Un’iniziativa decisamente innovativa per il nostro paese che potrebbe essere utilmente replicata. CGIL, Inca e Federconsumatori hanno promosso due azioni collettive contro le inefficienze della pubblica amministrazione che hanno presentato mercoledì 1 giugno in una conferenza stampa. Obiettivo: la garanzia dei diritti dei migranti e il rispetto dei tempi previsti dalla legge per l’espletamento delle procedure relative al riconoscimento della cittadinanza italiana e dello status di soggiornante di lungo periodo. Le due azioni collettive, promosse contro il Ministero dell’Interno, coinvolgono direttamente rispettivamente 63 e 10 immigrati le cui storie sono state scelte per il loro carattere esemplare ma la loro valenza assume, naturalmente, una portata ben più generale.
Per quanto riguarda la cittadinanza, nonostante la legge preveda la conclusione delle procedure entro i due anni dalla presentazione della richiesta, e nonostante le recenti modifiche legislative che impongono ai richiedenti una tassa di 200 euro, oggi, denuncia la CGIL “nella realtà concreta questo non avviene, poiché passano due, tre o quattro anni senza riscontro da parte dell’Amministrazione”.
Sul tema del riconoscimento dello status di soggiornante di lungo periodo, con l’azione collettiva si vuole contrastare la disomogeneità del rilascio nei vari contesti territoriali, nei quali, benché la legge lo preveda “per sé e per i proprio familiari”, a fronte di un certo grado di inserimento sociale, molte questure si ostinano a procrastinarne la concessione.
Dal punto di vista procedurale, le “class action” prendono avvio con un atto di diffida a cui il Ministero è tenuto a fornire risposta entro 90 giorni dal ricevimento. Sono legittimati ad agire sia i privati cittadini pregiudicati dal disservizio dell’Amministrazione che gli enti collettivi e le associazioni di tutela dei soggetti portatori dei medesimi interessi. Se l’Amministrazione non risponde nel termine di 90 giorni o se risponde in modo insoddisfacente o se comunque il disservizio non viene eliminato, può essere promossa nel termine di un anno la vera e propria azione di classe in sede giurisdizionale davanti al Tar.
Info: www.cgil.it