Si conclude nel silenzio più totale la vicenda dell’autista di Tper, denunciato da una ragazza di 18 anni italo-marocchina, Hajar Tellage, picchiata la sera del 27 aprile 2015 al capolinea della corriera 98, sulla tratta Bologna-Castel Maggiore (noi ne avevamo parlato qui). L’uomo ha ricevuto, nei giorni scorsi, dal pm l’avviso di fine indagine. Inizialmente accusato del reato di lesioni aggravate (per il fatto di aver commesso un abuso di potere, durante lo svolgimento di un pubblico servizio), a seguito dell’inchiesta aperta e condotta dalla Procura, alle accuse di lesioni, minacce e ingiurie, si aggiunge l’aggravante per «motivi di discriminazione razziale». Il quadro accusatorio è stato corroborato da diverse testimonianze raccolte dai Carabinieri. Ciò ha permesso di rendere credibile il racconto della ragazza aggredita e di giungere in pochi mesi alla conclusione delle indagini stesse.
La novità contenuta nell’avviso è proprio il riconoscimento dell’aggravante per razzismo, in virtù delle parole pronunciate dall’autista nei confronti della diciottenne. Parole riportate dal Pm nel capo d’imputazione: «Adesso vi mando tutte all’ospedale (ha detto l’uomo ad Hajar e alle amiche che erano con lei; ndr)… ora ti do uno schiaffo… scimmia di m… torna da dove sei venuta». Dopo le offese, l’uomo è passato ai fatti, colpendo la ragazza con due schiaffi e un forte calcio all’addome, che ha provocato, secondo i referti medici, «una contusione al rachide e all’addome con soffusione emorragica del tessuto adiposo sottocutaneo». L’episodio è stato duramente condannato dai vertici di Tper, che hanno subito sospeso l’autista. L’uomo invece ha sostenuto di essersi difeso dall’aggressione delle due giovani e di aver colpito la diciottenne solo per allontanarla da sé. Sarà, ora, il giudice a valutare accusa e difesa nella futura udienza preliminare. Resta, tuttavia, un fatto di una violenza assurda e spropositata.