“Con la decisione di sgomberare il campo nomadi di Tor de Cenci il Campidoglio ha assicurato l’interesse alla salubrità dell’area e la tutela della salute pubblica”: così il Tar del Lazio ha respinto la richiesta di sospensione dello sgombero, avanzata da alcune famiglie rom a seguito del provvedimento con cui il sindaco Alemanno, il 31 luglio scorso, aveva ordinato il trasferimento delle persone presenti nell’insediamento di via Pontina 106. Richiesta, tra l’altro, che era stata accolta temporaneamente dagli stessi giudici amministrativi lo scorso 27 agosto.
Dopo la sentenza, annunciata ieri in serata, lo sgombero non si è fatto attendere: questa mattina “vigili urbani e polizia di Stato sono arrivati in gran numero”, si legge in una nota emanata dalla Caritas di Roma e dalla Comunità di Sant’Egidio, che prosegue: “Senza avvertire preventivamente, senza chiudere l’area, senza allontanare le persone che vi abitavano, le ruspe hanno distrutto uno dopo l’altro i circa 50 container collocati lì dalle precedenti amministrazioni e pagati con soldi pubblici. Quello che ci preme oggi è denunciare il modo violento e incivile con cui è stato urlato agli abitanti del campo di andare via e la fretta con cui si è dato seguito allo sgombero senza programmare pronte alternative dignitose. Ciò che colpisce è il trattamento riservato ai minori, di fronte ai quali è stato inscenato uno spettacolo non degno di un’amministrazione di un Paese civile”. Situazione confermata dagli operatori dell’Arci, impegnati nei percorsi di scolarizzazione, i quali, arrivati come ogni giorno alle 7.30, affermano di aver trovato “i bambini scossi per la presenza delle forze dell’ordine e preoccupati perché vedono le loro case distrutte e non sanno dove andranno”.
Gli abitanti del campo erano circa duecento: ottanta erano già stati trasferiti presso il “villaggio attrezzato” La Barbuta, ma pochi giorni fa si erano ripresentati a Tor de Cenci, denunciando di aver subito minacce da un gruppo presente nel campo. Nonostante ciò, sono stati convinti a tornare al “villaggio”. Gli altri verranno trasferiti per una settimana in un centro di accoglienza allestito alla Fiera di Roma nel quartiere dell’Eur, in attesa di essere spostati nel campo di Castel Romano, sulla via Pontina, dove sono in corso lavori di ampliamento, e dove vivono già oltre 900 Rom.
L’associazione 21Luglio annuncia un immediato ricorso al Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa “per le gravi violazioni avvenute oggi nell’insediamento di Tor de’ Cenci”: come ricorda l’associazione, solo dieci giorni fa “il Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa Nils Muižnieks, a seguito della sua visita a Roma aveva presentato un rapporto rivolto alle autorità italiane in cui riteneva che gli sgomberi forzati con trasferimenti a La Barbuta non si possano certo conciliare con la nuova ottica imposta dalla Strategia nazionale d’inclusione dei rom, che è già in vigore in Italia. Piuttosto, si evince una sfortunata continuità della precedente politica ufficiale di stampo emergenziale”. Il rapporto del Commissario per i diritti umani è stato ricordato anche dal ministro per la Cooperazione internazionale e l’Integrazione Andrea Riccardi, il quale ha espresso stupore per le modalità dello sgombero: il ministro ha inoltre affermato di aver incontrato “due giorni fa il sindaco Alemanno, chiedendogli di riflettere sulla delicata situazione di Tor de’ Cenci, che riguarda anche la continuità scolastica di molti minori rom. Evidentemente – ha concluso Riccardi – esigenze di consenso hanno prevalso sulla ricerca di soluzioni ragionevoli ed equilibrate”.
Soddisfazione, invece, dal Pdl e dalla giunta capitolina: per il presidente della Commissione Sicurezza di Roma Capitale, Fabrizio Santori, «è una vittoria della legalità e dei cittadini», perché «Tor de’ Cenci è stato per anni una spina nel fianco per migliaia di residenti”. Gli fa eco il consigliere Pdl di Roma Capitale, Federico Rocca, sottolineando che si tratta di «una scelta assunta per chiudere definitivamente con quel passato fatto da abusivismo e insediamenti sparsi in spregio di qualunque regola sul territorio”. E di legalità e sicurezza parla anche il vicesindaco Sveva Belviso, che afferma in una nota: “Questa sentenza finalmente conferma il carattere emergenziale di una situazione ormai invivibile e intollerabile, e legittima l’Amministrazione a procedere al piu’ presto per garantire legalita’, sicurezza e dignita’ ai cittadini romani”.