Ieri il Senato ha definito il calendario dei lavori per gli ultimi giorni dell’anno. Otto provvedimenti calendarizzati per circa cinque giorni di lavoro a disposizione: la riforma della cittadinanza è all’ultimo punto. Probabilmente si chiuderà così il percorso legislativo iniziato più di cinque anni fa quando il 7 marzo 2012 l’Italia sono anch’io depositò la sua proposta di iniziativa popolare di riforma della legge n. 91/92, accompagnata da più di 100mila firme.
Lunaria, che insieme a molte altre associazioni si è impegnata in questi anni per l’approvazione della riforma, non può che prendere atto della scelta del partito di maggioranza di sacrificare un atto di giustizia a meri calcoli politici. La Lega Nord, che in questi anni ha ostacolato in ogni modo con la presentazione di migliaia di emendamenti, la discussione del disegno di legge in Commissione, può oggi legittimamente festeggiare.
Un milione di bambini e ragazzi che sono cittadini di fatto nel nostro paese ricevono invece uno schiaffo istituzionale di diffidenza e di rifiuto e, se avranno ancora il desiderio di diventare cittadini italiani, dovranno seguire le norme in vigore e attendere i 18 anni.
Ci scusiamo con loro a nome dei Senatori italiani: abbagliati dalle prestigiose aule di Palazzo Madama non sono evidentemente capaci di rappresentare la società che si muove intorno a loro. La rinuncia all’approvazione della riforma è il modo peggiore per chiudere la legislatura perchè asseconda i brutti venti di xenofobia e razzismo che stanno attraversando il nostro paese da nord a sud, spesso intrecciandosi con forme di apologia del razzismo.
Per quanto ci riguarda questi cinque anni di battaglia condotti insieme a centinaia di persone in decine di città italiane è stata un’esperienza straordinaria di partecipazione e di mobilitazione per i diritti di cittadinanza. Ne è valsa la pena perché era e continua ad essere una battaglia giusta. E come tutte le battaglie giuste ha ricevuto il sostegno appassionato di migliaia di persone, prime fra tutte le giovani generazioni del movimento #italianisenzacittadinanza che non si arrenderanno: con loro continueremo a lottare per i diritti, per la giustizia sociale e contro ogni forma di razzismo.
Grazia Naletto