Nonostante “alcuni aspetti innovativi [..] permane una sostanziale chiusura all’immigrazione legale nell’UE“: questo il commento di Asgi (Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione) sull’ Agenda europea sulla migrazione presentata dalla Commissione europea il 13 maggio 2015, presentato in un documento che, punto per punto, sottolinea come l’Unione europea “per motivi economici costringe forzatamente il potenziale migrante verso canali d’ingresso irregolari o verso la richiesta di protezione internazionale, con effetti negativi sul sistema europeo dell’asilo”. Un documento in cui Asgi, oltre a elaborare un’analisi dei contenuti, presenta specifiche richieste e proposte. Pubblichiamo il comunicato
Difendere i diritti delle persone e non le frontiere
Osservazioni e proposte dell’ASGI sull’Agenda europea sulla migrazione: Positiva la previsione di strumenti nuovi nell’ambito della protezione internazionale dei rifugiati quali il ricollocamento e soprattutto il reinsediamento, ma prevalgono ambiguità su aspetti importanti.
L’Agenda europea sulla migrazione presentata dalla Commissione europea il 13 maggio 2015 “ presenta aspetti innovativi ma in essa prevalgono ambiguità su aspetti importanti”. Tuttavia “permane una sostanziale chiusura all’immigrazione legale nell’UE per motivi economici ciò che costringe forzatamente il potenziale migrante verso canali d’ingresso irregolari o verso la richiesta di protezione internazionale, con effetti negativi sul sistema europeo dell’asilo.” Queste le parole con cui l’ASGI presenta le proprie analisi sui contenuti dell’Agenda europea sull’Immigrazione e asilo. Punto per punto l’Associazione, dopo un seminario di riflessione nell’ambito della propria assemblea dei soci, ha analizzato i contenuti dell’Agenda, elaborandone un’analisi dei suoi contenuti e presentando specifiche richieste.
Sebbene vada valutata positivamente la consapevolezza, che emerge dall’Agenda, rispetto alla natura delle migrazioni come fenomeni ordinari nella vita e nella storia delle società europee che hanno cause politiche, economiche e ambientali profonde, l’ASGI ritiene che essa non si traduca né in interventi strutturali efficaci che possono essere attuati dalla Unione europea negli Stati di emigrazione, né tantomeno nell’individuazione di strumenti per la gestione ordinaria e non emergenziale di questi fenomeni.
L’ASGI ritiene positiva la previsione di introdurre degli strumenti nuovi nell’ambito della protezione internazionale dei rifugiati quali il ricollocamento e soprattutto il reinsediamento, ma evidenzia come si tratti di istituti che vanno disciplinati in modo rigoroso, tenendo conto in primis della volontà dei soggetti interessati. In particolare il reinsediamento andrebbe realizzato con grande determinazione “per alleggerire fin da ora l’enorme presenza di sfollati da zone di guerra fuggiti e oggi ospitati in Paesi molto più fragili degli Stati europei come il Libano e la Giordania, la cui eventuale implosione potrebbe produrre altri e ancor più gravi conflitti e costringerebbe alla fuga un numero molto più elevato di persone.
In relazione all’allusione contenuta nell’Agenda europea ad un possibile intervento militare in Libia è da ritenersi “un’ipotesi scellerata che, oltre ad aggravare la generale situazione di un Paese già dilaniato dalla guerra civile, produrrebbe gravi conseguenze sulla condizione dei migranti stessi, trasformandoli sia in vittime dirette di operazioni militari, che indirette in ragione della crisi umanitaria che deriverebbe dal conflitto”.
“Ci si auspica che le nostre analisi possano essere utile ai rappresentati delle Istituzioni italiane ed europee coinvolte oggi nel difficile compito di decidere quale strada l’ Europa vorrà intraprendere” afferma Lorenzo Trucco, presidente dell’ASGI “ confidando che verranno perseguiti i valori fondanti dell’Unione e non la chiusura della fortezza con il rifiuto delle proprie radici di accoglienza e coesione sociale ”.
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