Da tre giorni migliaia di persone stanno cercando di superare il confine turco per raggiungere l’Europa, ma Grecia e Bulgaria stanno attuando una repressione violenta — con il benestare dell’Unione Europea. Molti hanno ricordato il flusso di circa un milione di richiedenti asilo che nel 2015 partì dalla Turchia e risalì l’Europa orientale attraverso la cosiddetta “rotta balcanica”. Anche i principali leader europei temono che la situazione possa diventare di nuovo molto complicata: ieri il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis ha sospeso l’esame delle richieste di protezione dei migranti in arrivo dalla Turchia, mentre diversi suoi colleghi hanno parlato della necessità di rinforzare il confine con la Turchia. Pubblichiamo qui di seguito una nota del Centro Astalli.
Alla luce di quanto sta accadendo ai migranti bloccati in Grecia e in seguito alle tragiche notizie dell’escalation di violenza e morte nella zona di Idlib in Siria, il Centro Astalli si appella istituzioni nazionali e sovranazionali chiedendo l’evacuazione immediata dei campi profughi in Grecia.
I migranti che versano in condizioni disumane in territorio europeo siano immediatamente ricollocati in tutti i Paesi Ue. Ognuno faccia la sua parte e l’Italia per prima dia il suo contributo.
Si apra immediatamente un corridoio umantiario europeo per i siriani in fuga dalle bombe, ponendo fine allo scellerato accordo con la Turchia che ha di fatto condannato milioni di persone a miseria, disperazione e morte.
L’Unione europea agisca immediatamente esigendo il rispetto dei diritti dei migranti a ricevere protezione e a non essere respinti o peggio usati come strumento di guerra e di trattative tra parti.
Si rompa la coltre di immobilismo e indifferenza con cui da troppo tempo si accettano soprusi e privazioni da parte di governi con cui si continua a interloquire nonostante le gravissime violazioni dei diritti umani ai danni di popolazione civile e migranti.
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