“Ogni notte gruppi di migranti provano a varcare la frontiera con la Croazia, ma trovano i manganelli dei poliziotti a fermarli. Li picchiano, li arrestano e li rimandano indietro. Gli vengono sequestrati i cellulari e rubati i soldi. I respingimenti violenti da parte della polizia croata sono stati condannati dal Consiglio d’Europa e dal Parlamento europeo, ma continuano a essere all’ordine del giorno. I respingimenti violano una serie di norme, sono illegali, ma l’Europa ha affidato ai paesi balcanici quello che sarebbe illegale. Degli attivisti al confine hanno appeso un cartello: “Benvenuti in Croazia, il paese della tortura”. Si chiude così l’articolo di Annalisa Camilli, pubblicato il 5 novembre su Internazionale, che racconta quanto sta accadendo in Bosnia.