Pubblichiamo, qui di seguito, l’articolo apparso sul blog online di MicroMega scritto dall’antropologa Annamaria Rivera. L’autrice ritorna sui fatti di Macerata, comparando la vicenda con la strage di Firenze, che uccise due senegalesi, Samb Modou e Diop Mor, e ne ferì gravemente un terzo, Moustapha Dieng, “non solo perché compiuta da un killer, Gianluca Casseri, apertamente razzista, nazista, negazionista, attivo collaboratore del sito Stormfront, nonché iscritto o comunque frequentatore abituale di CasaPound“. Ma anche per altri inquietanti elementi comuni. E conclude: “Mala tempora currunt”, constatando che è da molti anni che “il susseguirsi di pacchetti-sicurezza, di leggi e norme volti a discriminare, inferiorizzare, perseguitare, deportare migranti, rifugiati e rom non fa che accendere le torce di folle inferocite e armare la mano di killer razzisti.
di Annamaria Rivera
Come alcuni/e hanno scritto lucidamente, la tentata strage di Macerata, di stampo tipicamente razzista e nazifascista, è, in realtà, un atto terroristico: se è vero che il terrorismo prende di mira vittime innocenti; crea un’atmosfera di panico e allarme sociali; si caratterizza per il connubio tra esercizio della violenza e ostentatoria messa in scena simbolica; ha come finalità o effetto il ricatto e/o il condizionamento indebito nei confronti dei poteri pubblici.
Tali caratteri, ci sono tutti nell’azione, preparata e progettata fin nei dettagli, compiuta da Luca Traini: un nazifascista talmente esemplare, idealtipico, perfino caricaturale da apparire come un personaggio costruito per qualche fiction. Paradigmatico è anche ciò che è stato trovato nella sua dimora nel corso della perquisizione: una copia del Mein Kampf, una storia della Repubblica sociale italiana, una bandiera con croce celtica, un esemplare di Gioventù fascista, rivista del Ventennio. Ciò nonostante, prima della tentata strage, a scandalizzarsi per i suoi atteggiamenti “sempre più estremisti”, per i saluti romani e le consuete battute razziste, nonché per il fatto di portare abitualmente una pistola, sembra sia stato solo il titolare della palestra in cui Traini andava ad allenarsi, il quale sostiene d’averlo perciò allontanato alcuni mesi fa.
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