“I migranti provenienti dalla Siria, dall’Iraq e da moltissimi altri Stati in cui i diritti umani fondamentali non sono rispettati e l’incolumità personale è costantemente in pericolo, non hanno la possibilità di chiedere la protezione internazionale, rimanendo esposti al rischio di essere rimpatriati nei loro Paesi di origine”. Non solo: ai migranti “è riservato un trattamento degradante e non rispettoso della dignità”. E’ un giudizio netto quello espresso dai corsisti della Scuola per operatori legali organizzata da Asgi, al ritorno da una visita ispettiva nel campo profughi di Idomeni e nei limitrofi centri governativi. Una delegazione composta da otto studenti della Scuola di alta formazione per operatori legali specializzati in protezione internazionale, organizzata da Asgi insieme agli operatori legali dell’associazione ADL Zavidovici, cooperativa K-Pax, cooperativa Idea Prisma 82 e cooperativa Alternata. Insieme a molti altri, dal 25 al 29 marzo 2016 hanno partecipato alla carovana #overthefortress organizzata da Melting pot e Ambasciata dei Diritti delle Marche, con l’obiettivo di monitorare la condizione giuridica dei migranti. E quanto emerso è allarmante. “Viene senz’altro preclusa materialmente la possibilità di avanzare la richiesta di protezione internazionale”, scrivono i membri della delegazione, denunciando la palese violazione della Convenzione di Ginevra sullo status dei rifugiati e delle previsioni contenute nella Direttiva Procedure 2013/32 UE sul riconoscimento e la revoca dello status di protezione internazionale. “I migranti intervistati – si legge nel report – non hanno avuto accesso a nessuna informativa legale sul diritto di richiedere la protezione internazionale, nonostante provenissero da Paesi notoriamente colpiti da gravissime situazioni di violenza generalizzata”.
L’osservazione sul campo, le testimonianze dei migranti – provenienti in prevalenza da Siria, Iraq, Pakistan e Afghanistan-, e le interviste agli operatori di Unhcr e Msf e agli attivisti presenti hanno permesso di delineare una situazione di gravissime violazioni dei diritti umani, sotto molteplici profili: oltre ai sistematici ostacoli all’accesso alla procedura di riconoscimento della protezione internazionale, “viene contrastato il ricorso agli strumenti giuridici per il ricongiungimento familiare e non viene garantita l’osservanza del principio di non refoulment”, scrivono i membri della delegazione.
Dal punto di vista delle condizioni in cui vivono le persone trattenute nei campi profughi, “emerge la totale indigenza in cui vivono i richiedenti asilo, i minori non accompagnati, i nuclei vulnerabili. [..] Di fatto costretti a vivere in campi autogestiti, dentro delle tende, senza acqua, luce, in gravissime condizioni igienico – sanitarie”.
Qui è possibile scaricare e leggere il report “I diritti alla protezione internazionale e all’unità familiare negati ai migranti in Grecia: la visita ai campi di Idomeni e ai campi governativi e l’analisi giuridica della situazione osservata”.