Ci siamo. Dopo l’introduzione dei “crediti universitari” e della “patente a punti”, tocca all’Italia migrante adeguarsi a questa nuova forma di misurazione. Il cosiddetto “permesso a punti” era stato introdotto con la legge 94/2009 e a settembre dello scorso anno era stato emanato il regolamento di attuazione (Decreto del Presidente della Repubblica n. 179 del 14 settembre 2011, GU n. 263 del 11-11-2011) che domani, 10 marzo 2012, entrerà in vigore. Una specie di patto (decisamente asimmetrico) andrà a regolamentare diritti e doveri dell’immigrato, introducendo una “misurazione a punti” per determinarne il “grado di integrazione”. Si tratta di una pesante eredità del precedente Governo, che porta la firma dei ministri Maroni, Sacconi e Gelmini. Il 2 marzo scorso, poi, gli attuali ministri dell’Interno, Annamaria Cancellieri, e dell’Integrazione, Andrea Riccardi, hanno emanato le linee di indirizzo per la sua applicazione, predisponendo anche, assieme ad un vademecum sulle nuove procedure, una traduzione in 19 lingue. Inoltre, il Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del Ministero dell’Interno ha istituito un’anagrafe nazionale degli “intestatari degli accordi di integrazione”, che riporterà nel dettaglio, per ciascun cittadino straniero, i propri dati anagrafici e dei componenti del proprio nucleo familiare, gli estremi dell’accordo, i crediti di volta in volta assegnati o decurtati, il dato dei crediti finali riconosciuti al termine di ciascuna verifica, gli estremi delle determinazioni assunte dal Prefetto e dallo Sportello Unico, nonché le eventuali modifiche o estinzioni dell’accordo.
Da domani, dunque, tutti i cittadini stranieri non comunitari, tra i 16 e i 65 anni, che faranno il loro primo ingresso in Italia e chiederanno il rilascio del permesso per almeno un anno, dovranno sottoscrivere contemporaneamente quest’Accordo con lo Stato, con il quale si impegneranno ad acquisire una adeguata conoscenza della lingua italiana parlata e una sufficiente conoscenza dei principi fondamentali della Costituzione e del funzionamento delle istituzioni e della vita civile in Italia, oltre ad adempiere all’obbligo di istruzione dei figli minori e ad assolvere gli obblighi fiscali e contributivi. Altro requisito, poi, per ottenere il permesso di soggiorno è la “tassa-contributo”, già in vigore dal 30 gennaio scorso, che va dagli 80 ai 200 euro, e che si aggiunge agli altri pagamenti di bolli e servizi. All’atto della firma dell’Accordo, verranno assegnati al cittadino straniero 16 crediti. Un mese prima della scadenza dell’accordo, che ha durata biennale, lo sportello unico per l’immigrazione avvierà una verifica: l’accordo sarà adempiuto se il cittadino straniero avrà ottenuto un punteggio pari o superiore ai 30 crediti. Se i “punti” saranno pari o inferiori a zero, lo straniero verrà automaticamente espulso. L’Accordo prevede anche “una sessione di formazione civica, a cura degli Sportelli unici per l’immigrazione delle Prefetture, alla quale lo straniero è tenuto a partecipare entro 3 mesi dalla sottoscrizione dell’Accordo”. Nelle linee di indirizzo si precisa poi che la revoca o il diniego del permesso di soggiorno con la conseguente espulsione, a seguito di perdita dei crediti, non potrà essere attuata nei confronti dello “straniero titolare del permesso per asilo, richiesta di asilo, protezione sussidiaria, motivi umanitari, motivi familiari, permesso di soggiorno Ce per soggiornanti di lungo periodo, carta di soggiorno per familiare straniero di cittadino dell’Ue, nonché dello straniero titolare di altro permesso di soggiorno che ha esercitato il diritto al ricongiungimento familiare”. Da domani, quindi, i migranti dovranno cominciare a misurarsi con una nuova “raccolta punti”: più di un supporto all’inclusione sociale, una vera e propria corsa ad ostacoli.
Scarica il testo della circolare congiunta contenente le linee di indirizzo.
Scarica il testo della circolare del Ministero dell’interno contenente le indicazioni operative.