Atto Camera 3-01545
Presentata da BRUNETTA Renato
17 giugno 2015, seduta n. 444
Ambito di interesse: immigrazione, controllo frontiere interne, Accordo di Shengen
BRUNETTA, RAVETTO e BIASOTTI. — Al Ministro dell’interno . — Per sapere – premesso che:
nella serata dell’11 giugno 2015, diverse camionette della polizia nazionale francese si sono dispiegate al valico di ponte San Ludovico a Ventimiglia, fra Italia e Francia, quando, sul lato italiano, erano presenti una quarantina di profughi, in gran parte eritrei, ai quali la Croce rossa stava distribuendo acqua e generi di conforto; altri 150 migranti circa si trovavano nella zona della stazione ferroviaria della città di Ventimiglia;
in questi giorni, almeno un centinaio di profughi hanno continuato a manifestare e a dormire aggrappati agli scogli a pochi metri dalla frontiera con la Francia, ancora presidiata dalle autorità d’oltralpe che non consentono loro di varcare il confine. Molti di loro sono etiopi, eritrei, senegalesi, somali, sudanesi. Al grido di «indietro non torniamo», chiedono di poter raggiungere, attraverso la Francia, amici e parenti nei Paesi del Nord Europa. Un gruppo ha impugnato uno striscione su cui è scritto, in francese: «urgenza umanitaria, chiediamo una risposta politica dall’Europa»;
nella mattinata del 16 giugno 2015, carabinieri e polizia hanno iniziato a sgomberare i profughi che dormivano nelle aiuole a ponte San Ludovico nell’accampamento organizzato dagli stessi migranti;
a ribadire la linea del Governo francese – e con essa la tensione ormai evidente con il Governo italiano – è il Ministro dell’interno francese, Bernard Cazeneuve; «dall’inizio dell’anno in Francia abbiamo avuto circa 8.000 passaggi e abbiamo fatto riammettere in Italia circa 6.000 migranti. Non devono passare, è l’Italia che deve farsene carico. Le regole del regolamento di Dublino devono essere rispettate», ha detto il Ministro in un’intervista a radio Rmc e Bfm-tv. Il Ministro francese, quindi, ha replicato al Governo italiano affermando che in base al regolamento di Dublino la maggior parte dei richiedenti asilo devono risiedere nel Paese dell’Unione europea di ingresso. E ancora: «L’Italia deve accettare di creare dei centri per distinguere i migranti economici irregolari dai rifugiati», ha aggiunto il Ministro, sottolineando che la Francia «non ha bloccato le frontiere». «Ci troviamo di fronte a un fenomeno migratorio di una nuova portata. Chi sono questi migranti ? Ci sono molti migranti economici irregolari che vengono dall’Africa occidentale e non sono dunque oggetto di persecuzioni. Non possiamo accoglierli, dobbiamo riaccompagnarli alla frontiera»;
in un lungo articolo pubblicato sul quotidiano Le Monde il 15 giugno 2015, si apprende che la Francia «vuole creare dei campi Ue in Italia». Cazeneuve – scrive Le Monde – «tenta di convincere il suo omologo italiano sull’opportunità di creare in Italia (e in Grecia) dei campi gestiti dall’Unione europea per distinguere i migranti economici dai richiedenti asilo già dal loro arrivo. I primi verrebbero immediatamente espulsi verso i loro Paesi d’origine, gli altri ripartiti tra i Paesi d’Europa»;
secondo l’idea sostenuta dalla Francia – prosegue sempre Le Monde – «l’ufficio europeo per l’asilo e l’Alto commissariato per i rifugiati farebbero questa prima selezione e gli Stati studierebbero poi i dossier». Il giornale francese spiega, poi, che il blocco dei migranti tra Ventimiglia e Mentone è soprattutto dovuto alla situazione esplosiva a Parigi, dove nel giro di appena una settimana centinaia di africani sono stati evacuati per ben tre volte da altrettanti accampamenti di fortuna, dopo il primo sgombero del 2 giugno 2015 al Pont de la Chapelle, tra polemiche e denunce contro i metodi della polizia;
è evidente a parere degli interroganti come la Francia, ripristinando i controlli alle frontiere, qualora non ne abbia data preventiva comunicazione all’istituzione europea e al Governo italiano, stia di fatto violando il Trattato di Schengen, e ciò indipendentemente da ogni considerazione in merito all’applicazione puntuale o meno delle regole del sistema di asilo europeo e del regolamento di Dublino;
è necessario ribadire che nessuno Stato può ripristinare i controlli in maniera unilaterale senza averne data preventiva comunicazione alle istituzioni europee e allo Stato confinante (indicandone, tra l’altro, le motivazioni), né, in ogni caso, contestare una presunta violazione di un regolamento (in questo caso Dublino) rispondendo con la violazione di un altro accordo (Schengen);
nel frattempo, nell’incomprensibile silenzio dell’Alto rappresentante Federica Mogherini, che, pur non essendo diretta titolare di una delega alle politiche migratorie, è comunque responsabile degli affari esteri e della politica di sicurezza dell’Unione europea, il Presidente del Consiglio dei ministri Matteo Renzi ha annunciato che «è pronto un piano B», nel caso in cui il Consiglio europeo non scelga la via della solidarietà nei confronti dell’Italia;
il Commissario dell’Unione europea responsabile per le politiche migratorie, Dimitris Avramopoulos, ha convocato per il 16 giugno 2015 una riunione tra i Ministri dell’interno di Italia, Francia e Germania, a margine di un Consiglio affari interni a Lussemburgo, per discutere della situazione alle frontiere a seguito dei controlli parzialmente reintrodotti in Francia, Austria e Svizzera alla frontiera con l’Italia. Lo ha annunciato la portavoce di Avramopoulos, Natasha Bertaud, sottolineando che tutti gli Stati devono rispettare le regole di Schengen, ma anche le regole sull’asilo che prevedono la registrazione dei migranti quando arrivano in un Paese dell’Unione europea;
la portavoce Natasha Bertaud ha, inoltre, affermato che la Commissione europea è a conoscenza delle dichiarazioni del Presidente del Consiglio dei ministri italiano Matteo Renzi, ma che «non è al corrente di eventuali piani B»;
il caso di Ventimiglia è emblematico e gravissimo e dimostra chiaramente l’indisponibilità della Francia e degli altri Paesi europei ad accogliere i profughi che sbarcano in Italia; si è di fronte ad un vero e proprio esodo di intere popolazioni verso l’Europa e il nostro Paese, come è evidente da oramai troppo tempo, non può affrontare da solo l’emergenza. Il Consiglio europeo straordinario sull’allarme immigrazione non ha prodotto alcun risultato tangibile; le città italiane, ormai non solo al Sud, sono al collasso, con il rischio di scatenare situazioni imprevedibili: sono, pertanto, necessari una risposta strutturale e un forte posizionamento del Governo nei confronti dell’Unione europea –:
quale sia la posizione del Governo rispetto ai fatti riportati in premessa, quali le azioni intraprese per superare la situazione di tensione creatasi con la Francia, se il Ministro interrogato sia a conoscenza dell’avvio di un’indagine della Commissione europea per presunta violazione del Trattato di Schengen e quali siano le proposte che l’Esecutivo intende esprimere, in particolare all’interno del Consiglio europeo, in merito alle politiche dei richiedenti asilo, ai ricollocamenti degli stessi all’interno dei Paesi dell’Unione europea e alle misure per le espulsioni e i rimpatri. (3-01545)
Fonte: http://banchedati.camera.it/sindacatoispettivo_17/showXhtml.Asp?idAtto=37509