Atto Camera
Presentata da: Costantino Celeste
21 aprile 2015, seduta n. 412
Ambito di interesse: naufragio profughi, operazioni di ricerca e soccorso
Al Ministro dell’interno. — Per sapere – premesso che:
nella notte tra il 18 e il 19 aprile 2014 una barca che trasportava migranti proveniente dalla costa sud del Mar Mediterraneo è naufragata nel canale di Sicilia;
i numeri non sono stati ancora confermati, ma secondo le prime testimonianze dei superstiti si temono tra i 700 e 900 morti;
se confermati i numeri, sarebbe questa la più grande tragedia di sempre nel Mar Mediterraneo;
secondo una prima ricostruzione il naufragio si sarebbe verificato a causa dello sbilanciamento provocato dalle persone che erano presenti sulla barca, le quali per potersi mettere in salvo si riversavano su un lato della barca e poter quindi accedere al mercantile portoghese, il King Jacob, che per primo è stato dirottato nella zona dopo la segnalazione pervenuta al centro nazionale di soccorso della Guardia costiera;
le prime testimonianze dei sopravvissuti al naufragio parlano, invece, di una collisione, avvenuta nel tentativo di avvicinamento del barcone alla nave, per cui le due imbarcazioni si sarebbero toccate, con ripercussioni sulla già precaria stabilità del peschereccio stipato all’inverosimile;
molto probabilmente lo scafista, nel tentativo di nascondersi tra i migranti, ha guidato il barcone con poca attenzione. Le due navi si sono quindi avvicinate, si sono alzate delle onde e la barca ha perso stabilità;
le prime motovedette della Guardia costiera e della Guardia di finanza sono riuscite a raggiungere il luogo del naufragio soltanto diverse ore dopo l’accaduto;
in seguito al naufragio di Lampedusa del 3 ottobre 2013, che causò la morte di 366 morti accertati e circa 20 dispersi presunti, il Governo italiano decise di avviare l’operazione Mare nostrum;
l’operazione si svolse dal 18 ottobre 2013 al 31 ottobre 2014, con l’obiettivo di garantire la salvaguardia della vita in mare e di arrestare gli scafisti. L’operazione aveva un raggio di azione fino a ridosso alle coste libiche e furono soccorse oltre 160 mila persone;
dal 1o novembre 2014 l’operazione è stata sostituita dalla missione dell’Unione europea Triton, che ha come obiettivo il controllo delle frontiere e un raggio di azione di 30 miglia dalle coste italiane;
durante la conferenza stampa di presentazione della missione appena citata, il 31 ottobre 2014, il Ministro interrogato ci teneva a dichiarare che: «L’Italia spenderà zero euro» per Triton; aggiungeva: «Mare nostrum era nata come operazione di emergenza dopo la tragedia di Lampedusa, limitata nel tempo. Si è protratta più a lungo di quanto fosse previsto. Oggi possiamo dire che l’Italia ha fatto il proprio dovere» e concludeva: «L’Europa ha fatto una scelta, scendere in mare»;
ad opinione degli interroganti e come confermato anche, ad esempio, dal procuratore di Catania che sta seguendo il caso del naufragio, Giovanni Salvi: Triton è meno efficace di Mare nostrum. Lo stesso procuratore aggiunge, durante dichiarazioni rilasciate all’Ansa, che il «soccorso in mare richiede un’elevata professionalità» che hanno i militari della Marina, della Guardia costiera e della Guardia di Finanza, ma «non tutti gli equipaggi della navi mercantili, che ringraziamo per le centinaia di vite che hanno salvato»;
la nuova ricostruzione del naufragio, così come emerge dalle testimonianze dei superstiti e dalle dichiarazioni appena citate, impone una seria riflessione sull’efficacia della missione Triton e, quindi, sulla straordinaria necessità di mettere in campo dispositivi di soccorso che siano efficaci nella salvaguardia della vita e che assicurino al contempo il contrasto efficace agli scafisti;
nella giornata del 20 aprile 2015 si è tenuto a Lussemburgo un vertice alla presenza dei Ministri degli esteri e degli interni dei Paesi dell’Unione europea a cui ha partecipato anche il Ministro interrogato, il quale affermava che la riunione era stata «un punto di svolta» ed è apparso «soddisfatto». In particolare, il Ministro interrogato precisava che alla riunione si era discusso di: «Rafforzare Frontex, il sistema dei rimpatri, il contrasto ai trafficanti di esseri umani e la possibilità di un’equa distribuzione in tutti i Paesi d’Europa dei profughi»;
nulla veniva detto a proposito della necessità di rafforzare Triton e di farla diventare una missione di ricerca e soccorso in mare come accadeva con l’operazione Mare nostrum, come del resto da più parti richiesto e sollecitato in questi giorni –:
se e in che modo il Governo intenda rafforzare la missione Triton e se, in particolare, non intenda avviare con urgenza, anche alla luce delle nuove indiscrezioni che emergono sulla dinamica del naufragio e indipendentemente dalle decisioni del Consiglio europeo del 23 aprile 2015, una operazione nel Mar Mediterraneo simile all’operazione Mare nostrum. (3-01452)
Fonte: http://aic.camera.it/aic/scheda.html?core=aic&numero=3/01452&ramo=C&leg=17&testo=3%2001452