Il 20 ottobre, l’Unar, in occasione della conclusione della “Settimana contro la violenza”, ha presentato, con una relazione al Parlamento, i dati contenuti nel rapporto annuale delle attività. Nel 2010, l’Ufficio nazionale anti-discriminazioni razziali (Unar) ha ricevuto 766 segnalazioni di discriminazione, più del doppio rispetto al 2009 (373), di cui 540 sono state ritenute “pertinenti”, ovvero relative a casi “effettivi” di violenza e di discriminazione (erano soltanto 241 nel 2009). Nei primi nove mesi del 2011 le segnalazioni pervenute sono già 800. Il rapporto evidenzia che questo forte incremento non è necessariamente dovuto ad una maggiore diffusione della discriminazione, ma piuttosto ad una crescita della capacità di intercettare i casi di potenziale discriminazione, oltre che all’iniziativa autonoma dell’Unar, che nel 2010 ha istruito alcuni casi senza il supporto di una segnalazione esterna, fatto nuovo rispetto al passato. Nel complesso, in sei anni di attività l’Unar ha trattato 1869 casi di discriminazione razzista, con una media di più di un caso al giorno. A effettuare le segnalazioni sono state nel 41,1% le vittime stesse di discriminazione, nel 20% i testimoni, nell’8% associazioni o enti; nel 30,9% le discriminazioni sono state rilevate direttamente dall’Unar. Il rapporto sottolinea anche che 48 casi sono stati affidati ad esperti giuridici esterni per il trattamento dei casi più complessi e controversi. La maggior parte dei casi di discriminazione rilevati (405) si è chiusa con una conciliazione tra le parti, in 71 casi l’istruttoria risultava ancora in corso al momento della chiusura della relazione, in 40 casi le istruttorie hanno portato all’avvio di procedimenti giudiziari. Dieci i casi che sono stati inviati all’Oscad, 11 alla polizia postale e 3 alla Consigliera nazionale di parità. Il maggior numero di segnalazioni (109 casi, pari al 20,2%) ha riguardato l’ambito dei mass-media che, rispetto al 2009, ha un’incidenza quasi raddoppiata. Questo dato, si legge nella relazione, rappresenta un immediato riscontro dell’azione di monitoraggio intrapresa dall’ufficio nei confronti di giornali, web e mezzi di comunicazione in genere. Sempre nel 2010, il secondo ambito di discriminazione è stato la “vita pubblica” con una percentuale molto simile a quella dei precedenti 12 mesi. In aumento le segnalazioni relative all’erogazione di servizi da parte di enti pubblici (15,9%); diminuiscono, invece, quelle relative al lavoro (11,3%), alla casa (8,9%) e al tempo libero (8%). Negli altri ambiti monitorati (erogazione dei servizi da pubblici servizi, scuola e istruzione, erogazione servizi finanziari, forse dell’ordine, trasporto pubblico e salute), le ricorrenze sono meno frequenti ed in linea con gli anni precedenti. Alcuni ambiti specifici di discriminazione meritano particolare attenzione. In primo luogo, nel mondo dei media, la maggior parte delle discriminazioni rilevate (80,7%) si riferisce a internet. Mentre nell’ambito della “vita pubblica”, è opportuno evidenziare che 47 sono i casi di aggressione e violenza fisica.