Un grave episodio di razzismo macchia ancora una volta le città italiane. Dopo i recenti gravi casi di Roma, questa volta è successo a Torino, la mattina di venerdì 10 novembre. A rendersi protagonista della vicenda, un uomo italiano di circa sessanta anni, che ha insultato e aggredito una quindicenne. “Ero appena salita sul bus quando un uomo sui sessant’anni senza nessun motivo mi ha sferrato un forte calcio al ginocchio sinistro. Mi ha detto: togliti dalla mia vista”, ha denunciato la giovane. Dopo il calcio, gli insulti relativi al colore della pelle. “Io cercavo di far finta di niente. Continuava a fissarmi. Mi ha detto: è inutile che tu vada a scuola, tanto finirai sulla strada. Torna al tuo paese”. Al tuo paese: che poi, è l’Italia. La giovane infatti è italiana, ha la madre italiana e il padre di origini africane: per questo ha la pelle nera. Per questo è stata aggredita. Di fronte all’aggressione fisica e alle gravissime offese che le sono state rivolte, la giovane è rimasta sconvolta, e sola: nessuno ha risposto all’aggressore, né di fronte agli insulti, né al calcio. Nessuno ha preso le difese di una ragazza di 15 anni, che è arrivata a scuola piangendo. Il presidente della società di basket dove è tesserata ha ascoltato la ragazza e ha convinto la madre, scioccata, a sporgere denuncia.
La vicenda è stata ripresa da un blog di basket (‘La giornata tipo‘), seguito dalla giovane, i cui autori le hanno espresso solidarietà e sostegno. “Le vostre parole e quelle di chi ha commentato hanno aiutato mia figlia a tramutare la tristezza in rabbia e a capire che tra il rosa e il nero ci sono migliaia di meravigliose sfumature“: così il padre della giovane. Solo poche ore dopo il caso avvenuto a Torino, una signora ne denuncia un altro, a Livorno. «Dopo essere andata dalla pediatra, sono andata alla fermata del bus, sul viale Italia. La conducente, quando sono arrivata davanti alla porta per entrare, mi ha fatto un gesto con la mano e mi ha detto ‘Te no, fuori‘. Mi ha detto ‘vai a casa tua’»: così Fatima Cissoko, 40enne originaria del Senegal. La donna ha una bambina per mano e l’altra nel passeggino. In questo caso, fortunatamente, la solidarietà dei passeggeri del bus si attiva subito. Molti criticano l’autista, alcuni chiedono spiegazioni, sino all’arrivo dei carabinieri. Dopo l’accaduto, ancora incerti sull’ipotetica denuncia, la Ctt, azienda di trasporti locale, fa sapere di voler aprire un’istruttoria interna per capire cosa è successo. E aggiungono: «Se viene confermato quanto detto dalla signora, le scuse sono dovute. L’episodio descritto è grave: certe frasi non sarebbero accettabili». Pochi giorni fa, una nostra lettrice ci segnalava un caso di razzismo contro cui aveva preso posizione, ricevendo offese e insulti: “La vostra solidarietà non mi fa sentire sola”, ci ha scritto dopo aver letto il nostro articolo. Il razzismo esiste, viaggia con noi e attraversa le nostre città. Sta a noi sbarrargli la strada e impedirgli di calpestare la dignità e i diritti delle persone che ci circondano. Sta a noi scegliere che tipo di società costruire.