“Vietato l’accesso ai nomadi”. Non alle auto, come si potrebbe pensare guardando l’immagine sul cartello apposto all’ingresso del parco Rotta Po di Occhiobello, in provincia di Rovigo. La sosta è consentita. A tutti, eccetto a “i nomadi”, unici destinatari del divieto. Lo ha deciso l’amministrazione comunale, e sul cartello campeggia proprio il logo del comune. Una “discriminazione razziale”, come denunciato dal periodico Biancoenero, che ha segnalato il cartello al Procuratore della Repubblica e all’Unar (Ufficio Nazionale Antidiscriminazione Razziali), chiedendo la verifica della “violazione di diritti costituzionali quali, ad esempio, l’Art.3 «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge…», e l’Art.16 «Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale…»”.
Nel frattempo c’è chi plaude all’iniziativa, come Daniele Margotti, responsabile della Lega Nord di Occhiobello, secondo cui “nessun campo nomade o presenza di nomadi è autorizzata nella zona. Riteniamo che la presenza di nomadi crea solo degrado e danneggia l’immagine del territorio”. Frasi condannate dal direttore di Bianconero, che ha chiesto al Procuratore “la verifica degli estremi del reato di discriminazione e incitamento all’odio razziale”.
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