E’ una brutale aggressione razzista quella subita venerdì 12 luglio da Susy, benzinaia di 35 anni, picchiata con violenza da un uomo in pieno giorno (erano circa le 15, ndr) e nell’indifferenza totale dei presenti.
La donna si sta recando ad aprire il distributore di Vazzola (Treviso), in via Cesare Battisti, dove lavora. Giunta sul posto, nella stazione di servizio, trova un furgone che si sta dirigendo verso un bar poco distante a velocità sostenuta. La donna, allora, dà un colpo di clacson per segnalare la sua presenza ed allertarlo. Questo basta a scatenare la reazione rabbiosa del 49enne alla guida del mezzo, che sceso di corsa l’aggredisce. Quando se lo ritrova davanti, Susy tenta di spiegargli che ha suonato il clacson “perché è pericoloso correre in quel modo, su un piazzale dove ci sono persone che camminano”. E lui per tutta risposta, la colpisce con un calcio al ginocchio (con conseguente ematoma) e un violento schiaffo (che le fa perdere gli orecchini e le fa sanguinare l’orecchio). Infine, la insulta con frasi razziste: “Sporca negretta … Tornatene in Marocco …. Puzzi …”.
Un attacco violento durato alcuni minuti, dopo i quali l’uomo se ne va tranquillamente, come se niente fosse accaduto, e raggiunge il bar. La donna chiama prima i carabinieri e poi informa il marito di quanto successo. Poi, dopo essere stata medicata al Pronto Soccorso di Conegliano, sporge denuncia.
L’aggressione è stata anche denunciata pubblicamente (come spesso accade ormai da tempo) su Facebook dal titolare del distributore Energyca, dove Susy lavora. Ma oltre al post di denuncia, vi è anche un appello accorato a parlare e a testimoniare: “Nessuno dei presenti interviene, vede e sente niente mi sembra così strano anche perché subito il gestore ha chiamato il proprietario dell’area per informarlo che una benzinaia aveva litigato con un cliente. (…) Vista l’ora e la zona sono certo che qualcun altro può aver assistito all’accaduto. Se qualcuno può, parli: potete chiamarci in ufficio al 0438/23020, contattarmi in privato o ancora meglio contattare i Carabinieri della caserma di Codognè. Non si può lasciare impunito chi si comporta così, non si può rimanere indifferenti, non si può lasciar correre”.
L’uomo che ha picchiato Susy è stato già identificato grazie al numero di targa del suo furgone, ma purtroppo le telecamere della zona non hanno potuto riprendere l’aggressione e dunque servono dei testimoni che confermino l’accaduto.
Intanto, molti sono i messaggi di solidarietà arrivati attraverso i social network alla donna, tra cui anche quello del sindaco di Vazzola, Giovanni Zanon.
Susy, in Italia da quasi 20 anni, impiegata al distributore da cinque anni, non riesce a spiegarsi il perché di “tanta violenza per un pretesto così banale”.
Susy è già tornata al suo lavoro, seppur zoppicante.
E’ una buona notizia della quale rallegrarsi, ma siamo sicuri che, al di là dei lividi, resti pungente il dolore di una ferita invisibile ma profonda.