Abbiamo ricevuto dagli amici del Cospe una segnalazione che merita la dovuta attenzione.
Si terrà il 21 settembre a Prato un convegno dal titolo: “L’immigrazione. ‘La sfida del terzo millennio’”. Titolo di per sé neutro, anche se il virgolettato dovrebbe già metterci in guardia: le “sfide”, in particolare quando riguardano i migranti, possono avere segni del tutto contrapposti.
Il convegno è promosso dall’Osservatorio Nazionale Abusi Psicologici di Prato “in partnership con la Questura e in collaborazione con la Prefettura di Prato” e ha ottenuto il patrocinio di Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero degli Interni, Regione Toscana, Provincia di Prato, Comune di Prato, Diocesi di Prato, Polo Universitario Città di Prato. Il dettaglio non è irrilevante considerando il tipo di “sfida” a cui intendono, evidentemente, far riferimento gli organizzatori. La illustra, a nostro parere, molto chiaramente l’articolazione del programma.
“Criminalità e immigrazione”, “Criminalità economica e sfruttamento della manodopera clandestina”, “Minori sfruttamento e crimine”, “Devianza minorile e immigrazione” (da notare lo sforzo per evitare l’uso della parola criminalità per la quarta volta) sono i titoli di tre interventi e di un “simposio”(?). Relatori: personale della Polizia di Stato, della Guardia di Finanza, uno psicologo, il Direttore dell’Ufficio di Servizio Sociale per i Minorenni per la Toscana e il Vice-Direttore di un istituto penale minorile. Sfuggono alla reiterazione i titoli degli interventi di una psicologa e di un avvocato, console onorario del Senegal: “Donne, immigrazione e cultura” e “Ruolo e finalità di un consolato”.
Il tutto preceduto da “saluti delle autorità”: Vescovo, Prefetto, Questore, Sindaco e Presidente della Provincia.
I promotori del convegno desiderano proporre “un utile momento di riflessione, formazione ed approfondimento professionale anche per il personale delle Forze di Polizia statali e locali, nonché per i professionisti che lavorano in ambito psico/sociale” tanto che “Sono stati richiesti i Crediti Formativi all’Ordine Professionale degli Assistenti Sociali della Regione Toscana”.
Domanda: la sfida prioritaria del terzo millennio è davvero quella di far fronte ai fenomeni di devianza commessi da parte di una minoranza di cittadini stranieri? O invece è quella di guardare ai diritti di cittadinanza dei più di 5 milioni che vivono, lavorano, studiano stabilmente nel nostro paese e dei più di 650.000 minori “figli dell’immigrazione” nati in Italia, ma costretti ad essere “stranieri” sino alla maggiore età?
La partecipazione e il patrocinio di tutte le massime autorità locali a un convegno così articolato non contribuisce forse a diffondere tra i partecipanti e nell’opinione pubblica una rappresentazione criminalizzante dei cittadini stranieri? Quanto può essere “formativo” per un assistente sociale un convegno così congegnato?
Forse “esageriamo”, o forse no?
PS: ci auguriamo che i migranti e i rom riprodotti nelle foto che accompagnano il programma ne abbiano autorizzato la pubblicazione.
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