Niente da dire. La Germania, per quel che riguarda la lotta alle più svariate ed odiose forme di hate speech online, ha una marcia in più rispetto al resto dell’Europa.
Già da settembre, il ministro tedesco della Giustizia, Heiko Maas, aveva iniziato un certosino lavoro di gruppo con Google, Twitter e Facebook che ha portato oggi i suoi primi risultati. Già dopo soli 3 mesi. ”Internet non è un luogo dove le leggi sono ignorate, dove i commenti perseguibili possono essere diffuse impunemente“, dichiarava a settembre Maas. ”Non c’è spazio per la tolleranza fuori luogo nei confronti degli utenti di Internet che diffondono propaganda razzista”.
Il governo tedesco, infatti, aveva accusato Facebook di non far nulla per rimuovere i messaggi razzisti, e la querelle avrebbe potuto trasformarsi in un processo penale a quattro manager di Facebook Germania. Anche su Google, il governo era intervenuto per chiedere di far rimuovere una carta interattiva della Germania con indicati centinaia di centri di accoglienza per rifugiati, che alcuni estremisti di destra tedeschi avevano condiviso online, proprio grazie al servizio di Google Maps. Questa carta interattiva era stata segnalata da centinaia di utenti della rete, che avevano manifestato preoccupazioni per le ripercussioni razziste legate alla condivisione virale del link della mappa intitolata: ‘No ai richiedenti asilo nel mio vicinato’. In un recente messaggio di Google, si avverte che quel contenuto viola le linee guida dell’azienda e pertanto è stato rimosso.
Il ministro tedesco ha, quindi, annunciato con un comunicato congiunto con le tre compagnie tecnologiche che, d’ora in poi, i cittadini tedeschi avranno dei meccanismi molto rapidi per segnalare messaggi inadeguati ed offensivi. Inoltre, tutte le segnalazioni saranno prese in carico da team di esperti informatici che provvederanno alla rimozione dei contenuti ritenuti effettivamente lesivi della dignità umana, oltre a trasmettere i nominativi dei responsabili alle autorità competenti entro le 24 ore successive alla segnalazione stessa. Al momento, non è chiaro se i contenuti saranno completamente rimossi o se sarà solo bloccato l’accesso dalla Germania, e se saranno interessati solo i contenuti prodotti nel paese.
Il ministro Maas ha sottolineato che queste misure non sono pensate per limitare la libertà di espressione, ma piuttosto per assicurare anche online l’applicazione delle norme tedesche contro l’incitamento all’odio “razziale”. L’accordo mira anche a facilitare il compito di utenti e gruppi anti-razzismo per la segnalazione di contenuti che incitano a violenza e odio.
“Quando i limiti della libertà di parola vengono superati, quando ci sono criminalità, sedizione e incitamento a compiere delitti contro la persona, tali contenuti vanno rimossi dalla rete”, commenta Maas dopo il lancio del comunicato. “La libertà di espressione protegge anche i commenti ripugnanti, volgari o sgradevoli ma si passa il limite quando si tratta di incitare alla violenza o attaccare la dignità delle persone in maniere punibili come delitti di incitazione all’odio razziale”. E questo tipo di reati in Germania vengono punti con il carcere da tre mesi fino a cinque anni. Intanto, però, lo scorso weekend, in vista dell’accordo da siglare, ignoti hanno imbrattato i muri della sede Facebook di Amburgo con la scritta ‘Facebook dislike‘. Per noi, la Germania merita un like. L’hate speech no!