Lesioni personali, percosse, ingiuria e diffamazione: è questa l’accusa che grava su A. B., 50enne capo-officina della Cenedese Spa di Silea (in provincia di Treviso) – azienda che si occupa di edilizia e armamento ferroviario – e contro il quale oggi il pm titolare dell’inchiesta ha avanzato un’ipotesi di condanna a otto mesi di reclusione, oltre al pagamento di un risarcimento di 50mila euro. I fatti per cui A.B. è imputato risalgono all’aprile 2012, quando un collega, cittadino ghanese di trent’anni, lo denunciò per averlo offeso e picchiato, dopo l’ultimo episodio di una lunga serie: nell’azienda, durante l’orario di lavoro, il trentenne avrebbe infatti subìto continui insulti («scimmia, ignorante, animale») e vessazioni. Durante l’ultima aggressione il capo-officina avrebbe nuovamente offeso il collega, per poi sferrargli un calcio ai testicoli provocandogli una grave lesione. Dopo questa violenta aggressione, ed in ragione dei danni subiti, il cittadino ghanese aveva deciso di sporgere denuncia.
Durante il dibattimento in aula, l’aggressore ha rispedito le accuse al mittente, affermando che si sarebbe trattato di battute consumate in un clima goliardico, e non di insulti razzisti. Inoltre, secondo A.B. l’operaio ghanese sarebbe rimasto vittima di un incidente sul lavoro, durante la movimentazione di un macchinario, e non avrebbe subito nessuna aggressione. In aula sono intervenuti anche diversi testimoni: uno in particolare, un collega di lavoro della vittima – il primo a soccorrerlo dopo l’aggressione – ha confermato sotto giuramento quanto sostenuto dalla Procura. Si attende ora il prossimo 2 novembre, giorno in cui ci sarà la lettura della sentenza.