“Abusivo! Negro! Cosa stai facendo?” Poi una testata, un calcio e un pugno alle costole. La vittima è un giovane ghanese di venti anni che si è offerto di trasportare i bagagli a due donne davanti alla Stazione di Venezia. Gli aggressori sono due portabagagli “autorizzati” di trentasette e quarantuno anni, a quanto sembra già noti alla polizia locale.
La notizia è riportata dal Corriere del Veneto di oggi, ed è confermata da una delle due donne che ha annunciato di sporgere querela al suo ritorno dalla Spagna. Avrebbe assistito all’episodio anche un avvocato di passaggio.
Le testimonianze che una delle due donne e l’avvocato hanno rilasciato alla stampa locale sembrano molto chiare.
- Non è stata una semplice rissa per l’accaparramento dei “clienti”: l’aggressione è stata unilaterale ed è avvenuta a freddo, mentre il giovane stava già accompagnando per strada le due turiste.
- La matrice dell’aggressione sembra evidente: all’insulto razzista rivolto al ragazzo si sono accompagnati quelli contro le due donne intervenute in sua difesa. E contro una di loro è stato sferrato un pugno in faccia. Razzismo estensivo che colpisce anche chi tenta di proteggere chi lo subisce.
- All’esclamazione di una delle donne “ma in che razza di paese siamo?” i due uomini avrebbero risposto: «Viva Salvini» e «Sei nel Paese di Salvini». Il ministro dell’Interno ancora una volta viene evocato per giustificare un’aggressione razzista. Un ennesimo segnale che dovrebbe indurlo, se non lo ha ancora fatto, proprio per il ruolo che riveste, a prendere le distanze da quanto accaduto.
- Sul posto sarebbero stati presenti due vigili che non sarebbero intervenuti perché giunti dopo la prima aggressione, per evitare di “aggravare la tensione” e non “creare problemi di ordine pubblico”. Almeno così ha dichiarato il Comandante della polizia locale assicurando che le indagini sono in corso.
Intanto della vittima probabilmente non sapremo il nome, si è allontanata appena ha potuto. Come dargli torto? Se non ha un permesso di soggiorno, denunciare significherebbe esporsi a un provvedimento di espulsione. E poi “rubava il lavoro” agli italiani. Qualcuno commentando la notizia, ha richiamato la legalità: “In un paese in cui si rispettano le regole (leggi) il portabagagli “abusivo” non esisterebbe…”. Giusto. Peccato che nelle nostre città gli “abusivi” italiani e stranieri abbondino in tutti i settori del mercato del lavoro, in molti casi non per loro volontà. E aggiungiamo: in un paese civile non sarebbe possibile colpire chicchessia in pieno giorno presso la stazione di una delle città turistiche più famose al mondo, urlando insulti razzisti, senza che nessuno si preoccupi di intervenire.