Alcuni lettori e follower della pagina Facebook Cosenza 2.0 segnalano alla redazione un post di un utente (semplicemente appuntato come J. C.) che denuncia un episodio di violenza nei confronti di un bambino. L’utente in questione è anche testimone oculare di quanto accaduto e si appella ai presenti per ritrovare, identificare e denunciare l’autore della violenza alle forze dell’ordine.
Il fatto è accaduto intorno alle 19 del 3 settembre in Via Macallè, una traversa di corso Mazzini, in pieno centro a Cosenza. Un bambino di circa 3 anni passeggia con sua madre in compagnia dei suoi 2 fratelli poco più grandi, e si avvicina ad un passeggino con un altro bambino per socializzare e giocare. Probabilmente, come suggerisce il testimone, per accarezzarlo e regalargli un sorriso. Il padre del bambino nel passeggino si gira all’improvviso, comincia a urlare contro i bambini e poi strattona i tre fratelli, nell’intenzione di allontanarli. Infine, tira un calcio nello stomaco al bambino più piccolo, sbalzandolo di circa 2 metri.
Il testimone allora accorre verso il bambino che nel frattempo è diventato pallido e respira a fatica. Altri passanti si avvicinano. Ma nel frattempo l’aggressore, sebbene colpito da un pugno da uno dei passanti, si dilegua. Poi giunge l’ambulanza.
Il piccolo, soccorso e medicato in ospedale, viene presto dimesso. Sta meglio ma è sotto choc. La famiglia del bambino ha sporto denuncia e la questura sta esaminando i filmati delle telecamere a circuito chiuso della zona. Il padre del bambino ha chiesto aiuto anche su Facebook.
Qualcuno ha “provato” a parlare di fake news, ma purtroppo diverse testimonianze a riguardo confermano l’accaduto. Per fortuna, tanti i commenti indignati dei cittadini. Qualcuno di loro ha anche ben sottolineato che, in quei pochi trafiletti di stampa locale, nei titoli, non c’era bisogno di sottolineare che il bambino è “musulmano” o “africano”.
Di fatto, il bambino colpito è figlio di una coppia di cittadini marocchini da tempo residenti in Italia. E sono anche delle persone di religione musulmana. Ma ci si sarebbe dovuti fermare un attimo prima. Al bambino tout court. Poco importa da dove venga o quale religione professi. La violenza è violenza. Qui sembrerebbe aggravata anche dall’odio razzista.