L’associazione Duhmcatu denuncia un grave episodio di razzismo compiuto ieri sera a Roma. Questa la ricostruzione sulla base delle informazioni fornite dall’associazione e pubblicate su alcune testate.
E’ periodo di Ramadan e il 25 luglio diverse persone bengalesi si ritrovano a pregare in un piccolo centro nel cuore di Tor Pignattara. Intorno alle 21, all’esterno del centro scoppia una lite tra un cittadino bengalese e due uomini italiani. Le voci si alzano e partono gli insulti “Questa strada è nostra, non siete mica a casa vostra” che richiamano altri abitanti del quartiere. Due cittadini bengalesi vengono picchiati violentemente. Vengono chiamati Carabinieri e Polizia, ma le aggressioni continuano. Alla minaccia “Io vi brucio, vi brucio!”, i Carabinieri decidono di chiudere la strada ed evacuare la moschea. Ma non basta. Qualcuno che abita in un palazzo vicino scende con un corpo contundente e tenta di distruggere la finestra del centro, incoraggiato dalle grida dei vicini. Secondo le testimonianze, non viene né identificato né fermato. Alcuni sassi vengono lanciati dentro la moschea senza che nessuno intervenga. Solo verso la mezzanotte torna la calma.
Duhmcatu lancia accuse molto gravi nei confronti delle forze dell’ordine che non sarebbero intervenute tempestivamente a fermare le aggressioni. Per domenica invita a manifestare a partire dalle 18, concentramento in via Casilina 525: da qui partirà un corteo che raggiungerà via Gabrio Serbelloni dove si trova la moschea.
Non è la prima volta che il quartiere è teatro di aggressioni razziste, spesso rivolte contro cittadini bengalesi, ma mai la xenofobia e il razzismo avevano tenuto banco per un’intera serata sotto lo sguardo, in qualche caso complice, delle persone residenti.
Tor Pignattara è da tempo uno dei quartieri romani a più alta densità di popolazione straniera: camminando per le sue strade può capitare di ascoltare qualche commento intollerante da parte di chi, magari residente qui da decenni, lo ha visto cambiare. Ma sino ad oggi famiglie italiane e straniere hanno convissuto senza tensioni rilevanti, ci sono un circolo di rifondazione meticcio molto frequentato, un comitato di quartiere e associazioni molto attivi. La gravità di quanto successo l’altra sera non deve dunque portare a generalizzazioni improprie né a stigmatizzare il quartiere.
Certo è che se il comportamento delle forze dell’ordine è stato singolarmente “prudente” come denunciano Duhmcatu e alcune testimonianze raccolte dalla stampa, questo sì, è un fatto molto grave.