell’interno, nelle dinamiche di assegnazione dei flussi di immigrati a determinate strutture e conseguente riconoscimento di cospicue somme per la gestione degli immigrati assegnati;
sembra rilevante evidenziare, come ulteriore elemento correlato ai riverberi della citata inchiesta, che appare verosimile che il venir meno della presenza pubblica della Croce rossa italiana, attualmente privatizzata nelle sue strutture locali e provinciali, in comparti operativi delicati, come la gestione dei centri di accoglienza per i richiedenti asilo, rischia di alimentare la “degenerazione” speculativa relativa al business della gestione migranti, essendo di fatto scoperto un teatro di azione precedentemente di legittima competenza della CRI, ed attualmente alla mercé di soggetti privati potenzialmente incappabili in reti operative promiscue sotto il profilo legale. Pertanto l’inchiesta testimonierebbe, tra le altre cose, quanto possa essere deleterio in termini di risvolti pratici sul versante della qualità, della correttezza e della operatività il processo di privatizzazione della CRI;
sebbene non si intenda trascurare il valore sociale delle cooperative segnatamente sul fronte dell’erogazione di servizi e del sostegno al disagio sociale, soprattutto in questo delicato momento storico, non si può tralasciare che l’attuale scenario normativo rischia di legittimare una degenerazione operativa delle stesse come l’attualità sta dimostrando;
data la delicatezza delle argomentazioni nonché le criticità emerse nel corso dell’inchiesta, sarebbe prioritario avviare una riforma della disciplina vigente in materia di funzionamento delle cooperative sociali soprattutto per quanto riguarda la partecipazione a gare pubbliche e alle dinamiche di assegnazione di fondi, segnatamente in scenari di gestione di budget nell’ambito di iniziative correlate alla gestione dell’emergenza migranti, nonché l’esigenza di un monitoraggio stringente sull’operato delle cooperative e sociali e la rispondenza delle attività a determinati standard qualitativi e quantitativi;
attualmente è in discussione al Senato, in seconda lettura, il disegno di legge recante “Delega al Governo per la riforma del terzo settore, dell’impresa sociale e per la disciplina del servizio civile universale”, che prevede il conferimento al Governo di “apposite deleghe, volte a introdurre misure per la costruzione di un rinnovato sistema che favorisca la partecipazione attiva e responsabile delle persone, singolarmente o in forma associata, per valorizzare il potenziale di crescita e occupazione insito nell’economia sociale e nelle attività svolte dal cosiddetto Terzo settore, anche attraverso il riordino e l’armonizzazione di incentivi e strumenti di sostegno”,
si chiede di sapere:
quali iniziative si intendano intraprendere al fine di avviare una verifica dell’operato delle società, associazioni, cooperative sociali destinatarie dei fondi nell’ambito della gestione dell’emergenza migranti;
se si intendano rivedere le dinamiche di funzionamento del Tavolo di coordinamento nazionale sull’accoglienza per i richiedenti e titolari di protezione internazionale;
se non si ritenga opportuno prevedere un sistema di controllo pubblico maggiormente stringente a cui le cooperative assegnatarie di servizi di gestione devono attenersi;
se si intendano apportare, nell’ambito del provvedimento oggetto di deleghe di cui in premessa, norme atte a rivedere le dinamiche operative delle società/associazioni/cooperative sociali, al fine di definire un ambito operativo e funzionale che sia realmente in linea con i presupposti del “rinnovato sistema” obiettivo della citata legge delega.(4-04081)
Fonte: http://banchedati.camera.it/sindacatoispettivo_17/showXhtml.Asp?idAtto=37333