Atto Camera 3-01455
Presentata da: RAVETTO Laura
21 aprile 2015, seduta n. 412
Ambito di interesse: naufragio profughi, operazioni di pattugliamento e salvataggio
Al Ministro dell’interno. — Per sapere – premesso che:
l’immane tragedia verificatasi nel Mediterraneo nella notte tra il 18 e il 19 aprile 2015 impone un momento di riflessione e una presa di responsabilità in merito al fenomeno dell’immigrazione;
il lassismo dell’Europa e del mondo occidentale in genere alimenta, di fatto, un traffico di esseri umani che quotidianamente finanzia le organizzazioni criminali e proprio coloro da cui i migranti fuggono;
Triton doveva essere il baluardo della solidarietà europea e si è, invece, rivelata un’operazione totalmente inadeguata ad operare il salvataggio in mare, nonché un mero compromesso al ribasso, privo di standard di controllo e sicurezza appropriati;
in questo momento è necessario che il dolore, la solidarietà e la «frustrazione» della Commissione europea si traducano in un’azione incisiva, che per essere tale deve basarsi su scelte chiare: un sistema di intelligence forte e radicato che monitori il problema all’origine, fino alla sua destinazione; il contrasto tenace e determinato ai trafficanti di morte, anche attraverso l’attuazione di blocchi navali selettivi; un piano sostenibile di accoglienza e solidarietà in Europa e nei Paesi di origine;
la situazione sta assumendo dimensioni tragiche e l’Europa deve farsi carico di una politica dell’accoglienza che sia coerente e coordinata. Si è chiesto più volte in questo senso l’applicazione della direttiva 2001/55/CE: si riconosca la protezione temporanea europea a tutti i migranti, associata alla creazione di corridoi umanitari internazionali, e si consenta ai migranti l’esercizio del legittimo diritto alla circolazione verso tutti i Paesi europei;
gli Stati membri dell’Unione europea ancora non costituiscono un’area con un livello di protezione omogenea. Le condizioni di accoglienza dei richiedenti asilo e i tassi di accoglimento di domande di protezione mutano drasticamente da un Paese a un altro e non ci si può continuare a nascondere dietro l’obsoleto principio dello «Stato di primo approdo», principio pensato per situazioni di flussi migratori «sostenibili» e non certo per fronteggiare un esodo come quello attualmente in atto;
la guerra umanitaria che l’Italia si ritrova ad affrontare richiede una risposta unitaria: oggi, di fronte ad una sfida che ha bisogno di risposte strutturali, non si possono dare soluzioni di tipo emergenziale; dinnanzi ad un simile scenario serve un tavolo di unità nazionale, un luogo di confronto e decisione di cui possano far parte tutte quelle forze politico-istituzionali in grado di contribuire con la propria esperienza e la propria volontà ad affrontare quella che a tutti gli effetti è la sfida di questo nostro tempo, offrendo al Governo un più forte mandato a livello europeo e internazionale teso a pretendere non solo solidarietà, ma soprattutto mezzi, azione politica, strategie;
alla battaglia sul fronte europeo e internazionale è di fondamentale importanza affiancare una solida politica interna, volta anche ad assicurare a coloro che difendono e pattugliano le coste i mezzi e le strutture idonei al delicato compito che sono chiamati a svolgere; è, pertanto, necessario garantire protezione e sicurezza non solo agli uomini e alle donne che affrontano il mare per migrare in Europa, ma anche agli stessi uomini e donne che rappresentano la loro «ancora di salvezza»;
si è assistito nei giorni scorsi ad episodi di attacco da parte di uomini armati sui barconi che trasportano i migranti, i quali hanno minacciato le motovedette della Guardia costiera italiana impegnate, senza essere armate, nei soccorsi delle imbarcazioni;
il Ministro interrogato ha dichiarato di essere disponibile ad «azioni mirate in Libia», con particolare riferimento al «contrasto ai nuovi schiavisti, agli scafisti che sono dei veri assassini e criminali» –:
quali siano le «azioni mirate» che il Governo intende intraprendere contro gli scafisti e quali iniziative intenda assumere per garantire maggiore sicurezza e tutela del personale della Guardia costiera, valutando, ad esempio, la possibilità di affiancare ai mezzi impegnati quotidianamente nelle operazioni di pattugliamento e di salvataggio nel Mediterraneolusse dei corpi di polizia dotati di armi da difesa.
Fonte: http://aic.camera.it/aic/scheda.html?core=aic&numero=3/01455&ramo=C&leg=17&testo=3%2001455