Venerdì scorso, 28 settembre, è stato sgomberato il campo rom di Tor de’ Cenci a Roma, a seguito della sentenza del Tar del Lazio secondo cui “con la decisione di sgomberare il campo nomadi di Tor de Cenci il Campidoglio ha assicurato l’interesse alla salubrità dell’area e la tutela della salute pubblica”.
Le operazioni di sgombero sono avvenute “senza avvertire preventivamente, senza chiudere l’area, senza allontanare le persone che vi abitavano”, come si legge nella nota diffusa dalla Caritas di Roma e dalla Comunità di Sant’Egidio, che prosegue: “Quello che ci preme oggi è denunciare il modo violento e incivile con cui è stato urlato agli abitanti del campo di andare via e la fretta con cui si è dato seguito allo sgombero senza programmare pronte alternative dignitose”.
Dei 250 abitanti del campo, ottanta verranno trasferiti al “villaggio attrezzato” La Barbuta, dove già erano stati portati ad agosto ma da cui soltanto la settimana scorsa – lunedì 24 settembre – si erano spostati autonomamente , denunciando di aver subito minacce da un gruppo presente nel campo. Gli altri dovranno restare per una settimana in un centro di accoglienza allestito alla Fiera di Roma nel quartiere dell’Eur, in attesa di essere spostati nel campo di Castel Romano, sulla via Pontina, dove sono in corso lavori di ampliamento, e dove vivono già oltre 900 Rom.
Il vicesindaco Sveva Belviso in una nota ha espresso la sua soddisfazione: “Questa sentenza finalmente conferma il carattere emergenziale di una situazione ormai invivibile e intollerabile, e legittima l’Amministrazione a procedere al piu’ presto per garantire legalita’, sicurezza e dignita’ ai cittadini romani”.
Varie critiche sono invece arrivate dalle associazioni che si occupano della tutela dei diritti umani: alla Caritas e alla Comunità di Sant’Egidio, che nella nota parlano di sgombero “violento e incivile”, fa eco il presidente delle Acli di Roma Cristian Carrara, secondo cui “qualsiasi politica che abbia a cuore la sicurezza non puo’ certamente non rispettare la dignita’ delle famiglie e dei bambini chiunque essi siano”. L’Arci Solidarietà afferma che “la pur legittima sentenza del Tar, e’ il risultato di una strategia politico-elettorale ben precisa. Appena insediata, infatti, l’Amministrazione Alemanno ha dichiarato quell’area un campo tollerato e non un villaggio attrezzato, ha diminuito giorno dopo giorno le operazioni di manutenzione e pulizia del campo, lasciandolo sprofondare in un degrado che poi e’ diventato il pretesto per ordinarne lo sgombero”.
Il sindaco di Roma Gianni Alemanno, commentando l’operazione come “una cosa giusta, perché ci permette di completare il piano nomadi, evitando così campi abusivi o tollerati per averne solo regolari e controllati, dove c’è integrazione e sicurezza”, ha risposto alle polemiche escludendo “nella maniera più categorica che i vigili possano aver avuto degli atteggiamenti discriminatori o aggressivi nei confronti dei nomadi”.
Intanto, dall’associazione 21 Luglio arriva l’annuncio di un immediato ricorso al Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa “per le gravi violazioni avvenute oggi nell’insediamento di Tor de’ Cenci”.
Anche Amnesty International condanna lo sgombero che “rischia di rendere queste famiglie ancora più vulnerabili a nuove violazioni dei diritti umani, compreso il diritto a un rimedio efficace, a un alloggio adeguato, alla vita familiare, all’istruzione e all’uguaglianza di fronte alla legge”.
Leggi la sentenza del Tar del Lazio: http://www.giustizia-amministrativa.it/DocumentiGA/Roma/Sezione%202/2012/201206878/Provvedimenti/201203420_05.XML
Leggi il comunicato di Associazione 21 Luglio: http://www.21luglio.org/index.php/comunicati-stampa/137-28-settembre-2012-sgombero-di-tor-de-cenci-il-comune-di-roma-ancora-una-volta-sospende-i-diritti-umani-e-ignora-leuropa
Leggi il comunicato di Amnesty International: http://www.amnesty.it/roma-famiglie-rom-sgomberate-illegalmente-dal-campo-di-tor-de-cenci