Pubblichiamo qui di seguito un articolo di Antonio Ciniero redatto per Sbilanciamoci.info e già online, in versione più ampia, sul blog MigrAzioni. Ciniero racconta la situazione nel ghetto di Borgo Mezzanone, ad appena 10 km da Foggia, dove vivono circa 800 cittadini bulgari, che lavorano come braccianti nella raccolta del pomodoro. Per più della metà, si tratta di bambini.
Borgo Mezzanone, frazione di Manfredonia, dista appena 10 km da Foggia, da alcuni anni è una delle tappe obbligate delle traiettorie del lavoro agricolo in Puglia per migliaia di migranti costretti, come altrove, a vivere all’interno di ghetti istituzionali o spontanei. Tra i diversi ghetti che offrono precario riparo ai lavoratori stagionali, c’è una baraccopoli che più di tutti gli altri sembra catapultare chi vi giunge molto lontano, in altre epoche o in altre latitudini.
Questo posto invisibile e tuttavia ben evidente dalla strada statale, sorge su un terreno privato con il perimetro delimitato da pali, un traliccio dell’alta tensione e da alcune pale eoliche. Non è contiguo ai vicini luoghi dell’esclusione di Borgo Mezzanone: tutto intorno, solo distese di terra a perdita d’occhio. A un lato della baraccopoli, un grande fossato – in passato utilizzato come vascone per l’irrigazione – è stato trasformato in una discarica a cielo aperto dove sono conferiti i rifiuti che nessun servizio d’igiene pubblica smaltirà mai.
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