Il nostro paese non brilla per memoria. Il 7 gennaio 2010 a Rosarno, a seguito dell’ennesima violenza subita, i lavoratori africani si ribellarono. Ne seguì una vera e propria caccia all’uomo che portò all’espulsione dei lavoratori migranti dal territorio. A Rosarno però i lavoratori africani sono tornati e continuano a lavorare in condizioni di sfruttamento. Per questo in diverse città italiane nei prossimi giorni si svolgeranno iniziative che intrecciano il tema della garanzia dei diritti dei lavoratori migranti che lavorano al nero con quello della difesa dell’agricoltura contadina e della sovranità alimentare a supporto di una campagna già in corso da tempo per la regolarizzazione della manodopera agricola.
Tra le principali rivendicazioni: il rilascio di un permesso di soggiorno ai lavoratori che denunciano i loro sfruttatori, il rinnovo dei permessi di soggiorno rilasciati a seguito dei fatti di Rosarno, la garanzia di un’accoglienza dignitosa per i lavoratori agricoli e per i richiedenti asilo, l’inserimento nei disciplinari di produzione (doc, dop, igp, bio) di criteri che valutino il rispetto dei diritti dei lavoratori. Abolizione della legge Bossi-Fini e chiusura dei Cie sono le richieste di carattere più generale.
A Roma l’appuntamento è per domani 13 gennaio a piazza Esquilino.