Insulti a Balotelli a Verona? Davvero? Il capo ultrà, l’allenatore e il presidente dell’Hellas Verona, il sindaco, l’ex ministro Fontana sono indignati per come Verona viene trattata dai media. Non per i cori razzisti contro Mario Balotelli. La vicenda è stranota: il centravanti del Brescia ha lanciato la palla in curva dopo aver sentito insulti razzisti. Seguono distinguo, puntualizzazioni, slalom improbabili.
Il capo ultrà e militante di Forza Nuova Luca Castellini ha dichiarato che quella della curva è una goliardata, che Balotelli non potrà mai essere del tutto italiano e altre sciocchezze simili. L’allenatore Juric ha detto di non aver sentito cori, ma solo fischi. In sintonia con il capo ultrà, il presidente della società di Serie A ha spiegato che non bisogna generalizzare e che i tifosi della sua squadra “sono ironici, non razzisti”. Poi però, dopo l’intervista e il clamore, la società ha deciso di non fare entrare allo stadio Castellini fino al 2030.
Blanda la decisione del giudice sportivo, che ha chiuso per un turno il settore dello stadio da cui sono partiti i cori di insulti a Balotelli. Del resto, lo abbiamo già detto, i giudici sportivi sono, in questa stagione in cui di razzismo negli stadi si parla, molto indietro rispetto ai club. Roma, Pescara e molte altre società hanno preso decisioni drastiche contro i razzisti.
Qui sotto, in maniera confusa sentiamo insulti e “uh-uh-uh” un attimo prima che Balotelli lanci la palla in curva. Così tanto per ricordare che se Juric non ha sentito gli insulti dalla panchina, questo non significa che gli insulti non ci siano stati. Del resto non c’è da stupirsi: tra i cori della curva Sud annoveriamo “Siamo una squadra fantastica, siamo una squadra fatta a svastica” e lo storico coro squadrista “Ce ne freghiamo della galera….”.
According to @HellasVeronaFC President “nothing happened in Verona today.”
— Nima Tavallaey Roodsari (@NimaTavRood) November 3, 2019
And these monkeychants are not racist. They’re ironic.pic.twitter.com/Cz3FFVMLGy
Il sindaco estremista e indignato
Le parole del capo ultrà fascista si commentano da sole e, semmai, la domanda da farsi è: c’è bisogno di intervistare uno così quando si da la notizia? Qualcuno che commette un reato ha diritto ad andare in Tv a spiegare che il suo è uno scherzo? Ed è importante che a qualcuno che eventualmente non c’entra, ma solidarizza con il reato, venga concesso spazio sui media per fare spin (ovvero fornire una lettura dell’accaduto)? Forse anche no.
Il sindaco Sboarina e l’ex ministro Fontana, tifosi del Verona, paladini della famiglia e sostenitori dell’abolizione della Legge Mancino sono accorsi a difesa dei loro sodali ultrà. “Una gogna mediatica su una tifoseria e una città” ha detto il sindaco, promettendo di muoversi contro chi “strumentalmente costruisce sul nulla una falsa immagine di Verona”. “È iniziata una vergognosa gogna mediatica contro Verona” ha chiosato l’ex ministro fedelissimo di Salvini.
La città e i suoi ultrà
Ci sono due cose che vanno sottolineate in questa vicenda, la prima riguarda il tifo da stadio. Quella di Verona è una tifoseria nota per i suoi comportamenti, una delle tante curve che a partire dagli anni 90 sono divenute terreno di proselitismo per le organizzazioni di estrema destra e fasciste.
Ma non è questo il punto: nessuno pensa a Milano se un pezzo della curva dell’Inter canta cori razzisti. Nessuno pensa a Roma se lo fanno gli ultrà della Lazio (o della Roma). E nessuno pensa alla Sardegna o a Cagliari quando gli ultrà insultano Lukaku. Il Sindaco Sboarina e Fontana potrebbero quindi risparmiarci i loro piagnistei sulla gogna alla città. Alla gogna, semmai, ci sono razzisti da curva e fascisti capi ultrà che li difendono – e che rilasciano persino interviste per difendere il loro operato. L’invito ad adire a vie legali contro il calciatore, contenuto in una mozione del consigliere Bacciga, rasenta il ridicolo.
Poi c’è il tema al quale fanno riferimento i nostri. Che rapporto ha la politica locale con l’estrema destra razzista? Perché difende con tanta enfasi quegli ambienti? Semplice: perché ne è parte. Proprio il consigliere Andrea Bacciga, eletto nella lista Battiti per Verona, viene da Fortezza Europa, gruppo scissionista di Forza Nuova perché favorevole a sostenere con i propri voti il sindaco Sboarina.
Fortezza Europa è un termine usato dalla Germania nazista per designare l’Europa continentale sottoposta al predominio politico-militare tedesco. Del gruppo fa parte Yari Chiavenato, naziskin e ultrà arrestato nel ’96 per avere appeso in curva un manichino con la faccia nera, impiccato per protestare contro l’acquisto dell’olandese Michel Ferrier. Sul suo profilo Facebook, un post del 2012 recita semplicemente “Endlösung” (che in tedesco vuol dire “soluzione finale”). Per la festa del sindaco Sboarina era protetto da un cordone nel quale c’era anche Stefano Stupilli, arrestato nel ’93 assieme a Franco Freda.
Non è Verona, quindi, ad avere un problema di neofascismo, neonazismo e razzismo, ma la sua giunta (qui una lunga ricostruzione di Giulia Siviero su questa contiguità “storica”). Per questo se la prendono con Balotelli. Che Verona non sia la frangia estrema che occupa una parte importante delle sue istituzioni, che organizza family day e convegni revisionisti, è una certezza. Ma se fossi un veronese non sarei contento che a difendere il buon nome della città siano delle frange della destra estrema e razziste.
(Martino Mazzonis)