“Allo stato attuale non ci sono evidenze di casi di malattia fra il personale della Polizia, così come non si sono evidenziati casi di malattia fra i soggetti di recentissima immigrazione”. Con questa nota congiunta Ausl e Comune di Ferrara smentiscono i sindacati di polizia Sap e Siap, che ieri hanno denunciato due casi di Tbc tra i poliziotti di Ferrara, contagiati – secondo i sindacati di polizia – durante le operazioni di accoglienza degli immigrati.
Nello specifico, i due casi segnalati dai sindacati sono risultati positivi al test Mantoux, “il sistema più diffuso per verificare se una persona è venuta a contatto con il bacillo di Koch l’agente responsabile della malattia, e il sistema immunitario ha reagito di conseguenza”, spiega la dottoressa Marisa Cova, responsabile del servizio Igiene Pubblica dell’Asl.
L’azienda sanitaria ferrarese ha sottolineato che “in base a quanto previsto dai programmi di controllo della diffusione della Tubercolosi, tutto il personale della Polizia impegnato nelle operazioni di gestione dei migranti è stato sottoposto a controlli con il test cutaneo alla tubercolina, mentre gli immigrati sono stati sottoposti a controllo clinico-radiologico volto a escludere la presenza della malattia con esito negativo”.
Nessun allarme quindi, nonostante da più parti si sia subito gridato all’emergenza. “Un POLIZIOTTO in servizio a Ferrara, a contatto con immigrati arrivati sul posto, è stato contagiato dai batteri della TUBERCOLOSI. Mare loro, malattie nostre”, commentava Salvini subito dopo la dichiarazione di Sap e Siap. Il quotidiano Il Tempo, invece, lanciava subito l’ennesimo “allarme immigrati”, scrivendo “tubercolosi, meningite e chissà quante altre malattie dovranno contrarre i nostri poliziotti impegnati nel fronteggiare decine di migliaia di migranti”.