Nuovo sgombero per la comunità senegalese di via Fanfulla da Lodi, a Roma, dove vive un gruppo di 15 persone da ormai una trentina di anni. A denunciare l’accaduto è il Comitato di quartiere Pigneto-Prenestino con un post su Facebook. Nella prima mattinata del 24 luglio, la Guardia di Finanza si è presentata al civico 38, chiudendo la strada e facendo uscire gli abitanti dagli appartamenti, e poi ha fatto letteralmente “murare” il cancello di accesso all’immobile per impedire qualsiasi passaggio. Così, nel giro di poche ore, e per l’ennesima volta, una quindicina di persone, tutti migranti di origine senegalese, sono rimaste per strada con tutte le proprie cose. E a sorvegliarli per tutto il giorno una volante della polizia.
L’immobile, lo ricordiamo (noi ne abbiamo già parlato qui) è stato posto sotto sequestro il 19 febbraio scorso in seguito a un’operazione “di contrasto alla vendita di merci contraffatte” a carico di quattro delle persone presenti in quel momento in uno dei tre appartamenti al civico 38. A febbraio, erano sempre circa in 15 a restare per strada al freddo e sotto le intemperie invernali, accampati per protesta lungo i bordi della strada con delle tende da campeggio. Senza una vera “colpa”, però. Questo perché, nel corso dell’operazione, i senegalesi avevano scoperto di essere “occupanti abusivi” pur avendo sempre pagato l’affitto per anni. Infatti, l’immobile era stato venduto nel 2014, ceduto alla nuova proprietà, senza tuttavia informare gli occupanti.
Il 26 maggio, poi, erano stati rotti i sigilli dell’immobile durante un’operazione anti contraffazione della Polizia Locale del GSSU (Gruppo Sicurezza Sociale Urbana) e della SPE (Sicurezza Pubblica ed Emergenziale). E cosi ai senegalesi, che erano accampati là fuori con le tende, era stato detto di entrare per ripulire gli appartamenti perché tutto era rimasto come il giorno dello sgombero di febbraio. Tuttavia, in questo modo, esponendoli di fatto al rischio di essere accusati di violazione dei sigilli. Come poi gli è stato di fatto contestato dalla Guardia di finanza nei giorni scorsi.
Il sequestro preventivo dell’immobile è stato impugnato al tribunale del riesame ma è stato rigettato. Il giudice ha respinto senza neanche entrare nel merito, in quanto la proprietà ha negato l’esistenza di contratti di affitto in essere. “I giudici hanno ritenuto che i ricorrenti non sono legittimati a impugnare il provvedimento in quanto, non avendo il contratto con il nuovo proprietario, sono ritenuti occupanti senza titolo”, spiega Cosimo Alvaro di Progetto Diritti. “Anche in caso di dissequestro non potrebbero rientrare. Quando sarà possibile presenteremo istanza al giudice per le indagini preliminari. Diverse sentenze della Cassazione, in situazioni simili, hanno riconosciuto i diritti degli inquilini”.
Come è stato sottolineato da più parti, ancora una volta, queste persone subiscono un duplice danno, nel quale i loro diritti vengono completamente azzerati. Per fortuna, tutto il quartiere del Pigneto con i suoi abitanti si è stretto attorno a loro, sostenendoli e cercando insieme soluzioni, nella determinazione di non volerli cancellare dal quartiere, perché da anni sono un punto di riferimento per i connazionali e per gli abitanti.