E’ stata indetta per domani, 10 luglio 2018, alle ore 12, una “giornata di digiuno di giustizia in solidarietà coi migranti”. Preti di strada, missionari e suore, per manifestare il loro dissenso rispetto alle politiche migratorie del ministro dell’Interno e del Governo, si raduneranno davanti alla basilica di San Pietro. Per dieci giorni, poi, saranno in piazza a Montecitorio, dove terranno un presidio. L’iniziativa è stata promossa da padre Alex Zanotelli a nome dei missionari comboniani, da monsignor Raffaele Nogaro, vescovo emerito di Caserta, da suor Rita Giaretta, di “Casa Ruth” di Caserta, da padre Giorgio Ghezzi religioso sacramentino, la Comunita’ del Sacro Convento di Assisi. Tra gli organizzatori anche don Alessandro Santoro, della comunità delle Piagge di Firenze e Peppe Sini del Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo. Per adesioni al digiuno e partecipazione scrivere a questa email: digiunodigiustizia@hotmail.com. Qui di seguito il testo dell’appello.
UN DIGIUNO DI GIUSTIZIA IN SOLIDARIETA’ CON I MIGRANTI
“Avete mai pianto, quando avete visto affondare un barcone di migranti?” così Papa Francesco ci interpellava durante la Messa da lui celebrata a Lampedusa per le 33.000 vittime accertate (secondo il giornale inglese Guardian che ne ha pubblicato i nomi) perite nel Mediterraneo per le politiche restrittive della “Fortezza Europa”.
È il naufragio dei migranti, dei poveri, dei disperati, ma è anche il naufragio dell’Europa, e dei suoi ideali di essere la “patria dei diritti umani”. La Carta della UE afferma: “La dignità umana è inviolabile. Essa deve essere rispettata”.
È un crimine contro l’umanità, un’umanità impoverita e disperata, perpetrato dall’opulenta Europa che rifiuta chi bussa alla sua porta.
Un rifiuto che è diventato ancora più brutale con lo scorso vertice della UE dove i capi di governo hanno deciso una politica di non accoglienza. Anche l’Italia, decide ora di non accogliere, di chiudere i porti alle navi delle ONG ed affida invece tale compito alla Guardia Costiera libica, che se salverà i migranti, li riporterà nell’inferno che è la Libia. Perfino la Commissione Europea ha detto: “Non riportate i profughi in Libia, lì ci sono condizioni inumane.”
Per questo stiamo di nuovo assistendo a continui naufragi. L’ONU parla di oltre mille morti in questi mesi.
Papa Francesco ha fatto sue le parole dell’arcivescovo Hyeronymous di Grecia pronunciate nel campo profughi di Lesbos: “Chi vede gli occhi dei bambini che incontriamo nei campi profughi, è in grado di riconoscere immediatamente la “bancarotta dell’umanità”.
È il sangue degli impoveriti, degli ultimi che interpella tutti noi, in particolare noi cristiani che saremo giudicati su: “Ero straniero… e non mi avete accolto.” Noi chiediamo a tutti i credenti, di reagire, di gridare il proprio dissenso davanti a queste politiche disumane.
Noi proponiamo un piccolo segno visibile, pubblico: un digiuno a staffetta con un presidio davanti al Parlamento italiano per dire che non possiamo accettare questa politica delle porte chiuse che provoca la morte nel deserto e nel Mediterraneo di migliaia di migranti.
“Il digiuno che voglio – dice il profeta Isaia in nome di Dio – non consiste forse nel dividere il pane con l’affamato, nell’introdurre in casa i miseri senza tetto, nel vestire uno che vedi nudo senza trascurare i tuoi parenti ?”.