Il gravissimo omicidio di Emmanuel Chidi Namdi impone una riflessione. E’ necessaria un’inversione di tendenza, non più rimandabile. Per portarla avanti, segnaliamo alcune proposte concrete: sono contenute nel rapporto finale del progetto Together: fighint against hate crimes, di cui Lunaria è partner. Le anticipiamo qui, in attesa dell’uscita del dossier.
Hate crimes: tutte le fonti disponibili, ufficiali e non ufficiali, documentano una crescita preoccupante dei crimini e dei discorsi razzisti in Italia. L’inversione di questa tendenza richiede un impegno specifico, trasversale e coordinato di tutti i soggetti coinvolti: le vittime e le loro organizzazioni di rappresentanza, le organizzazioni antirazziste, il sistema dei media tradizionali e on line e le istituzioni nazionali e locali. La specificità è richiesta dalla particolare gravità di queste forme di razzismo per il contrasto delle quali è indispensabile individuare strumenti normativi e di monitoraggio, autorità responsabili e interventi di tutela delle vittime distinti da quelli previsti contro le forme di discriminazione che non costituiscono reati. La trasversalità e il coordinamento delle strategie e di contrasto contro i crimini e i discorsi razzisti sono condizioni indispensabili per garantirne l’efficacia.
Gli ambiti di intervento prioritari sui quali le autorità nazionali e locali dovrebbero concentrare l’attenzione sono i seguenti.
1. Attività di informazione, di sensibilizzazione e culturali finalizzate a fermare il processo di legittimazione culturale, politica e sociale che i crimini e i discorsi razzisti hanno conosciuto in Italia.
Numerosi rapporti della società civile hanno evidenziato l’importanza delle attività di informazione, comunicazione e sensibilizzazione ai fini di un efficace lotta contro il razzismo. In particolare sono indicate come prioritarie:
· le attività di informazione e di sensibilizzazione rivolte ai giovani e al mondo della scuola;
· l’organizzazione di iniziative di informazione e di formazione che coinvolgano gli operatori dei media e i loro organismi di rappresentanza nella promozione di una informazione corretta e non stigmatizzante sui fenomeni delle migrazioni, dell’asilo e sui diritti delle minoranze;
· la sollecitazione di un maggiore impegno pubblico contro il razzismo da parte degli esponenti del mondo politico e istituzionale, anche attraverso la previsione di un’aggravante nel caso in cui si rendano protagonisti di discorsi razzisti.
2. Predisporre un sistema ufficiale di monitoraggio e di raccolta dati sui crimini razzisti e sui discorsi di odio con la finalità di garantirne la visibilità e renderli identificabili dalle altre forme di razzismo.
Le attività di monitoraggio, la disponibilità e la trasparenza di dati ufficiali sui crimini e i discorsi razzisti è indispensabile per poterne conscere meglio la diffusione e le principali caratteristiche e poter adottare strategie di contrasto adeguate. Da questo punto di vista le priorità più urgenti sono:
· la revisione, la sistematicità e la coerenza di sistemi di dati ufficiali con l’adozione di un sistema di classificazione comune e coerente con quelli disponibili a livello internazionale che consenta almeno di disaggregare i dati disponibili per tipologia di reato, norma di riferimento, gruppo bersaglio, genere e età della vittima e dell’aggressore; movente discriminatorio del reato;
· promuovere l’utilizzo del sistema di classificazione ufficiale anche da parte delle organizzazioni della società civile impegnate in attività di monitoraggio, denuncia e tutela dei crimini e dei discorsi razzisti;
· la precisa identificazione e pubblicizzazione delle istituzioni responsabili idonee a raccogliere e rendere pubblici i dati ufficiali disponibili;
· la pubblicazione periodica di raccolte della giurisprudenza in materia.
3. Riformare la legislazione penale sui crimini e i discorsi di odio
Le organizzazioni della società civile più attive evidenziano che l’Italia dispone di una base normativa per contrastare i crimini e i discorsi razzisti e che l’azione penale è solo una delle possibili strategie di tutela da seguire. Tuttavia una riforma della normativa sarebbe auspicabile:
· al fine di introdurre una precisa definizione giuridica dei crimini e dei discorsi di odio;
· riformare l’art. 3 della legge n. 205/1993 e della legge n. 654/75 al fine di ampliare la tipologia di violenze razziste perseguibili alle violenze commesse e ai discorsi discriminatori pronunciati sulla base del genere, dell’identità di genere e dell’orientamento sessuale;
· contrastare efficacemente i crimini e i discorsi razzisti on line a cominciare dal completamento dell’iter di ratifica del Protocollo addizionale alla Convenzione sulla criminalità informatica riguardante la criminalizzazione degli atti di razzismo o xenofobia commessi a mezzo di sistemi informatici;
· reintrodurre la sanzionabilità dell’incitamento alla discriminazione e alla violenza oggi limitata all’istigazione e della diffusione di idee fondate sulla superiorità o sull’odio “razziale” o “etnico”, oggi limitata alla propaganda.
4. Ridefinire lo status istituzionale, le competenze e l’articolazione organizzativa degli organismi pubblici responsabili nella lotta contro le discriminazioni e al razzismo.
· Autonomia e indipendenza sono requisiti indispensabili per assicurare una adeguata tutela delle vittime di discorsi e di violenze razzisti. Tali requisiti non qualificano né l’Unar, collocato presso il Dipartimento delle Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio, né l’OSCAD, collocato presso il Dipartimento di Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno.
· Un decentramento del sistema pubblico di tutela attraverso l’individuazione di specifici referenti presso i Distretti territoriali delle Forze di polizia e presso le Procure dei Tribunali consentirebbe di facilitare la denuncia e le indagini sui crimini razzisti.
Una più effettiva applicazione della legislazione penale è inoltre auspicabile ai fini di contrastare l’esistenza e l’attività di organizzazioni che hanno tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione o alla violenza e/o la commissione di questi reati.
5. Stanziare risorse pubbliche adeguate per attuare una strategia pluriennale di prevenzione, contrasto e tutela contro i crimini e i discorsi razzisti
Un piano economico-finanziario dovrebbe corredare i Piani nazionali contro il razzismo e l’istituzione di un fondo a regime da finanziare con la Legge di Bilancio annuale potrebbe garantire la disponibilità non episodica e pianificata delle risorse pubbliche necessarie.
Tra le priorità:
· assicurare il concreto sostegno legale, psicologico e sociale alle vittime;
· l’organizzazione di attività di formazione rivolte ai rappresentanti delle forze dell’ordine, delle organizzazioni della società civile, della magistratura e del mondo dell’informazione.