Atto Camera
Presentata da: PIAZZONI Ileana Cathia
17 marzo 2015, seduta n. 393
Ambito di interesse: asilo politico, migrante, professioni paramediche
PIAZZONI, CHAOUKI, DI SALVO, MATTIELLO e QUARTAPELLE PROCOPIO. – Al Ministro dell’interno, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali . – Per sapere – premesso che:
una recente inchiesta giornalistica pubblicata dal settimanale l’Espresso ha portato all’attenzione dell’opinione pubblica una gravissima e inquietante situazione di violenza e sfruttamento sulle donne straniere, per la maggior parte di nazionalità rumena, che da anni si protrae nelle campagne del ragusano;
le campagne iblee rappresentano un distretto ortofrutticolo tra i più importanti d’Italia, dove le coltivazioni intensive si sostengono grazie al lavoro quotidiano di una manodopera principalmente di composizione straniera;
su circa 3.000 aziende agricole di piccola e media dimensione, nel 2011 risultavano regolarmente registrati 11.845 migranti, ma una stima reale parrebbe oscillare tra le 15 mila e le 20 mila persone straniere impiegate nel lavoro dei campi e nelle serre;
sono migliaia, dunque, le donne straniere, con netta prevalenza di donne provenienti dall’Est Europa, che lavorano nelle campagne del ragusano, vivendo segregate in casali isolati, spesso con minori a carico;
quello che emerge dall’inchiesta giornalistica è un quadro raccapricciante di abusi, violenze ed omertà. In un contesto di quasi totale isolamento, infatti, queste donne si trovano costrette a subire ogni genere di violenza sessuale, una realtà fatta di segregazione, sfruttamento, aborti e veri e propri «festini» forzati nei casali sperduti della campagna, nell’omertà e nell’acquiescenza di tutti;
questa vicenda tratteggia un quadro desolante delle campagne e del mondo rurale del nostro Paese. Condizioni di sfruttamento lavorativo che a volte rasentano vere e proprie nuove forme di «schiavismo» sono state più volte denunciate dalle organizzazioni sindacali e da associazioni e organizzazioni non governative che si occupano della tutela dei diritti umani;
sulla questione specifica occorre, inoltre, ricordare come da tempo la Flai-Cgil, ma anche Emergency e Medici senza frontiere siano impegnati a difesa della dignità e dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici nella campagne di Vittoria e del ragusano. È stato attivato da poco il progetto Solidal transfert, promosso da Cgil e Medici senza frontiere, un pulmino che permette ai braccianti di spostarsi senza dipendere dai datori di lavoro, proprio per evitare che la situazione di isolamento, in cui questi ultimi e le loro famiglie vivono, continui a sfociare in sfruttamento lavorativo e ricatti sessuali nei confronti delle donne, anche in cambio di beni di prima necessità;
Vittoria è il primo comune in Italia per estensione delle coltivazioni plastificate e per numero di aborti in proporzione al numero di abitanti: spesso le donne straniere che abortiscono sono giovanissime e arrivano in ambulatorio accompagnate dai proprietari delle serre in cui lavorano;
nelle campagne isolate della provincia ragusana sembra essere tutto lecito, come testimoniato da molte delle vittime: ad approfittare di loro, pare, siano un po’ tutti, senza distinzione, dai capi ai loro familiari, fino ad arrivare ad amici e conoscenti, nella più totale omertà, anche della comunità d’origine: i mariti delle vittime, quando ci sono, spesso risultano acquiescenti alla situazione, per paura o per necessità;
una ricerca condotta dall’«Associazione per i diritti umani» di Vittoria rivela che le abitazioni in cui vivono i lavoratori stranieri sono molte volte piccole, senza infissi, con letti che altro non sono che cartoni, buchi nel soffitto che fanno passare l’acqua piovana, mura erose dall’umidità in cui proliferano i miceti, che causano patologie come l’asma, soprattutto in soggetti di tenera età, prima perfettamente sani. Il tutto nel totale disinteresse dei locatari, che invece, in molti casi, chiedono cifre d’affitto fino a 300 euro;
anche la Chiesa si è mossa fin dal principio per denunciare e contrastare questo vergognoso fenomeno. Don Beniamino Sacco, della parrocchia di Santo Spirito, da anni si batte denunciando come il fenomeno non sia isolato e, grazie al suo operato, a Vittoria anni fa è stato incarcerato uno degli sfruttatori. Lo stesso religioso, in un successivo articolo pubblicato sempre da l’Espresso, confessa: «Qualcuno mi accusa di aver rovinato il paese per aver difeso gli immigrati. Sono orgoglioso di essere stato dalla loro parte. Non potevo tacere»;
in questo secondo articolo emergono, inoltre, dettagli ulteriori sulla vicenda, che ribadiscono come lo sfruttamento lavorativo e le violenze sessuali ai danni delle donne straniere nelle campagne del ragusano siano noti da anni. Risalirebbe a ben 4 anni fa la prima denuncia al commissariato di Vittoria per un ricatto operato da un datore di lavoro che chiedeva prestazioni sessuali, in cambio del posto di lavoro e del pagamento degli arretrati, a una coppia di lavoratori rumeni. La testimonianza si trova anche nel video Solidal, prodotto dalla Cgil, reperibile in rete. Nonostante ciò la denuncia cade nel vuoto, tant’è che la coppia perde il lavoro;
secondo quanto raccolto da testimonianze di operatori della cooperativa Proxima, attiva nel contrasto della tratta e nella difesa dei diritti fondamentali, le violenze sessuali sarebbero solo la punta dell’iceberg. Troppi sarebbero i lavoratori non contrattualizzati, che per mesi ricevono solo acconti di salario e con ingenti crediti da riscuotere, mai evasi dai datori di lavoro. Carenti sarebbero, inoltre, le ispezioni per la sicurezza sui luoghi di lavoro;
la terribile realtà scoperchiata dall’inchiesta giornalistica più volte citata necessita di un intervento rapido e deciso da parte delle istituzioni. Non appare, infatti, tollerabile che in alcune zone del Paese possano verificarsi lesioni della dignità umana e dei diritti fondamentali così numerose e di così grave portata –:
quali iniziative urgenti i Ministri interrogati intendano adottare al fine di fare luce definitivamente su tale inquietante situazione e quali misure, immediate e di lungo periodo, ritengano di dover predisporre al fine di proteggere queste donne e i loro figli da tali indicibili violenze e dallo sfruttamento, nonché al fine di ripristinare la legalità sui luoghi di lavoro descritti in premessa. (3-01363)
MANZIONE DOMENICO – RISPOSTA GOVERNO DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 17/03/2015 DISCUSSIONE IL 17/03/2015 SVOLTO IL 17/03/2015 CONCLUSO IL 17/03/2015 DISCUSSIONE CONGIUNTA DISCUSSIONE SVOLTO CONCLUSO
Fonte: http://banchedati.camera.it/sindacatoispettivo_17/showXhtml.Asp?idAtto=33524