Udine, Friuli-Venezia Giulia. Ormai da diversi giorni un gruppo di circa 30 migranti, provenienti tutti dalla Rotta Balcanica, sta passando i canonici 14 giorni di quarantena precauzionale previsti dopo l’arrivo in Italia, non all’interno di una struttura idonea, ma a bordo di due autobus. Qui mangiano e dormono, nell’area verde dove sono parcheggiati i mezzi hanno a disposizione dei bagni chimici e un tubo per lavarsi fornito dai volontari della Caritas. In attesa dell’esito del tampone questi migranti sono costretti a vivere in precarie condizioni igienico-sanitarie dunque, una situazione già di per sé molto grave, ma ancora più drammatica se si pensa alla fase delicata che stiamo attraversando in cui il rispetto dei protocolli anti-contagio è fondamentale per impedire lo scoppio di nuovi focolai di corona virus.
Inizialmente il gruppo di migranti costretto a vivere sui pullman era addirittura più numeroso. 70 persone circa erano infatti state collocate su 3 diversi autobus nel piazzale del Santuario della Madonna Missionaria a Tricesimo, un piccolo comune della provincia di Udine. La struttura del paesino predisposta all’accoglienza di persone in quarantena, la foresteria del Castello (28 posti letto), era già piena e così i richiedenti asilo sono stati collocati sui pullman. A seguito delle proteste del sindaco di Tricesimo Giorgio Baiutti, il quale aveva inviato diverse lettere di lamentela al prefetto di Udine Angelo Ciuni, sabato 5 settembre verso mezzogiorno i migranti sono stati trasferiti a Udine, in via Pozzuolo, nei pressi dell’ex ospedale psichiatrico di Sant’Osvaldo. Gli autobus sono sorvegliati sia dalla Polizia che dalla Protezione Civile, con lo scopo di prevenire eventuali tentativi di fuga, come già successo a Tricesimo, secondo quanto dichiarato dal Sindaco del paesino friulano.
Prima del trasferimento, circa 40 persone hanno trovato accoglienza alcune presso la caserma Cavarzerani, sempre ad Udine, mentre altre alloggiano ora in diverse strutture trovate grazie all’aiuto della Caritas.
Il prefetto Angelo Ciuni ha dichiarato a La Repubblica che si tratta di una soluzione “temporanea” e di “emergenza” e che si sta lavorando per trovare un edificio dove accogliere adeguatamente gli altri migranti che rimangono sugli autobus.
Una situazione assurda e intollerabile, che poteva essere evitata e che evidenzia, purtroppo ancora una volta, le conseguenze dello smantellamento del sistema di accoglienza seguito alla riforma normativa promossa dal Governo precedente.
I migranti non possono essere trattati in questo modo, molti di loro hanno affrontato già diversi e profondi traumi sia nel loro paese di origine sia nel percorso migratorio che li ha condotti in Europa. È indispensabile e necessario rivolgere loro un’adeguata accoglienza e assistenza, oggi più che mai.