L’UNDP nel 2009 ha dedicato il suo rapporto annuale sullo sviluppo umano alle migrazioni internazionali. Il rapporto non parla esplicitamente di razzismo, ma individua nella relazione di causalità che viene ipotizzata tra sicurezza, criminalità e migrazioni, nel timore di un loro impatto negativo sul mercato del lavoro e sui sistemi di protezione sociale e nei fattori di ordine culturale (diversità di consumi e stili di vita, di fede religiosa, ecc.) i principali elementi che ispirano l’ostilità e l’intolleranza delle società di destinazione nei confronti dei migranti. Particolarmente significative, soprattutto in quanto suggerite da parte di un’istituzione internazionale, le raccomandazioni rivolte ai governi dei paesi di emigrazione. Questi nella elaborazione delle loro politiche migratorie dovrebbero assumere innanzitutto come priorità la garanzia dei diritti fondamentali dei migranti (basic rights): il diritto a una pari remunerazione per un uguale lavoro, a condizioni di lavoro decenti, all’assistenza sanitaria e a quella sociale; il diritto a organizzarsi e ad agire collettivamente; il diritto a non essere sottomessi a forme di detenzione arbitraria e a fare ricorso contro i provvedimenti di espulsione; il diritto a non essere sottoposti a trattamenti disumani e degradanti; il diritto a tornare nei paesi di origine.
Tra i pilastri delle politiche di governo delle migrazioni l’Undp identifica inoltre la liberalizzazione e la semplificazione dei canali di ingresso nei paesi di destinazione, la riduzione delle transazioni associate alle migrazioni e l’inserimento delle migrazioni all’interno delle politiche nazionali di sviluppo. Il rapporto è disponibile a questo indirizzo: