Questa mattina, diverse città italiane si sono risvegliate con i muri tappezzati da volantini di Forza Nuova. Sopra, un messaggio, scritto in più lingue: “Immigrati tornate a casa vostra! In Italia siamo senza lavoro, senza casa, senza futuro. Ogni terra ha il suo popolo; ogni popolo ha la sua terra”.
I militanti del partito di estrema destra hanno affisso il volantino nelle zone di maggiore transito, come le stazioni ferroviarie, e vicino ad alcuni luoghi come money transfer, sedi della Caritas etc.
All’azione è seguito un comunicato, diffuso via internet sulla pagina facebook del movimento: “All’Italia non servono le migliaia di immigrati oggi presenti sul suolo nazionale, l’Italia non può più permetterselo, l’Italia di oggi deve pensare solo ai propri figli”. Nel comunicato, Forza Nuova dichiara la propria lontananza da “sentimenti xenofobi leghisti e da facili moralismi”: il movimento di estrema destra si dice convinto che “l’unico vero modo per aiutare le popolazioni del sud del mondo sia quello di investire risorse economiche, umane e professionali direttamente nei paesi in via di sviluppo”.
Se non è una novità che Forza Nuova inviti i cittadini stranieri a lasciare l’Italia, così come è noto il richiamo ad aiutare le persone “a casa propria” (che, nelle parole di Forza Nuova, sarebbe il cosiddetto “sud del mondo”), i toni usati nello stesso comunicato sono tutt’altro che dialoganti: “Da oggi in poi Forza Nuova impedirà, con tutte le proprie forze e al limite della legalità, la nuova creazione e l’insediamento di micro/macro little africa o little asia nelle nostre città, mentre si impegnerà, con ancora maggiori energie, a fornire aiuti e beni di prima necessita’ alle popolazioni straniere che vivono nei propri paesi d’origine”.
Quali sono “i limiti della legalità” a cui si riferisce il movimento di estrema destra? E quali le “forze” che è pronto a utilizzare?
La frase suona come un monito per le persone non italiane che vivono in Italia, monito coronata dalla chiosa sibillina, anche questa non particolarmente originale, del comunicato: “In Italia, prima gli italiani”.