Brucia l’Italia e non solo per le alte temperature. Fiamme che divampano da nord a sud. Alle 8 di questa mattina, fanno sapere su Twitter i vigili del fuoco che “sono in corso in Italia 698 interventi ad opera delle squadre vigili del fuoco. 476 riguardanti incendi di vegetazione”. E anche Roma ne paga le conseguenze con l’ennesimo rogo, dopo quelli numerosi e tossici di giugno.
Questa volta però, va in fiamme il campo rom di Primavalle.
Le fiamme sono partite, intorno alle 22.30 di ieri, da un cumulo di rifiuti accatastati sul lato nord del campo e si sono propagate velocemente a causa del vento. Dal rogo si è innalzata una densa nube tossica che ha avvolto tutto il quartiere di Primavalle. Cinque squadre dei Vigili del fuoco hanno lavorato fino all’alba per spegnere l’incendio ed evacuare i 230 residenti nell’insediamento per sventare possibili tragedie.
“Abbiamo rischiato di morire carbonizzati – dichiara Rashida Ahmetovic, sfollata dal container 21, in fondo al campo, sulle pagine de La Repubblica – verso le 21 abbiamo visto il fuoco e abbiamo chiamato subito i soccorsi, se fosse stato più tardi, io e i miei 10 figli saremmo morti carbonizzati nel sonno”. La signora ha rifiutato l’accoglienza offerta dalla Sala operativa sociale e prosegue: “A provocare l’incendio sono stati altri residenti nel campo – assicura – è successo anche tre mesi fa: mi hanno bruciato il deposito di vestiti fuori casa mia: adesso dopo questo secondo rogo ho paura di vivere qui. Voglio andare via”.
Ovviamente, dopo questo ennesimo rogo non si evitano le polemiche più aspre. “Fumi tossici, puzza di bruciato, gente costretta a rinchiudersi in casa, sprangando porte e finestre. È il risultato dell’ennesimo rogo, acceso dolosamente, all’interno del campo nomadi di via Casal Lombroso e percepito ieri notte questa volta distintamente, in quasi tutti i quartieri del Municipio XIV e in buona parte di Roma Nord”, commentano in una nota congiunta Fabrizio Ghera, e altri esponenti di Fratelli d’Italia.
“Rimane la circostanza inaccettabile che simili roghi, accesi per bruciare il rame rubato e i rifiuti accumulati nei campi, disperdano nell’aria sostanze tossiche che tutti noi siamo costretti a respirare. Rimane la circostanza inaccettabile che in questi campi l’illegalità è la regola e che a questi signori tutto è consentito. Anche mettere in pericolo la salute altrui, facendoci respirare sostanze tossiche e nocive”, concludono gli esponenti di An e FdI. E ancora, il consigliere Dem al municipio XIV, Alessio Cecera, dichiara: “Monte Mario e Torrevecchia sono stati invasi da una coltre di fumo tossico. L’amministrazione è completamente assente, nonostante i numerosi solleciti sul problema avanzati da parte dei cittadini e delle opposizioni nel corso del consiglio municipale straordinario sul Santa Maria della Pietà. Per loro il problema si supererà nel tempo”.
E quasi in contemporanea si muove anche l’amministrazione capitolina che cerca di correre ai ripari e evitare danni ingenti. Ed è così che la sindaca Raggi, ascoltata nella Commissione parlamentare di inchiesta sulle periferie, per fermare gli autori dei fumi neri che appestano i quartieri ai margini della città, annuncia che, oltre alle auto dei vigili urbani parcheggiate h24 fuori dai campi rom, verranno stanziati 500mila euro per 15 telecamere da puntare sugli insediamenti più popolosi della Capitale.
Oltretutto, i legali capitolini già da tempo allertano: “L’avvocatura potrebbe incontrare difficoltà nell’assumere la difesa dell’amministrazione qualora dovessero insorgere controversie intentate da cittadini (già annunciate) che lamentino danni alla propria salute derivanti da un lato dagli effetti delle menzionate combustioni e, dall’altro, dall’inerzia mantenuta dagli uffici del Campidoglio“.
Da parte sua, la Regione Lazio ha invece dichiarato di aver coinvolto l’Arpa Lazio, che, a sua volta, ha annunciato di aver avviato monitoraggi nell’area di via di Salone, dove insiste la baraccopoli autorizzata più grande d’Europa. Qui il fenomeno dei roghi interessa i cittadini dei quartieri di Ponte di Nona, La Rustica, Settecamini e Case Rosse, insistenti su tre municipi diversi. I monitoraggi hanno preso il via già il 6 luglio.
Vedremo se tutto ciò contribuirà a fermare i roghi nella capitale.